Il destino di Sarri – Aspetta il Chelsea?
Napoli – Londra o San Pietroburgo, è quello il bivio: e restano ormai solo sei giorni perché il destino indichi la rotta al Comandante. Il Chelsea o lo Zenit, prima che sia troppo tardi, che scada la clausola (il 31 maggio), che resti un vago (?) malessere intestino: perché ora che il pallone ha smesso di rotolare e s’è spento l’eco emozionante d’una domenica assai speciale, ciò che avanza in Maurizio Sarri è un senso d’incredulità assai prossimo allo sbigottimento. C’è stato un tempo, e si parla d’un triennio, in cui la Grande Bellezza s’è presa la scena, l’ha dominata, s’è sparsa in Europa, ha rapito Napoli; e ora ch’è tutto finito, clamorosamente e persino fragorosamente, intorno s’intravede un interrogativo enorme, costruito innanzitutto da quegli otto milioni utili per liberarsi del Napoli.
Però qualcosa s’è mosso e segnali da Londra ne sono arrivati, al punto da spingere ad organizzare un rapido spostamento: ogni giorno è quello buono perché Alessandro Pellegrini e Fali Ramadani salgano sull’aereo, ma è necessaria la pazienza d’aspettare che tra Conte e Abramovic finisca come si racconta più o meno ad alta voce. Ci sarebbe un ballottaggio (Luis Enrique o Sarri), ma esisterebbe la volontà di incontrare Sarri o il suo agente per avere idee più chiare. E pure lo Zenit, mentre dà un’occhiata in giro, attende un ripensamento: il viaggio a Castel Volturno della settimana scorsa è stato ininfluente e la volontà di Sarri, per ora, è di starsene sulla riva del fiume.
Tutti gli allenatori del Napoli
Gian Piero Ventura è il primo allenatore dell’era De Laurentiis,batte a sorpresa Vavassori,ma dura poco,appena cinque mesi.
Edy Reja è il tecnico piu’ longevo di questi quattordici anni:per lui cinque stagioni due promozioni, e la prima qualificazione europea con l’intertoto
Roberto Donadoni subentra a Marzo del 2009 a Reja,ma a ottobre ,dopo appena diciotto partite ( complessive )viene esonerato.
Walter Mazzarri è il tecnico della prima Coppa Italia 2012 e della prima qualificazione in Champions:rimane a Napoli per quattro stagioni
Rafa Benitez è l’uomo della svolta,della dimensione internazionale,del primo mercato di respiro europeo e il piu’ vincente:una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana.
Maurizio Sarri:un record dietro l’altro,91 punti in A ne sono la sintesi,poi tre qualificazioni consecutive in Champions League.E un calcio meraviglioso.
Carlo Ancelotti è il colpo, in assoluto, piu’ importante della gestione De Laurentiis:l’allenatore pluridecorato per fare la storia.
Andrea Chiavelli, 50 anni, amministratore delegato o eminenza grigia di stanza alla Filmauro o al centro dei momenti-chiave, è il ministro delle Finanze di un club nel quale è vietato “sgarrare” – ma non certo investire – come testimonia il rigore d’un bilancio che è perfettamente in linea con la Filosofia societaria e sistematicamente attivo.
Antonio Sarracino, direttore dei processi amministrativi e compliance, fa la spola tra Roma e Castel Volturno, viene dal mondo dell’editoria, rappresenta il collante tra l’anima finanziaria e quella tecnica. Il mercato è nelle mani di Cristiano Giuntoli, il diesse, contratto in scadenza nel giugno del 2019, una sola intervista sin qui concessa, dopo la rocambolesca semifinale di Coppa Italia a Torino dell’anno scorso, e una presentazione ufficiale mai in calendario: le telecamere meglio tenerle spente. Il marketing è praticamente da sempre competenza di Alessandro Formisano, nell’organigramma l’head of operation, area nella quale sono finite altre iniziative: la creazione del calendario, l’allestimento di una mostra sulla storia del Napoli al Mann. Il Napoli è anche Edoardo De Laurentiis, il vicepresidente che “vive” la squadra, e Luigi De Laurentiis, il primogenito, niente incarichi ufficiali ma un impegno costante e iniziative in fase di sviluppo nel mondo delle app.
De Laurentiis/3 18 maggio 2018 «Serve una serie A con 16 squadre e un gran campionato europeo che sostituisca la Champions, con le migliori venti d’Europa» Durante un’intervista
De Laurentiis/2 4 luglio 2012 «Intorno al calcio ci sono tanti cafoni, aspettano di sapere quanto guadagni un calciatore. Nel cinema non ci interessa conoscere il cachet di Brad Pitt o Angelina Jolie» Durante un’intervista
De Laurentiis/1 27 luglio 2011 «Io me ne torno a fare il cinema Meglio lasciare il calcio, mi sono vergognato di essere italiano» A Milano, lasciando la Lega in motorino
«la fase Hollywood guarda all’Europa»
Freccero: «Manda
un messaggio chiaro Non gli basta l’Italia sfida la Juve anche
in Champions»
Carlo Freccero, una vita da massmediano, autore e dirigente televisivo, docente di arte e comunicazione, oggi nel cda della Rai: ci spieghi lei perché De Laurentiis anche nel calcio recita sempre e fa recitare gli altri.
«Perché è uomo di cinema, come Berlusconi era uomo di Tv. Usa un linguaggio diverso, registri diversi. La foto di lui e Ancelotti in posa alla James Bond è un meraviglioso cartellone pubblicitario e riporta immediatamente alla simbologia cinematografica. Questo, e l’ingaggio in sé di uno dei migliori allenatori del mondo, così a sorpresa, dà una scossa alla squadra, che ne aveva bisogno. Toglie di torno l’ombra di Sarri, al quale pure la città era molto legata. E lancia un messaggio chiaro».
Non siamo più disposti ad arrivare secondi.
«Esattamente. Va ancora oltre: è arrivato il momento dell’internazionalizzazione del Napoli. Parliamoci chiaro: la Serie A è in crisi, l’intero sistema calcistico europeo è alla vigilia di una trasformazione. In ogni campionato importante, compreso quello italiano, ci sono cinque, sei squadre al massimo di alto livello. La strada conduce a un vero campionato europeo per club. De Laurentiis si è portato avanti. Con la foto, con il saluto di Ancelotti in quattro lingue. Ciò che De Laurentiis ha mandato a dire è: ecco l’uomo con il quale vinceremo la Champions League e le coppe intercontinentali».
In realtà De Laurentiis ha organizzato show del genere sin dall’inizio della sua presidenza.
«Ma ora c’è un salto ulteriore. Il suo Napoli ha attraversato due fasi: la ricostruzione e il periodo romantico venato di malinconia in cui si è accreditato come seconda forza, sempre a un passo da un traguardo irraggiungibile. Adesso essere il mitico Poulidor, eterno secondo, non va bene. Soprattutto non va bene in Italia. Quella figura piace di più in Francia. De Laurentiis, uomo feroce, annuncia l’inizio della nuova fase, la conclusione della trilogia: il sogno hollywoodiano, probabilmente il lieto fine».
Era necessaria tanta spettacolarizzazione?
«Basta guardare l’attenzione che ha raccolto. Ha bucato la cortina soffocante delle vicende politiche. A De Laurentiis riescono questi colpi di magia, c’è poco da criticare».
Uno stile molto diverso da quello della Juve.
«Che è sabaudo, direi monarchico, basato sulla continuità. La Juve è già internazionale, mentre il Napoli – e non Napoli, che ha una sua riconoscibilità mondiale evidente – deve smuovere le acque. Per questo, forse, l’immagine un po’ proletaria, sia detto con rispetto, di Sarri non era più adeguata».
Il punto debole di questa costruzione qual è?
«Più che altro un’incognita: sono curioso di scoprire quale squadra verrà consegnata a un allenatore così intelligente e preparato. Ma io credo che Ancelotti abbia lasciato segni profondi neli grandi club in cui è stato. I campioni lo seguiranno volentieri».
fonte:corrieredellosport