Penisola Sorrentina, la revoca del divieto di balneazione

22 giugno 2018 | 14:58
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Penisola Sorrentina, la revoca del divieto di balneazione

In precedenza fu indetto il divieto di balneazione in quanto dai test effettuati sulle acque marine in Penisola Sorrentina, inerenti alla zona di Bagni di Scraio di Vico Equense e alla spiaggia del “Purgatorio” di Meta Di Sorrento, fu messa in evidenza la presenza di batteri fecali oltre i limiti consentiti dalla legge.

Questa mattina, il sindaco di Vico Equense dal 21 Giugno 2016, Andrea Buonocore, ha ritirato il divieto di balneazione poichè i valori sono rientrati nella norma. A Meta di Sorrento, invece, la situazione rimane ancora critica: i tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale hanno constatato la presenza di batteri nocivi come gli “enterococchi intestinali” e lo “escherochia coli”, batterio responsabile in gran parte delle infezioni urinarie. Da qui la decisione del sindaco di Meta, Giuseppe Tito, di far permanere il divieto balneare.

La revoca dell’ordinanza coinvolge anche altri due luoghi sotto stretta sorveglianza: Scutolo(Meta) e Punta San Francesco(Sant’Agnello) dove vi era una situazione fuori dalle regole.

Mercoledì scorso, 20 giugno, in seguito ai fenomeni intensi abbattutisi sulla Penisola Sorrentina, c’è stato nuovamente uno sversamento in mare. I controlli sono stati effettuati il giorno prima, martedì 19 giugno, e probabilmente se fossero stati effettuati il giorno successivo non ci sarebbe stata alcuna revoca da parte dell’amministrazione locale.

Riportiamo di seguito le dichiarazioni di Laura Cuomo, fondatrice de “La Grande Onda”, osservatorio civico indipendente sullo stato delle acque:

“Sui divieti dico che in questo anno, dall’entrata in funzione del depuratore, ci si è crogiolati troppo sugli allori e si è perso del tempo prezioso. Tempo che bisognava utilizzare per lavorare sulla separazione delle reti di acque bianche e acque nere. E se questi interventi non fossero possibili, perchè in qualche modo strutturalmente irrealizzabili, i Comuni insieme alla Regione e Gori devono trovare un’altra soluzione. Più volte ho sentito parlare di condotte sottomarine. Se questa è l’unica via percorribile, ovvero prevista dalle normative vigenti in materia e se parliamo di condotte che ovviamente scarichino a profondità elevate (tali da distruggere la carica batterica dei reflui immessi), lontano dalla costa e che entrino in funzione solo in casi eccezionali, si facciano!”.