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Ravello La COMUNICAZIONE a proposito di Auditorium Niemeyer, Franco Di Mare. Interviene Secondo Amalfitano

6 aprile 2018 | 23:59
Ravello La COMUNICAZIONE a proposito di Auditorium Niemeyer, Franco Di Mare. Interviene Secondo Amalfitano

In estrema sintesi la verità dei fatti e degli atti:
 la richiesta della progettazione dell’auditorium ad Oscar Niemeyer la avanzai io, come mia
idea e desiderio, per il tramite di Roberto Davila, amico fraterno di Oscar con il quale aveva
condiviso una vita, compreso l’esilio a Parigi; De Masi fu della partita dopo che Niemeyer
aveva detto SI e dopo avermi rimproverato aspramente: “la devi smettere di chiedere regali
per Ravello, perché i Ravellesi sono ricchi e devono pagare per quello che vogliono” fu la
sua reazione allorquando gli comunicai la fortunata circostanza

La COMUNICAZIONE a proposito di Auditorium Niemeyer, Franco Di Mare,
Fondazione Ravello e Cultura
Leggo l’articolo di Franco Di Mare a proposito della Fondazione Ravello e dell’auditorium Oscar
Niemeyer, e rifletto sul “Potere della Comunicazione”! De Masi è stato capace di esaltarne al
massimo le potenzialità e gli effetti, parlo della Comunicazione, proprio sulla vicenda Fondazione e
Auditorium. Franco Di Mare, che di De masi è estimatore, amico, nonché seguace almeno sulla
parte sociologica che riguarda Ravello e le sue perle, nell’ultimo articolo apparso oggi sul Corriere
del mezzogiorno, ce ne offre un’ennesima riprova. Partendo da fatti veri, passa a considerazioni
verosimili, per approdare ad una risultante che travisa la verità complessiva testimoniata da atti e
documenti abbastanza lontani dal pensiero demasiano.
Le verità: l’auditorium esiste; l’auditorium versa in un sostanziale abbandono programmatico e non
solo; non esiste un progetto di gestione ed utilizzo; esistono soggetti fisici e giuridici scollegati fra
loro, ma che messi insieme danno l’illusione, e quindi l’apparenza, che l’auditorium ha una
gestione; Niemayer ha regalato il progetto alla collettività ravellese. Considerazioni verosimili: il
regalo nasce per richiesta di De Masi; De Masi lo ha quasi imposto ai Ravellesi; i Ravellesi non lo
amano anzi lo osteggiano; l’Amministrazione Comunale ha svenduto l’Auditorium ed è in guerra
con la Fondazione. La risultante che deriva da queste considerazioni è semplicemente “sbagliata” in
quanto frutto e figlia di una “comunicazione” formalmente eccezionale e da encomio, ma
sostanzialmente basata su “fake news”.
In estrema sintesi la verità dei fatti e degli atti:
 la richiesta della progettazione dell’auditorium ad Oscar Niemeyer la avanzai io, come mia
idea e desiderio, per il tramite di Roberto Davila, amico fraterno di Oscar con il quale aveva
condiviso una vita, compreso l’esilio a Parigi; De Masi fu della partita dopo che Niemeyer
aveva detto SI e dopo avermi rimproverato aspramente: “la devi smettere di chiedere regali
per Ravello, perché i Ravellesi sono ricchi e devono pagare per quello che vogliono” fu la
sua reazione allorquando gli comunicai la fortunata circostanza;
 Altro che non volerlo e amarlo! I Ravellesi lo hanno voluto e come, se è vero come è vero,
che il Consiglio Comunale (in democrazia massima rappresentanza del popolo) deliberò
l’accettazione del dono, e si costituì in tutti i giudizi all’epoca intentati da una sparuta
minoranza, con in testa i proprietari dei terreni che avevano ben altre mire speculative, a
tanto sostenuti da nostalgici ex Amministratori già sonoramente bocciati dal popolo. Se non
bastasse tanto, agli atti del contenzioso amministrativo che si generò all’epoca arrivando a
far scrivere ben 9 sentenze fra TAR e Consiglio di Stato, si può riscontrare la costituzione in
giudizio pro-auditorium di un “Comitato Civico” che, attraverso libere donazioni di
centinaia di Ravellesi, raccolse la somma per sostenere le spese di giudizio e dei legali.
Purtroppo e sempre più, il mondo non vuole quello che è, il mondo vuole quello che gli piace e
quello che appare; il bravo comunicatore è soprattutto chi riesce a soddisfare queste due esigenze
del mondo.
Non ho mai letto una solo parola sulle circostanze sopra evidenziate, nonostante di comunicati ne
abbiamo fatti parecchi all’epoca e tutti mai smentiti da nessuno; non ho mai letto per esempio che
nel gennaio 2010 qualcuno si intestardì a volere l’inaugurazione di un’opera incompleta ed ancora
cantiere edile; si tagliò il nastro dell’auditorium Oscar Niemeyer quasi come l’inizio di una serie
ininterrotta di concerti, eventi, convention; il giorno dopo gli squilli di tromba, che videro anche
protagonisti alcuni dei vecchi oppositori dell’opera mentre io non c’ero, gli operai e le maestranze
ripresero i lavori che sono durati ancora molti mesi, con l’iter amministrativo di fine lavori e
collaudo, fermo e travagliato per molti anni; fu così che comparvero i primi articoli: “l’auditorium è
già cadente” – “l’auditorium è chiuso” e così via.
Ma non mi dilungo più di tanto, anche perché comunque perderei la disputa con Franco Di Mare
forte di apparenze che gli danno ragione: L’auditorium è sostanzialmente fermo e non svolge quel
ruolo propulsivo per il quale era stato immaginato e costruito; la politica culturale ravellese, come
afferma il mondo, “non appare”. I Ravellesi, esattamente come tutti gli abitanti della Costa
d’Amalfi, sono distratti dall’ammirare la magnifica opera di Domine Dio, e per dirla alla Totò si
sentono appagati dal turnover a prescindere dei turisti.
Su azioni, progetti e risultati della Fondazione Ravello e dell’Amministrazione Comunale, mi
astengo, ancora per poco, da qualsiasi giudizio e commento, sia per quello che è che per quello che
appare.
Quanto a Franco Di Mare, innanzitutto tengo a sottolineare che, ben prima di questo articolo, l’ho
invitato a Ravello per la presentazione del suo ultimo libro e mi ha assicurato che mi avrebbe fatto
contattare dalla sua Casa Editrice, di poi mi piace esternare che è uno dei professionisti che più
apprezzo e stimo, e, da ultimo ma non per ultimo, lo ringrazio di cuore per amare la nostra Ravello
e per fustigare spesso qualche nostra debolezza. Da ottimo comunicatore si occupa anche di……
quello che è!
Secondo Amalfitano