Riceviamo e pubblichiamo “Quattro motivi di una disfatta turistica” di Giuseppe Civale

31 luglio 2018 | 15:40
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Riceviamo e pubblichiamo “Quattro motivi di una disfatta turistica” di Giuseppe Civale

Mi permetta l’amico Gaspare di riprendere il discorso da lui interrotto per mancanza di spazio, ma la disfatta a livello turistico che colpisce soprattutto Minori ha radici ben più profonde e gravi. Gli elementi che sto per fornirvi sono basati su esperienze dirette (presumo di avere più ampia visione prospettica, sicuramente incondizionata e disinteressata, vivendo in prevalenza all’estero) ed indirette (“feed back” di colleghi, cui malauguratamente, negli anni scorsi, ho consigliato di visitare la Divina Costiera e di pernottare a Minori).

Per amor di brevità mi limito alle contestazioni più rilevanti, senza che l’elenco abbia pretese esaustive.

  • Posizione sventurata degli alberghi (ubicati direttamente su strade che definire chiassose sarebbe adulatorio con vista su fabbricati obbrobriosi …. altro che vista mare!).

Soluzione: inesistente

  • Mare in prevalenza sporco

Posizione giustamente evidenziata dall’amico Gaspare, che purtroppo non posso fare a meno di condividere al 100%. Anch’io mi sono immerso nelle “fresche e dolci acque” del mare di Minori, ma l’estro poetico, che evidentemente mi scarseggia, non è stato sufficiente a camuffare ai miei occhi le tracce schiumose ed oleose che lo infestano; solo con un pizzico di fortuna sono riuscito ad evitare un escremento umanoide di fresca fattura galleggiante quasi ad altezza bocca.

Soluzione: inesistente, tenuto conto che il fenomeno si ripete con allarmante regolarità dagli anni, in cui ero ancora fanciullo.

Soluzione: depuratori efficienti e sufficienti.

  • Rumore

Un chiasso infernale sia sulla strada nazionale, che all’interno, incessante dal primo mattino a notte inoltrata. Non è l’olezzante profumo del limone nostrano che mi ha colpito, ma la puzza  penetrante degli scarichi delle auto che contaminano la zona.

Soluzione quasi definitiva: dossi artificiali (cosiddetti dissuasori!) per imporre il rispetto del limite di velocità a 30 km/h, monitoraggio con telecamere, piazzate nei punti più strategici, in grado di registrare le trasgressioni e le relative targhe con procedimento automatico di incasso tramite PRA. Il ritorno economico dell’investimento è di indubbia certezza.

4)         Passeggiata “California”

L’unico tratto ancora “vivibile”, ossia il tratto California, è infestato da biciclette, che corrono all’impazzata o da ragazzi che giocano a pallone. Guai a lamentarsi, si rischierebbero problemi anche a livello di rissa con i rispettivi genitori. E poi ci sono gli escrementi dei cani! Per la soluzione mi si consenta di fare riferimento alle misure attualmente in vigore nella nazione che la sorte mi ha da tempo affibbiato per vivere. In un database viene inserito il DNA di ciascun cane presente sul territorio comunale, prelevato dai veterinari con un tampone salivare. Dalle feci del cane trovate sul marciapiedi viene prelevato un piccolo campione e si risale così, tramite il DNA, al padrone che non ha pulito e che sarà quindi sonoramente multato. Che ve ne pare?

Debbo anch’io concludere per motivi di spazio, dico solo che per risolvere, almeno parzialmente, questo tipo di situazioni sono indispensabili concretezza e decisione. Il resto, parafrasando il sommo poeta, è letteratura.