Quante strade deve percorrere un Uomo, prima che lo si possa considerare tale? Cantava un giovane menestrello alla nostra generazione, spesso accompagnato da un’altra anima stupenda, quella di Joan Baez.
Abiamo noi ercorso le strade necessarie per poterci dire Uomini Veri? Chissà, speriamo, per dirla con il Poeta, recente Premio Nobel per la letteratura:
The answer, my friend, is blowin’ in the wind, the answer is blowin’ in the wind.
La risposta, amico mio, è sospesa nel vento, la risposta soffia insieme al vento.
In una dolce notte della primavera romana, nella perfetta acustica della Sala Santa Cecilia, all’interno del complesso Auditorium Parco della Musica, l’antico Menestrello, il bardo di Duluth, ha fatto ancora una volta risuonare le note della sua musica, raggiungendo come sempre le anime, restituendoci la consapevolezza di aver vissuto sino in fondo, al massimo della propria capacità, scevri da tanti condizionamenti i nostri sogni, di aver coltivato, con fratellanza le nostre ambizioni, ricordando financo con dolcezza le nostre sconfitte, quei sogni che non siamo stati capaci di realizzare.
Sold out la prima tappa del tour italiano di Bob dylan
Ieri sera è iniziata la prima tappa del tour mondiale 2018 di Bob Dylan (naturalmente sold out), prodotto dalla fondazione Musica per Roma, l’Artista americano, 77enne mancava dai palcoscenici italiani dal 2015; il “Never ending tour 2018” arriva in Italia dopo aver già fatto tappa in Portogallo e Spagna, dopo la Capitale toccherà varie città italiane per concludersi all’Arena di Verona il 27 aprile prossimo.
L’esibizione del Premio Nobel per la letteratura, ha concesso poco allo spettacolo, solo musica, oltre una ventina di brani, snocciolati in sequenza serrata, un rock classico spesso poetico, i cui ritmi incalzanti hanno infiammato i numerosi appassionati che gremivano la sala e che sono giunti diretti al cuore e all’anima.
Bob Dylan ha eseguito i suoi brani in piedi o seduto al pianoforte, talvolta al centro del palco a gambe divaricate, giocando con l’asta del microfono con l’atteggiamento del crooner.
Il finale del concerto è stato trionfale, sulle note di “Blowin’ in the wind” e “Ballad of a thin man”, molta parte delle persone sedute nelle prime file della platea si sono alzate e si sono avvicinate al palco, per meglio vivere l’emozione, il brivido, di cantare a pochi metri da Bob.
Luigi Russo