La prossima setimana l’annuncio
Ma allora questo ct s’ha da fare o no? La risposta è affermativa («Fermarsi sarebbe un errore nell’errore» ha chiosato ieri notte Malagò all’Olimpico, riferendosi al nuovo caos Figc). L’uomo: Mancini. Preceduto dai sì pesanti (in questo momento di fibrillazione ancora di più) di Pirlo e Ambrosini al Club Italia. La nuova crisi politica “anomala” che ha investito la Federcalcio insomma non avrà conseguenze negative sulla questione Nazionale, aperta ormai da 6 mesi, nonostante all’interno degli autoconvocati ci sia una corrente che vorrebbe lo stop, in attesa del nuovo presidente Federale. Il candidato in pectore Abete però non la pensa così, e soprattutto sono decisi a chiudere la questione il commissario Fabbricini e il vice commissario Costacurta, entrambi in attesa dello sganciamento del tecnico di Jesi dallo Zenit, in atto in queste ore. TUTTI I Sì del mancio. Martedì sera, di rientro da Roma, Mancini, a cena a San Pietroburgo, ha incontrato nuovamente il presidente del club, Sergey Fursenko, a cui ha ribadito la volontà di lasciare lo Zenit per coronare il sogno della vita: allenare la Nazionale. Clima costruttivo. Ma sarà domani il giorno chiave (diciamo il prossimo weekend) dopo che oggi il tecnico sarà raggiunto in Russia dalla sua compagna, l’avvocato Silvia Fortini. Sarà lei a sedersi al tavolo con i colleghi dello Zenit per sciogliere il nodo contratto. In particolare il punto dirimente: la cosiddetta clausola reciproca, l’accordo che regola il rapporto tra le parti. In questo caso Mancini e Zenit non avevano fissato penali in caso di fine anticipata del contratto. Il tecnico intende rinunciare ai 12 milioni netti dei rimanenti due anni di contratto, senza alcuna buonuscita. In questo caso ci sarà da stabilire come liquidare i 900mila euro di contratto residuo (14 maggio-30 giugno). Ma anche questo aspetto pur cospicuo non sarà ragione di attrito da parte italiana. Insomma, davvero tutto per l’azzurro. Mancini, dopo il no di Ancelotti, è entrato da dieci giorni nell’ottica di accettare un contratto biennale da 2 milioni a stagione, con opzione per il biennio seguente, quello che porterà l’Italia al Mondiale, l’altro sogno manciniano. Anche per quanto riguarda lo staff, il neo ct sceglierà i suoi collaboratori in base al budget che gli offrirà la Federcalcio. Di più, oggettivamente, non potrebbe fare. Da parte sua resta la fiducia in una favorevole conclusione della trattativa. Lunedì sarà certamente a Roma. Se tutto sarà stato risolto tra una settimana sarà il nuovo ct. ROSSENERAZZURRi. Non solo Mancini, come si diceva. «Tutto procede, finché ci lasciano qui…». La battuta di Costacurta, sorridente pur accaldato in cima a una giornata cruciale in via Allegri, diretto all’Olimpico, rende bene il suo stato d’animo. Qualche ora prima, nella sede federale, aveva ricevuto gli antichi compagni milanisti Andrea Pirlo e Massimo Ambrosini non in vista della finale di Coppa Italia ma per offrir loro l’ingresso appunto nel club Italia. Circostanza confermata più tardi da Fabbricini allo stadio. I ruoli saranno di primo piano. Pirlo (in tribuna accanto a Lotito) ha appena detto no ad Ancelotti (che lo voleva nel suo prossimo club) per la Nazionale. E in questo momento ha “anticipato” Paolo Maldini, destinato alla stessa poltrona azzurra nei piani degli autoconvocati. Ambrosini invece è atteso dal ruolo di capodelegazione della Under 21, squadra strategica nel prossimo biennio tra Euro 2019 e qualificazione alle Olimpiadi del 2020. La prossima settimana in questo senso anche Gigi Di Biagio, una volta confrontatosi con Mancini, scioglierà le riserve sul suo futuro.
fonte:corrieredellosport