Prevenzione incendi in Costiera! Alcune proposte! Parla Giuseppe Civale

Apprendo dal Suo giornale che si intende organizzare un tavolo tecnico a Cava, dove si metteranno “a fuoco” alcune misure preventive per combattere questo fenomeno che si ripete ormai danni quasi ad intermittenza programmata. La notizia mi offre l’occasione per esprimere al riguardo alcune proposte sulla base di dati strettamente tecnici e di elementi concreti a livello operativo. Per brevità non mi concentro sulle cause scatenanti di molteplice natura, ma mi limito ad enunciare alternative “a fuoco fatto”. Le alternative sono tre!
1) Monitoraggio a mezzo droni (teleavvistamento)
La segnalazione degli incendi avviene principalmente da terra; sulla base di questi dati si decide l’impiego del Canadair, di cui una sola ora di volo costa circa 4.000 euro. I droni invece potrebbero pattugliare quotidianamente le aree a rischio, negli orari “caldi”. In questo modo un eventuale incendio verrebbe individuato sul nascere, mentre la telecamera sul drone potrebbe trasferire immediatamente alla sala operativa le immagini dell’incendio, consentendo di valutare se sia piú o meno appropriato l’intervento del Canadair. I costi del drone vanno da 8.000 a 20.000 euro. Per giunta lo stesso drone potrebbe essere messo a disposizione di più enti di tutela, anche per il controllo del dissesto idrogeologico, del bracconaggio, degli abusi edilizi e per la sicurezza in generale. Dove reperire i fondi? Rilevo da fonti affidabili che la Regione Campania ha stanziato l’anno scorso per le manifestazioni estive, solo in Costiera, circa € 650.000. Perché non depistare parte di tali fondi sull’acquisto di drone? Perché non utilizzare ciò che resta per le opere di rimboscamento delle aree colpite?
2) Monitoraggio satellitare
Per i palati più fini esiste il monitoraggio satellitare effettuato a mezzo di un algoritmo di rilevamento basato su immagini satellitari acquisite dal satellite geostazionario MSG e trasmesse con tecniche Google Earth (per maggiori dettagli consultare il web TELETRON Euroricerche). Ammetto che si tratta di una tecnica oltremodo sofisticata, tuttavia per motivi di completezza non volevo tralasciare di menzionare questa alternativa.
3) Istituzione di una ricompensa/taglia
Lo strumento della ricompensa o taglia da € 5.000,– a € 10.000,– per chi fornisce indicazioni utili all’individuazione del responsabile o dei responsabili della bravata è concepito per vincere eventuali resistenze omertose e, ovviamente, velocizzare le indagini. Anticipo le grida di dolore provenienti dagli spiriti irrimediabilmente libertari, presunti paladini della cosiddetta democrazia. Da parte mia confermo semplicemente che tale metodo viene praticato anche nei Paesi più civili (Olanda, Austria, Germania), ossia laddove la criminalità viene affrontata con mezzi più adeguati, dove il ricorso alla dialettica spicciola viene ritenuto ridicolo e dove la tutela del cittadino e dell’ambiente costituisce una priorità assoluta. Conosco benissimo le squisitezze della politica italiana, che impone addirittura l’obbligo di identificare l’autore della segnalazione anonima, raccogliendone le generalità e facendogli firmare l’atto stesso. Non si può chiedere alle forze dell’ordine di mantenere la segretezza e l’anonimato del denunciante o del querelante.
Si badi che le aree distrutte dagli incendi devono essere destinate solo ed esclusivamente al rimboscamento senza limitazioni di tempo e al riparo da deroghe protezionistiche. A questo punto il mio interlocutore, cui sto orgogliosamente confidando le mie idee mi obietta: “Ma non credi che le opere di rimboscamento possano essere affidate all’uomo che forse sta ancora esultando per gli incendi provocati?” Resto interdetto, non ho calcolato l’eventualità dell’appalto pilotato, per cui mi rendo conto che le mie pseudo-soluzioni vanno definitivamente a farsi friggere!