De Laurentiis – è un Napoli competitivo

Napoli-Gozzano Come vedere la partita

Tutti i modi per seguire l’esordio stagionale del nuovo Napoli di Carlo Ancelotti contro la squadra piemontese che militerà nel prossimo campionato di Serie C

Il calcio di inizio è fissato per le 17,30.

Il match sarà visibile in diretta per tutti gli abbonati a Sky Sport sul canale 208 e su Premium Sport per tutti gli abbonati a Mediaset Premium.

E’ già l’ora (e mezza) del pallone, perché nel nuovo calcio sono cambiati i metodi e si procede diversamente, andando subito al dunque, dando ad una partita quel valore allenante che in passato non aveva. Palla al centro, ore 17.30 (Sky Sport Serie A e Premium Sport) e debutta il Napoli di Ancelotti: lo fa contro il Gozzano, neopromosso in serie C, e lo fa a cinque giorni dall’arrivo nel ritiro di Val di Sole; lo fa anche dopo una mattinata faticosa (seduta dura), ma all’indomani del primo riposino (ieri pomeriggio, tutti liberi). Sulla formazione, inutile favoleggiare, verrà poi il tempo delle pretattiche e delle gerarchie. Per ora, il Napoli vuole capire Ancelotti e viceversa.

Il bello del calcio è in quegli sguardi perduti, di grandi e piccini, che divorano con gli occhi il palco, inseguendo il sogno; è nelle emozioni vibranti d’un teatro trasformato in un piccolissimo stadio; è nelle espressioni gioiose di fanciulle che a Insigne, tremante, trovano la forza di sussurrarglielo dinnanzi a una platea estasiata: «Io sono innamorata di te». Il bello del calcio, quando il pallone è fermo, è in quel festival popolare che a Dimaro-Folgarida va in scena ogni anno e contiene in sé la verità assoluta d’una passione, espressa con fierezza o persino con l’ingordigia (i top player…i top player) che va riconosciuta a chi vuol concedersi, ragionando di pancia, un lusso sfrenato. Il bello del calcio, mentre De Laurentiis, Ancelotti e Insigne sono sul palco, è nella naturalezza di chi ad un allenatore pone un interrogativo che pare vitale («ma lei di quanto tempo ha bisogno per farsi apprezzare») e che poi, con gli occhi luccicanti, s’appaga di quella leggerezza «diretta» di chi va di fretta «perché voglio essere apprezzato da subito: so cosa v’aspettate le ragioni per cui io sono qui consentono di credere in noi. Questa è una società di cui conosco il valore, con giocatori di altra qualità, c’è un progetto interessante e innovativo e poi c’è la vostra fede».

E c’è un orizzonte nel quale, saranno stati in mille, vorrebbero attraversare ancora, arrivando sino al Palazzo che Insigne ancora intravede sgretolarsi dinnanzi a sé. «Forse quella sera, a Firenze, la partita in tv ci ha tolto qualcosa. Ma abbiamo imparato e non guarderemo più le gare di nostre concorrenti in televisione». E’ una ferita aperta per De Laurentiis: «L’ anno scorso ci hanno scippato lo scudetto, il campionato è stato falsato: noi apparteniano a quella che Totò chiamava la banda degli onesti». Il bello di Ancelotti, in quella Folgarida tinteggiata d’azzurro, è il senso pieno dell’ironia, quando si riparla dei motivi di quel ventinove aprile: «E voi vorreste sapere da me se può succedere, da me che stavo vincendo 3-0 una finale di Champions alla fine del primo tempo e poi in sei minuti….». Applausi. E sorrisi.

QUEL BIMBO TIFOSO. Ma è poi bellissimo Mattia – quanti anni avrà avuto? dieci? – che ad Ancelotti chiede, con voce tremolante: «ma lei, ieri, mister, ha provato la difesa sui calci d’angolo…tre a uomo e cinque a zona…». E Ancelotti, con quell’aria da zio complice: «Che dici, Mattia, secondo te va bene?». E’ un clima festoso, che De Laurentiis coglie e amplifica: «Create ora, subito, un caposquadra tra i genitori: e domani indicatemi cento bambini che andranno portati in campo». Il calcio (come la vita) è bello senza finzioni, nella limpidezza delle proprie idee e a chi «rimprovera» Ancelotti di essere «aziendalista» si può replicare, in sincerità che «vero, lo sono e un allenatore deve esserlo. Conosco il mio club, le sue qualità e so anche che non ha il fatturato di Bayern e Real Madrid, ad esempio, e ragiono con De Laurentiis di comune accordo. Ma noi siamo competitivi».
Fonte:corrieredellosport

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