Amalfi, seconda casa di Salvatore Quasimodo: oggi cinquant’anni dalla morte del poeta
Oggi ricorre mezzo secolo dalla morte del poeta, dopo un malore improvviso accusato ad Amalfi nel 1968
Oggi ricorrono i cinquant’anni della morte di Salvatore Quasimodo. Mezzo secolo fa, il poeta siciliano si trovava ad Amalfi, quando venne colpito da un ictus. La salute dell’anziano Quasimodo era già precaria dopo i tanti viaggi che portavano il Premio Nobel per il mondo, ed il suo cuore affaticato smise di battere a bordo dell’auto che lo stava trasportando all’ospedale di Napoli.
Il poeta, massimo esponente dell’ermetismo ebbe in Milano la stessa sepoltura dell’Alessandro Manzoni, ma Salvatore Quasimodo siciliano di Modica e orgogliosamente meridionale, sposò Amalfi come sua seconda casa divenuta il suo “giardino”.
QUI E’ IL GIARDINO
CHE CERCHIAMO SEMPRE E
INUTILMENTE DOPO IL LUOGHI PERFETTI DELL’INFANZIA.
UNA MEMORIA CHE AVVIENE TANGIBILE SOPRA GLI ABISSI DEL MARE,
SOSPESA SULLE FOGLIE DEGLI ARANCI E DEI CEDRI
SONTUOSI NEGLI ORTI PENSILI DEI CONVENTI.
Quasimodo ad Amalfi ritrovava la sua Sicilia, nei luoghi e nei profumi che gli ricordavano l’infanzia, quella terra che con la Costa d’Amalfi condivide i tratti saraceni. Nel dicembre del 1968, il poeta salernitano Alfonso Gatto omaggiò la città dell’Antica Repubblica Marinara con un pensiero al suo “maestro”. Oggi, con la letteratura meridionale che vive nell’oblio e all’ombra dei discutibili programmi scolastici, dobbiamo ricordare con orgoglio tale imponente personalità che ha tratto ispirazione per le sue opere nella Divina.