De Laurentiis -Sarri non andra’ via.Ci crediamo?

6 maggio 2018 | 07:42
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De Laurentiis -Sarri non andra’ via.Ci crediamo?

Panchine di Reja Walter Mazzarri è stato il tecnico più a lungo sulla panchina (4 stagioni intere) ma il record di gare è di Edy Reja: 193 partite
Trofei vinti Durante la presidenza De Laurentiis il Napoli ha conqistato due volte la Coppa Italia e una volta la Supercoppa
Allenatori Durante l’era De Laurentiis si sono alternati in panchina Ventura, Reja, Donadoni, Mazzarri, Benitez e Sarri

Aurelio De Laurentiis presidente del Napoli «Sento che Sarri non andrà via E se vuole andare via farò altri ragionamenti Ci sono tanti tecnici disponibili» Durante l’intervista pubbicata venerdì sul Corriere dello Sport
Il 31 maggio scade la clausola da 8 milioni: sul tecnico azzurro anche il Dortmund
quattro stelleper la panchina
da carlo ancelotti, il re di champions, a marco giampaolo, già “erede” di sarri: ecco i nomi caldi sulla lista del presidente

Ma la chiamano esperienza sensoriale: e dev’essere un’allusione, la punteggiatura che s’avverte nell’aria, il tono suadente o anche severo, fors’anche un rigurgito via etere a lasciare che quel giorno, all’appuntamento, Aurelio De Laurentiis ricordi a Maurizio Sarri «che non è mica necessario cambiare allenatore, perché mai?». E si resterà avvolti nel mistero, almeno fino a quando, carte alla mano, non si presenterà sull’uscio di Castel Volturno qualcuno – che sia il Chelsea oppure il Monaco, che sia lo Zenit o lo Shakhtar o anche il Borussia Dortmund appena “annunciato” – con gli otto milioni di euro in mano, per assecondare la clausola rescissoria e mettere De Laurentis “spalle al muro” e spingerlo a ricostruire attraverso gli amici come Antonio Conte («un colonnello che forse sarà ancora arrabbiato perché non gli ho voluto dare Koulibaly per 58 milioni di euro») o anche come Carlo Ancelotti: «E’ una persona stupenda e capita di sentirci da quando siamo tornati in Serie A e ci siamo confrontati; è uno che ha fatto la storia del calcio. E però sarebbe un peccato disperdere quel patrimonio che esiste: la Grande Bellezza ha vinto l’Oscar e Sarri può farlo qui a Napoli, dove ci sarebbe più gusto: lui che è nato a Bagnoli, faccia il napoletanaccio». E’ tutto maledettamente complicato e in quel rebus dal quale si uscirà con il tempo, finiranno per entrare anche le carinerie usate da De Laurentiis attraverso Kiss Kiss, la radio ufficiale, una guarnizione di glassa per spargere dolcezza intorno al Progetto: «Il campionato è stato falsato ma lo è da anni: quest’anno il distacco si è assottigliato e saremmo forse in vantaggio se il Var fosse stato utilizzato diversamente e bene. Con Sarri si può fare un grosso lavoro, è un genio ma pieno di umanissimi dubbi. E gli dico: stai sereno».
LO CORTEGGIANO. La verità, tutta la verità e semplicemente la verità emergerà quando ormai non ci sarà altro da aggiungere a questa stagione e solo allora, in quel momento, chi vorrà dovrà portare elementi persuasivi per schiodare Sarri dagli enigmi: c’è il Monaco e poi anche il Chelsea, ci sono lo Zenit e lo Shakhtar ma adesso anche, e prepotentemente, il Borussia Dortmund; però il Napoli è lì, ad attendere finché sarà possibile.
Il 31 maggio, dice il contratto, entro e non oltre, bisognerà scegliere: dentro o fuori, attraverso il pagamento cash di quegli otto milioni che libererebbero Sarri dal Napoli e lancerebbero De Laurentiis altrove, in una dimensione da individuare, quella ad esempio di Carlo Ancelotti o di Antonio Conte, autorevoli e rassicuranti, carriere infarcite di successi e di ambizioni; ma l’identikit, esclusivamente made in Italy per il momento, trascina anche verso Giampiero Gasperini e Marco Giampaolo, diversi e però comunque affini nella ricerca del gioco chi con la difesa a tre, chi con il trequartista, chiunque con l’invito a offrire spettacolo e ad inseguire un sogno nel quale, per ora, rimane Sarri.