Sorrento, le Associazioni sollecitano i Ministeri circa la concessione “sub condizione”, varata dal Comune.
Un discutibile artifizio, non previsto da nessuna norma di legge o regolamento ma che sembrerebbe essere diventato ormai prassi al Comune di Sorrento. Dopo una serie di inascoltate segnalazioni, sia alle Autorità preposte che alla Magistratura, nell’ evitare un preoccupante precedente, l’intera vicenda viene sottoposta all’attenzione dei Ministeri della Giustizia e della Pubblica Amministrazione.
Sorrento – Non sono bastate finora una serie di sollecitazioni agli Uffici comunali preposti e finanche all’ Autorità Giudiziaria, da parte delle Associazioni contro le illegalità, affinché si rivedesse quel meccanismo alquanto anomalo e discutibile di continuare a rilasciare le concessioni per l’occupazione di suolo pubblico a varie attività commerciali. Sebbene queste ultime presentassero delle illegittimità,rappresentate dalla evidente presenza di abusi edilizi, come strutture, talvolta anche fisse, impiantate sul suolo pubblico (avuto in precedenza in concessione) e rilevati finanche dalla Polizia Municipale ( e quindi a conoscenza degli uffici comunali preposti). Ciò nonostante si è continuato a mettere in pratica quello che a tutti gli effetti viene considerata una vera prassi del tutto illegittima, ossia la concessione “sub condizione”.
Negli ultimi tempi, a seguito di maggiori controlli da parte dell’Ufficio Antiabusivismo(sollecitati sempre dalla Associazioni a seguito di segnalazioni di molti imprenditori onesti e perbene) sono venuti fuori una serie di illeciti sia all’interno che all’esterno di varie attività commerciali. Abusi che secondo norma non avrebbero dovuto permettere il rilascio della concessione per l’occupazione di suolo pubblico e finanche il prosieguo dell’attività. Ebbene di fronte a tali palesi illegittimità , oltre ad una ormai atavica inerzia nel prendere determinate iniziative atte al rispetto delle regole, gli Uffici comunali hanno proposto la “concessione sub condizione”. Ossia l’opportunità per molti imprenditori, pur di aggirare l’ostacolo, e pur sapendo di non poterlo ottenere in maniera favorevole, di chiedere ,alla Soprintendenza di Napoli, il parere paesaggistico per poter ottenere la sanatoria di quanto realizzato abusivamente. In modo tale che , il Dirigente delle Attività Produttive del Comune di Sorrento,Dott.Donato Sarno, avvalendosi del parere “sub condizione”, espresso dall’Arch. Daniele De Stefano,Responsabile dell’Ufficio Antiabusivismo(da non intendere come “ Nulla Osta” urbanistico), procedesse al rilascio delle concessioni richieste dai titolari interessati. Ovvero in attesa che arrivi il parere paesaggistico della Soprintendenza (sebbene a priori già negativo ed in alcuni casinon risulta specificata neanche quale sia la condizione che dovrebbe essere rimossa) si permette di continuare ad occupare, con evidenti abusi il suolo pubblico. Una prassi, a tutti gli effetti, illegittima, non prevista da nessuna norma di legge,nè tanto meno dallo stesso Regolamento OSAP(Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche).
Quindi,nient’altro che un artifizio varato dagli Uffici comunali, che si presenta come un modo alquanto spicciolo di aggirare leggi e regolamenti. Con il risultato che tali attività continuano ad occupare con le loro, talvolta invadenti ,strutture, porzioni di suolo pubblico. Sottraendolo perennemente all’uso pubblico, ossia alla comunità sorrentina. La quale, senza ottenere alcun beneficio, deve sottostare a tali discutibili iniziative da parte del Comune e talvolta finanche l’arroganza dei titolari. I quali, “spalleggiati”da coloro che altresì dovrebbero applicare in modo rigoroso le regole , figurano come dei veri e propri detentori di tali spazi.
Un comportamento che continua ad alimentare proteste e malumori e che le Associazioni, in mancanza di una adeguata e concreta Opposizione in Consiglio Comunale, già da tempo avevano segnalato alla Procura della Repubblica e nel contempo diffidati sia il Dirigente alle Attività Produttive che la Segretaria Comunale (Responsabile Anticorruzione) affinché venisse escluso ogni dubbio sulla illegittimità circa una serie di concessioni rilasciate in assenza del parere dell’Ufficio Antiabusivismo. In mancanza del quale tali locali erano da considerarsi non in regola con le norme paesaggistiche ed urbanistiche. Purtroppo, come spesso successo in passato ,anche in tale occasione dal Comune non si è rilevata alcuna azione in proposito e si è continuato a proseguire nella stessa direzione ,avvallando la concessione sub condizione. Nel ricordare che dal Piano Triennale(2018-2020)approvato dalla Giunta Municipale, si evince che spetta al Responsabile Anticorruzione (Segretaria comunale), verificare l’efficacia del attuazione del Piano anticorruzione da parte dei dirigenti ed indicare i nominativi dei dipendenti che non attuano correttamente misure di prevenzione della corruzione e della trasparenza(comma 7 dell’Art. 1 – Legge 190/2012). Dato che proprio l’occupazione di suolo pubblico è inserito in tale Piano, tra i possibili eventi a rischio corruzione, le Associazioni, visto le precedenti ed inascoltate sollecitazioni agli Uffici comunali preposti ed il loro anomalo metodo di applicare il rispetto delle regole, nel coinvolgere ancora una volta l’Autorità Giudiziaria (evidenziando l’Art.328 C.P.- Rifiuto Atti di Atti d’Ufficio – Omissioni) sono state costrette a sottoporre l’intera vicenda all’Autorità Nazionale Anticorruzione(ANAC) e finanche direttamente ai Ministeri della Giustizia e della Pubblica Amministrazione. L’occupazione abusiva di suolo pubblico, come in altre località turistiche del Paese, si rivela essere ancora una volta una grossa piaga anche per la Città ed il territorio di Sorrento. Una problematica per la quale le Associazioni contro le illegalità da tempo si stanno battendo. Affinché disparità tra coloro che ancora credono nelle Istituzioni, rispettando leggi e regolamenti, e radicate situazioni di illegalità ed eventuale corruzione, siano finalmente debellate. Quello che tuttavia rimane un evidente elemento di sconcerto è di come le Autorità e gli Uffici comunali preposti, come in tante altre situazioni, continuino in modo anomalo e sistematico ad ostacolare, aggirando o ritardando l’applicazione delle norme, tale processo di legalità. Per il quale i loro Responsabili sono abbondantemente remunerati con i soldi della comunità. – 08 giugno 2018 – salvatorecaccaviello