Vent’anni fa l’apoteosi Serie A: ora Salerno chiede soltanto di riprovarci con convinzione
Affondano i nostri sogni, emergono i nostri ricordi. Parafrasando una famosa coreografia curiosamente andata in scena proprio contro il Foggia, ai tifosi della Salernitana oggi non resta che affidarsi all’album dei ricordi al crepuscolo di un campionato che ha riservato poche soddisfazioni ai colori granata. Esattamente venti anni fa, al contrario, Rossilandia staccava il pass per la Serie A in un Arechi stracolmo anche oltre la propria capienza massima. Lo 0-0 contro il Venezia di Novellino sanciva l’aritmetica promozione della Salernitana in A al termine di una cavalcata entusiasmante. Gioia mitigata dalla tragedia di Sarno che impedì di godersi appieno una festa attesa per oltre 50 anni. Una squadra che vinceva ma soprattutto divertiva, imponendo un gioco spettacolare in giro per l’intero Stivale. E pensare che intorno a quel gruppo vigeva iniziale scetticismo, complice il clima di contestazione che si respirava in città a causa del precedente, deludente, campionato concluso con una salvezza stentata. Fu proprio quella la molla che fece scattare l’orgoglio dell’allora proprietà e la rabbia dei tifosi. Al termine di una contestazione pesante ma pacifica, Aliberti e la Curva Sud sancirono un patto di non belligeranza trovando convergenza intorno al nome di Delio Rossi. Una figura di garanzia che seppe riavvicinare management e zoccolo duro del tifo, distanti fino a quel momento anni luce. Il resto è storia nota, così com’è noto il presente. Corsi e ricorsi, cambiano le epoche ed i personaggi ma non le situazioni. Venti anni fa l’apoteosi, adesso Salerno chiede soltanto di riprovarci. Con convinzione, voglia ed ambizione.