Il piano della Juve -Cosi prendiamo Ronaldo

12 Trofei internazionali di Cristiano: oltre alle 5 Champions, 4 Coppe del Mondo club, 2 Supercoppe Uefa e l’Europeo 2016 col Portogallo

56 Milioni di stipendi La Juve recupererebbe 45 milioni lordi in tre anni dalla cessione di Higuain, gli altri da Rugani.

100 Milioni di cartellini Dalle cessioni di Higuain e Rugani la Juve conta di portare in cassa 100 milioni di euro, realizzando una ricca plusvalenza.

in bianconero Cristiano Ronaldo è già diventato una statua del presepe, nell’interpretazione dell’artista napoletano Genny Di Virgilio

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Ristorante Oscar, Livorno, quartiere dell’Ardenza, casa di Allegri. E’ il 13 giugno, Max racconta ai giornalisti il suo “no” al Real Madrid e a rileggere tutto adesso l’interpretazione cambia, diciamo che si arricchisce…
Primo punto: la panchina di Madrid. Dice Allegri: «Non sono andato al Real perché avevo dato la mia parola ad Agnelli e mi sembrava irrispettoso nei suoi confronti. Così ho chiamato Florentino Perez, l’ho ringraziato per l’offerta e gli ho spiegato perché non potevo accettarla».
Secondo punto: Cristiano Ronaldo e la Champions. Ancora Max: «Questa coppa non è un’ossessione per la Juventus. Nelle ultime 10 stagioni ne hanno vinte una a testa Inter, Chelsea e Bayern Monaco, poi 3 il Barcellona e 4 il Real perché hanno Messi e Ronaldo. I quali, a loro volta, si sono divisi gli ultimi 12 titoli di capocannoniere della Champions. Non solo, si sono divisi anche gli ultimi 10 Palloni d’Oro. Quest’anno Messi ha fatto solo 6 gol e il Barcellona è uscito. Finché ci sono loro, vince il Real o vince il Barcellona».
Allora, primo punto: o Allegri è un mago e, non sapendo niente, davvero non ha accettato il Real solo per rispetto nei confronti di Agnelli e della parola data, oppure sapeva che Cristiano avrebbe lasciato Madrid e allora fra le motivazioni al no c’era anche l’addio del più grande giocatore del mondo (insieme a Messi). Secondo punto: se la Champions, come dice Max rifacendosi a dati oggettivi, va alla squadra di Ronaldo o a quella di Messi, il prossimo anno la finale sarà Juventus-Barcellona?

Qualcuno sussurra che la pazza idea sia venuta in uno dei primi pomeriggi afosi milanesi di metà giugno, tre settimane fa, mentre partiva uno dei tanti fax destinazione Valencia, per la trattativa Cancelo: agente del portoghese, Jorge Mendes. Già, lui, lo stesso di… Di solito le pazze idee vengono a Fabio Paratici, il direttore sportivo della Juventus. E proviamo a immaginare che dopo averla pensata la avrà detta a Beppe Marotta come si fa per dirne una folle, al limite tra il desiderio, la suggestione, l’impossibile. Perché Paratici è un osservatore sottile e quella frase «è stato bello giocare per il Real Madrid» digrignata dal Cristiano dopo Kiev, con un’altra Champions in bacheca, il ds della Juve non l’ha sentita come una provocazione. In pancia gli è arrivato come uno spiraglio d’addio: ma allora, a maggio, non era proprio niente. Il resto lo ha fatto la Juve, la squadra, intesa stavolta come la società. Un ragionamento collettivo, uno sforzo collettivo, con il sogno e la follia che andavano in dissolvenza e pezzi di CR7 che diventavano metri in meno per provare ad agguantarlo senza correre il rischio che ad occhi aperti il sogno finisse e lui, Cristiano, svanisse via. Uno che sondava Mendes, uno che scavava nella sensazioni di Ronaldo. LA SVOLTA E I NUMERI. Sono stati i giorni in cui la Juve ha capito che se un passo andava fatto, quello era il Passo con la p maiuscola. Non altro. Lui. Perché se sei la Juve e vuoi quella Coppa è lui che devi prendere. E allora è entrato in scena l’altro lui: il presidente. Andrea Agnelli ha ascoltato le convinzioni di Marotta, che in quel guizzo ha cominciato a costruire i numeri e ci ha messo le sue relazioni internazionali, ha ragionato con Nedved, maturando le mosse da fare per vedere se si potesse uscire dalla prigionia del sogno. Si è messo in regia, il suo posto: Higuain lo aveva voluto lui. E su Cristiano si comincia a ragionare perché lui trova la strada. Qualche pranzo e qualche telefonata, con John Elkann, la Famiglia in riflessione, l’intervento chiave della Exor per la montagna più alta, l’ingaggio da 30 milioni a stagione (netti, sono 21 al Real), che la holding della società bianconerà coprirà per una porzione superiore al 50 per cento. Poi c’è la questione del cartellino e quell’accordo che, in caso fosse CR7 a chiedere di andare, normalizza la clausola da un miliardo a 100-120 milioni. E li intervengono le cessioni, due soprattutto, quelle di Higuain e Rugani al Chelsea: affare da 100 milioni e due belle plusvalenze, con 56 milioni lordi di stipendi recuperati.

INDOTTI. Così il gioco (chiamalo gioco…) sarebbe fatto: poi c’è tutto quello che arriva dagli abbonamenti (già aumentati con tanto di proteste), da un merchandising difficile da quantificare: certo che i ricavi commerciali, dagli attuali 120 milioni, meno della metà rispetto ai 281 del Real, quasi un terzo paragonati ai 320 dello United, sbalzerebbero verso l’alto. Ma dalla Juve hanno fatto pervenire allo sponsor tecnico un ordine di maglie 7-8 volte superiore alle stagioni precedenti. In questo gioco sempre meno sogno e sempre più realtà si è diffusa anche la voce di un contratto Ferrari (CR7 le ama, sì) per 20 milioni l’anno come testimonial. Dal Cavallino si sono affrettati a bollarla come una cosa non vera. Ma ora CR7 sembra vero, sempre più vero.

Il presidente ha incontrato il tecnico in un luogo segreto

La febbre Ronaldo è alle stelle. Cristiano viene ormai regolarmente avvistato in mille parti della città e non solo. E’ già CR7 mania.

SUMMIT. La giornata di ieri è stata frenetica e ricca di avvenimenti tra Torino, Milano e Madrid. All’ora di pranzo al cancello della sede della Continassa si è presentato il presidente Andrea Agnelli al volante della sua Maserati. Era reduce da un summit con Massimiliano Allegri che si era svolto lontano da occhi indiscreti, in un luogo mantenuto segreto. L’appuntamento è stato definito «di routine» e non ci sarebbe nulla di strano in un incontro tra il massimo dirigente bianconero e il tecnico, specie in epoca di mercato. Se non fosse che il vertice sarebbe stato convocato in tutta fretta, con Max in arrivo da Trieste dove si trovava in vacanza. E non è altrettanto casuale che tutto sia avvenuto proprio nelle ore decisive per l’acquisto di Ronaldo. Viene naturale così pensare che il piatto forte della chiacchierata sia stato proprio il portoghese, ma anche delle eventuali cessioni che servirebbero per finanziare il grande acquisto. Questo aspetto sarebbe stato approfondito successivamente dall’amministratore delegato, Beppe Marotta, che ha raggiunto nel primo pomeriggio a Milano il direttore sportivo, Fabio Paratici. E il primo indiziato a lasciare la Juve potrebbe essere proprio Gonzalo Higuain, il colpo di teatro di due anni fa dei bianconeri. Nella ridda di voci che ci sono susseguite per tutta la giornata, c’è stata anche l’indiscrezione di un viaggio a Madrid della coppia Marotta-Paratici. Indiscrezione smentita, visto che i due hanno continuato a lavorare a Milano.

QUANDO? La domanda più gettonata è questa: quando sbarcherà Cristiano a Torino? Anche per rispondere a tale quesito sono emerse le voci più disparate e, spesso, fantasiose. Ecco un riassunto delle più credibili, anche se non confermate. C’è chi ha accelerato parlando di un arrivo imminente, velocissimo di Ronaldo: già oggi pomeriggio il fenomeno sarebbe atteso in città per le visite mediche. C’è chi invece indica in domani il giorno giusto per l’arrivo. E sarebbe una suggestione all’insegna del numero 7. Domani è il 7 luglio, 7/7. Cristiano veste la maglia numero 7 e la Juve ha appena vinto lo scudetto consecutivo numero 7. C’è anche l’ipotesi, forse quella più fondata e che consentirebbe di organizzare lo sbarco del fenomeno con più calma, con un possibile show allo Stadium, e porta a sabato 14 luglio. Si vedrà. Intanto la febbre Ronaldo è salita a livelli difficili da controllare. La storia sta per essere riscritta.

fonte:corrieredellosport

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