Un valido vademecum del pediatra dott. Carlo Alfaro sui traumi dentari in età infantile
“Toglimi il pane, se vuoi, l’aria, la luce, la primavera, ma il tuo sorriso mai, perché io ne morrei”, scrisse il grande Pablo Neruda. Il sorriso parla della nostra anima. Quello dei bambini, poi, è una delle cose più preziose dell’universo. Questo è uno dei motivi per i quali i traumi dei denti ci preoccupano tanto ed è bene essere informati al meglio su come prevenirli e trattarli. Il Ministero della Salute ha pubblicato a febbraio 2018 le “Linee guida nazionali per la prevenzione e la gestione clinica dei traumi dentali negli individui in età evolutiva”, un documento che costituisce l’aggiornamento di quelle già pubblicate nel novembre 2012. I traumi dentali nei bambini e adolescenti sono in aumento, in rapporto alla diffusione di attività ludico-sportive e dell’uso di veicoli motorizzati, oltre che per casi di morsi di cani, maltrattamento/abuso, auto-lesionismo. I traumi dentari possono portare dolore, perdita di funzioni masticatorie e fonetiche, problemi estetici, conseguenze psicologiche. Il corretto inquadramento e trattamento del trauma sin dal primo momento è fondamentale per la miglior guarigione possibile. Gli eventi traumatici possono verificarsi in ambiente domestico (scale, pavimento bagnato, spigoli appuntiti, presenza di ostacoli; tra i piccolissimi, sono più a rischio bambini che usano girello e succhiotti ad anello rigido), scolastico (abitudine a mordere la penna, a mettere in bocca oggetti di cancelleria, litigi, giochi violenti), sportivo (urti, gomitate, cadute, scontri con altri giocatori), durante il tempo libero (bicicletta, parchi e boschi, spiaggia, pattini a rotelle, skateboard, monopattino, altalene, piscine), luoghi pubblici (piani sdrucciolevoli, lavori in corso, strade sconnesse, incidenti stradali). Negli individui con bocca semi-aperta (adenoidi ipertrofiche) o, soprattutto, protrusioni dentarie, come i bambini che hanno l’abitudine di succhiare il pollice o il ciuccio (suzione non nutritiva) e malocclusioni (alterazioni della chiusura delle arcate dentali) è più frequente, in caso di caduta frontale, l’evenienza di traumi dentari. Pertanto ha valore preventivo disincentivare la suzione non nutritiva dopo i 2 anni (per interromperla entro l’anno successivo) e informare i genitori con bambini con eccessivo “overjet” (distanza tra incisivi superiori e inferiori) del maggior rischio di trauma dentario e dell’importanza di ricorrere a visite specialistiche odontoiatriche al fine di correzione del difetto. Durante attività a rischio di traumi, è utile consigliare preventivamente l’uso di caschi, paradenti e/o maschere facciali. In caso di traumi dentari è necessario pulire la parte da eventuali residui ematici e valutare attentamente l’entità del danno riportato: tipo di dente coinvolto, eventuali fratture, mobilità (lussazione), intrusione (il dente si presenta più corto perché risalito nell’alveolo), estrusione (il dente appare più lungo perché parzialmente fuoriuscito dall’alveolo), avulsione (completa fuoriuscita), possibilità̀ di recuperare il frammento di dente o il dente intero. Un dente avulso ha buone probabilità di essere re-impiantato se è rimasto per un massimo di 2-3 ore in ambiente liquido (soluzione fisiologica, latte o saliva). Secondo gli studi, il 73% dei denti avulsi, reimpiantati entro cinque minuti, ha come esito la guarigione, mentre se il dente rimane a secco più di 10 minuti, tale percentuale scende al 50%. Pertanto si raccomanda di conservare immediatamente il dente o frammento/i in una soluzione liquida (latte, fisiologica, saliva) fino alla consegna al personale competente. Se non sono disponibili né latte né soluzione fisiologica, il dente può essere conservato nella stessa bocca del paziente a livello del fornice gengivale, stando attenti a che non venga ingoiato. Il reimpianto è consigliato in caso di avulsione di un dente permanente, mentre è sconsigliato per i denti decidui. Il trattamento e il follow-up delle lesioni dentali è sempre di competenza dell’odontoiatra, per cui deve essere disposto quanto prima un intervento specialistico. Tutti i traumi dei denti permanenti – e quelli dei decidui solo in caso di avulsione senza reperimento del dente o di lussazione intrusiva- vanno valutati con radiografia endorale. Inoltre va sempre osservata la funzione mandibolare (ridotta apertura, deviazioni, malocclusioni post-traumatiche, dolore esacerbato dai movimenti mandibolari) per timore di una frattura dell’articolazione temporo-mandibolare o dei mascellari, da verificare radiologicamente (ortopantomografia, TAC). La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale ha elaborato per famiglie e bambini le “7 regole d’oro” contro i traumi dentari: 1) non salire sull’altalena se non è ferma, mai saltarci sopra mentre è in movimento; 2) non usare roller/monopattino/skateboard/sci senza un’efficace protezione dentale; 3) non correre tra i banchi della classe perché gli spigoli sono a rischio di brutte cadute; 4) non mordere matite o penne, mai mettere in bocca nemmeno degli oggetti; 5) non spingere i compagni durante il gioco, mai dare nemmeno gomitate, sgambetti, urti; 6) non colpire i denti dei compagni, mai con nessun oggetto e in nessun modo; 7) massima attenzione nel proteggere i denti sempre, i tuoi come quelli di fratelli, amici. Dopo il trauma, i denti del bambino vanno spazzolati dopo ogni pasto con uno spazzolino morbido ed è buona norma applicare, sulle parti traumatizzate, con una garza, gel alla clorexidina (0,1%), due volte al giorno per una settimana, al fine di evitare l’accumulo di placca e residui alimentari. Si raccomanda, inoltre, una dieta soffice per 10 – 14 giorni e, nei bambini più piccoli, limitare l’uso del ciuccio. Tanta attenzione, dunque, perché è ricordiamoci che “un giorno senza un sorriso è un giorno perso”, diceva Charlie Chaplin. E comunque, se il sorriso viene dal cuore, è bello anche coi denti rotti.
(Carlo Alfaro)