L’incontro tanto atteso tra il presidente del Napoli De Laurentiis e Sarri si sta avvicinando.
Facciamo il punto della situazione:Aurelio il patron pensa agli utili di bilancio, l’allenatore allo scudetto. Linee paralele. Resta il problema della clausola da 8 milioni: chi la pagherà. Zenit, Chelsea, Monaco o Tottenham? Domani a Marassi possibile passaggio di tesimone. Giampaolo sfiderà il Napoli che potrebbe guidare il prossimo campionato se gli assalti a Emery, Benitez, Conte e Ancelotti si riveleranno infruttuosi”.
Cos’è un contratto, se non un’emozione da condividere? Perché i soldi, e si sa, mica sono tutto nella vita! E allora c’è bisogno d’altro, mercoledì (o giovedì), quando cominceranno ad alzarsi le prime fumate, impossibile da decodificare adesso che nel 50% di possibilità che Sarri resti c’è pure scritto il 50% del suo senso di disorientamento. E allora: ci sarà da guardarsi in faccia, occhi negli occhi, e dirsi qualsiasi cosa e senza negarsi nulla, stavolta senza la necessità che ci siano microfoni a far da diffusori; e non esisteranno strategie economiche, non è un centesimo in più che sposta, a quei livelli; né bisognerà riparare con qualche paracadute. Il contratto per Sarri e per De Laurentiis, per entrambi, non saprà di convenienza estrema ma d’empatia: bisognerà che l’uno e l’altro, nel dialogo magari anche convulso, sentano d’essere partecipi del Progetto, lo avvertano nelle forme e nelle dimensioni, lo smontino e lo ricostruiscano, lo modellino a immagine e somiglianza, ricordando ciò ch’è stato, attraverso la complice partecipazione di Andrea Chiavelli, l’ad, e Cristiano Giuntoli, il ds.
AMBIZIONI. Ciò che Sarri dovrà dire a se stesso, innanzitutto, è quel che sta avvertendo ora, dopo che il San Paolo gli si è schierato al fianco, soffiandogli addosso tutto l’amore che sente, e quel che la squadra gli ha bisbigliato: «E io devo avere il 101% per ricambiare». C’è un uomo combattuto, adesso: sa che qui c’è un Paradiso e che però nel calcio esiste il rischio che il vento cambi, complici i risultati, e trascini nel Purgatorio. E quindi: si partirà dal mercato, in linea con le potenzialità economiche del club ma proiettato verso le umanissime aspirazioni; e si continuerà con il Centro Sportivo, da abbellire e da arricchire; e si atterrerà sulla comunicazione esterna, cioé il messaggio chiarissimo da trasmettere alla gente, sugli obiettivi.
PERSUASIONE. De Laurentiis ha detto e ribadito varie volte che adora «Sarri, un maestro», e tra una dedica e l’altra ha infilato, ripetutamente, una serie di allusioni per niente vaghe su alcuni particolari: per esempio, la rotazione di un organico, in una formazione inchiodata su un gruppo meno ampio di quello disponibile. E poi c’è il contratto, con una clausola che esiste per l’anno in corso ed anche per quello che verrà, particolare non irrilevante: la volontà di De Laurentiis è di cancellarle entrambe, rimodulando l’accordo pure economicamente attraverso un riconoscimento sostanzioso (da 1.750 e tre milioni di euro) e poi lasciando che sin dal 22 maggio, possibilmente, si posino le prime pietre per rifare Castel Volturno.
SCENARI. Il Monaco esiste, il Chelsea potrebbe, lo Zenit e lo Shakhtar sono entità ancora astratte: per staccarsi dal Napoli ci vorrebbero non soltanto otto milioni di euro, ma anche una tentazione forte (e i Blues lo sarebbero e gli altri chissà). O altrimenti un senso di appagamento, di sazietà o di preoccupazione che spinga a chiedere di lasciarsi egualmente, ipotesi impraticabile per ovvi motivi giuridici. Sarri e De Laurentiis, nonostante il baccano più recente, le contrapposizioni a distanza, le frecciate, i botta e risposta, partono dal vantaggio di conoscersi bene, di sapere cosa si nasconda in ognuno di loro e di ignorare però – mercoledì o giovedì nel primo round – cosa ci sia all’orizzonte. Perché in un contratto c’è molto di più d’una vagonata di milioni ma il piacere di viverlo (assieme). Però è tutto pronto…
fonte:corieredellosport