Progetto Scala la vittoria col sorriso di Ferrigno, il nervosismo di Mansi
Scala, Costiera amalfitana. Gli attacchini della lista avversa che aggiustano i manifesti avversari invece di nasconderli o stracciarli come fanno altri, e lo fanno col sorriso, è forse l’emblema di questa campagna elettorale della Città più Antica della Costa d’ Amalfi , basta questo , in un contesto poco social e poco comunicativo, rispetto a tutte le altre realtà circostanti, a decretare la vittoria col sorriso di Ferrigno.
La “Divina” è indolente e, sopratutto nei piccoli comuni, è incapace di cambiare e migliorare. Oramai ci siamo abituati, gli autobus che provocano il traffico sono storia di un quarto di secolo, i depuratori che mancano a Maiori e Praiano, idem, la mancanza di una visione unitaria lo stesso, come Scala che vive di luce riflesso di Ravello e di Amalfi è evidente sotto gli occhi di tutti.
Luigi Mansi si appresta a diventare per la terza volta consecutiva sindaco, ed è da oltre venti anni che nessuno in Costiera fra la tripletta, per la legge che ne faceva divieto, divieto ora tolto ai piccoli comuni, o per scelta e per accordi politi a Cetara con Secondo Squizzato.
Antonio Ferrigno sta portando una ventata di novità nella Città del Castagno, una squadra di professionisti preparati e illuminati capaci di poter cambiare e adeguarsi ai tempi moderni con preparazione. Ferrigno ha nel dna la politica e avrebbe vinto senza questa deroga di legge, difficile che Scala cambi “Scala che cambia”, un lista che nel nome ha poco di vero visto che sono gli stessi di prima.
Questione di numeri si dirà, Mansi ha una lista di dieci persone, Ferrigno di sette, qualcuno è venuto meno, oppure è stato convinto a non candidarsi. Molto a Scala succede nel periodo “pre elettorale”, prima di formare la lista, opere di convincimento a non candidarsi, dirette o indirette, oppure “spaccamenti” delle liste, come si dice in gergo, insomma si fa di tutto o di più per smontare l’opposizione prima ancora di presentarsi , per questo, forse, Ferrigno ed i suoi hanno come slogan “Il coraggio di candidarsi”
Un paese indolente e silente come pochi, la gente non parla, non sappiamo se per paura o per abitudine. Ci sono comuni che non vogliono cambiare, se Raffaele Ferraioli campasse 150 anni mia figlia se lo ritroverà ancora sindaco di Furore, indem per Gaetano Frate a Conca dei Marini e succederà lo stesso a Scala. C’è poco da dire “Scala che cambia”, se sono gli stessi di sempre.
Con questo non diciamo che Luigi Mansi sia il male e Antonio Ferrigno il bene. Mansi ha amministrato per dieci anni ed è diventato anche presidente della Comunità Montana, ha fatto le sue cose , come tutti, nel bene e nel male, Ferrigno dobbiamo vederlo all’opera o lo vedremo. Ma la Città non sembra quasi entrata in campagna elettorale, la gente non parla, i commenti sui social network non si vedono, il dibattito non si crea neanche su Facebook, caso più unico che raro
Diciamo che a Scala, bellissimo comune con straordinarie risorse naturalistiche, sembra essere indolente rispetto alla dirimpettaia Ravello. Se si leggono i manifesti che si scambiano Di Martino e Vuilleumier sembra che la campagna elettorale si svolga nella Città della Musica e non a Scala dove si va a votare fra meno di una settimana.
Luigi Mansi dunque avrebbe la vittoria in pugno, non ci dovrebbe essere storia, “Scala che cambia” non cambia amministrazione facendoli continuare a governare per 15 anni e oltre ancora forse, eppure lui e i suoi sono stranamente nervosi. Mentre Antonio Ferrigno e i suoi di Progetto Scala , intanto, hanno vinto col sorriso. Tutto può succedere nel segreto delle urne, staremo a vedere