Sal De Riso contro il fratello Alessandro sul Corriere “Il nome via dal locale di mio fratello”, seguito lo scoop di Positanonews

Sal De Riso contro il fratello Alessandro sul Corriere “Il nome via dal locale di mio fratello”, seguito lo scoop di Positanonews. Ancora una volta la nostra testata giornalistica, la prima della Costiera amalfitana e Penisola Sorrentina, affronta con coraggio e determinazione vicende che a livello locale nessuno pubblicava.
Così a Minori in Costa d’ Amalfi Alessandro De Riso in un esclusivo video rivelava la guerra legale fra i due fratelli De Riso sul nome , marchio che corrisponde al cognome di famiglia. Oggi ne parla con dovizia di particolari il Corriere del Mezzogiorno ,inserto del Corriere della Sera, a firma di Gabriele Bojano capo redattore di Salerno..
Anche Repubblica Napoli ne ha parlato in un redazionale di cui non abbiamo trovato la firma
Se Gino Sorbillo, noto pizzaiolo napoletano, ha vinto la sfida del marchio “Sorbillo” dalla sezione imprese del Tribunale di Napoli, che gli ha dato ragione riconoscendogli il diritto a utilizzare il marchio Sorbillo, al di là del fatto che sia un cognome in comune con un parente, Salvatore De Riso, in arte Sal De Riso Costa D’Amalfi, sta percorrendo lo stesso iter in una causa che lo vede contrapposto al fratello Alessandro. Gino Sorbillo appena ottenuta la vittoria aveva dichiarato “Sono grato alla Giustizia per il riconoscimento, il mercato mi ha premiato per l’amore e l’impegno che ho messo nell’ideare e creare un’attività che ho avviato oltre venti anni fa”. Sal De Riso di impegno e amore ne ha profuso trenta di anni. Partendo da un piccolo laboratorio a Minori e gestendo ora assieme alla moglie Anna uno spazio polifunzionale di circa 250 metri quadrati, capaci di esprimere a tuttotondo il mondo di Sal De Riso.
Un trentennio di successi che hanno contribuito a far conoscere al grande pubblico, nazionale e internazionale, una realtà imprenditoriale Made in Amalfi Coast che, sin dagli esordi, ha puntato a valorizzazione le eccellenze agro-alimentari della Campania tutta, realizzando prodotti artigianali di altissima qualità. In questi anni ha creato ex novo più di 60 dolci, dalla Ricotte&Pera al Dolce di Amalfi e così via. Espressione di brillante inventiva ed estro creativo. Ma forse non tutti sanno che il suo Bistrot, che festeggia oggi i due anni di attività, è stato creato per far fronte alle divergenze sulla conduzione del primo punto di Minori. E’ amareggiato Sal De Riso, lui sempre positivo e pro attivo, ha dovuto seguire le vie legali per fare chiarezza.
“Sono nato come chef e pasticcere nel 1988” racconta “dopo aver studiato come cuoco e aver lavorato per 7 anni nelle cucine dei migliori alberghi della Costiera Amalfitana. Dopo qualche anno ho deciso di commissionare a un grafico di professione, Dario Della Vista, la realizzazione del primo marchio “Salvatore De Riso” con logotipo raffigurante dei gigli fiorentini. Questo marchio era esposto davanti al mio primo laboratorio di pasticceria a Minori, in piazza Cantilena n. 28, ma anche sulle scatole dei dolci e, successivamente, all’esterno del bar di mio padre Antonio che, prima di allora, esponeva solo una classica insegna Bar/Tabacchi/Coloniali. Nel 2004 decido di incaricare un’agenzia di comunicazione napoletana per la realizzazione del nuovo marchio “Sal De Riso Costa d’Amalfi”, attualmente utilizzato per tutta la mia comunicazione aziendale. Contestualmente, ho registrato a livello internazionale tali marchi e i relativi colori sociali presso gli uffici competenti, in tutte le categorie merceologiche del settore food”. Un atto dovuto visto come il Mady in Italy viene contraffatto in tutto il mondo. I marchi registrati tutelano sia i prodotti da possibili contraffazioni e, soprattutto, il consumatore finale che, in questo modo, ha la certezza di assaggiare un dolce realizzato nel laboratorio artigianale di Tramonti” Il marchio, in effetti, identifica la realtà imprenditoriale della Sal De Riso Costa d’Amalfi, la sua mission aziendale e il suo metodo di lavoro. Proprio in virtù di questi principi, tutti i rivenditori di prodotti Sal De Riso devono necessariamente uniformarsi a un rigido protocollo per evitare che una gestione non conforme agli standard qualitativi richiesti possa causare un danno d’immagine al titolare del marchio.
“Come tutti i miei rivenditori autorizzati, anche il punto vendita di Piazza Cantilena n.1 a Minori (non gestito da me in prima persona ma da mio fratello Alessandro) esponeva i miei marchi registrati ” precisa Sal De Riso “tuttavia, dopo aver notato che gli standard qualitativi da me richiesti venivano sistematicamente disattesi, dalla conservazione dei prodotti al servizio ai tavoli, dalla preparazione di un semplice cappuccino o un caffé, come risulta dalle tante lamentele e segnalazioni degli ospiti, e dopo aver ripetutamente chiesto di mantenere la qualità a tutto tondo, ho deciso di interrompere la fornita dei miei prodotti richiedendo, e come da prassi, ho chiesto la rimozione dei marchi e dei loghi della mia azienda. Una decisione dolorosa per me, ma qualsiasi tentativo di far migliorare la qualità del servizio offerto è stato bocciato con fermezza e arroganza da mio fratello che opponeva, come unica motivazione, la sua posizione di titolare unico del punto vendita in questione, acquisito da nostro padre Antonio con modalità sulle quali è stata chiamata a esprimersi l’autorità giudiziaria.
Essendo lui cresciuto attraverso le rigide regole dell’Accademia dei Mastri Pasticceri Italiani che puntano alla qualità a 360 gradi, non ha resistito . ” La mia iniziativa” spiega ” oltre a rispondere a legittimi criteri di conduzione della mia attività, vuole tutelare la buona fede di quei consumatori che, recandosi nell’esercizio commerciale gestito da mio fratello Alessandro, e sul quale sono ancora esposti impropriamente i marchi e i loghi della mia azienda, i clienti vengono fatti accomodare nell’errata convinzione che di lì a breve degusteranno dolci da me creati. Cocente è la delusione di costoro per l’inganno subito quando, dopo aver vissuto un’esperienza negativa, scoprono che l’unico punto vendita in cui vengono serviti i miei prodotti a Minori è la mia Pasticceria/Bistrot ubicata in via Roma n. 80. A supporto di quanto detto potrei allegare le centinaia di recensioni ricevute sia su TripAdvisor che su Facebook, oltre alle tantissime e-mail e messaggi privati” aggiunge.
Non è una questione di cognomi, dunque, ma di tutela di un marchio regolarmente registrato che rispecchia una realtà imprenditoriale che si identifica con tale segno distintivo, un po’ come nella moda lo sono i marchi Gucci, Prada, Valentino. “ho voluto fare questa precisazione” racconta Sal De RIso “per evitare strumentalizzazioni che non solo danneggiano la reputazione della mia azienda ma che speculano sulla buona fede dei consumatori finali”.
Questo invece l’articolo firmato di Gabriele Bojano
Fratelli coltelli? No, fratelli morbidelli. Se fosse una comica del cinema muto finirebbe a torte in faccia. Invece è una brutta lite giudiziaria in famiglia e la differenza è che le torte sono state già tirate da un bel pezzo. Torte d’autore sì ma sempre in faccia finite. A Minori, la località che in Costiera fa da civettuola apripista alle bellezze di Amalfi, ormai non si parla d’altro, dello scontro, è il caso di dire fratricida, tra Salvatore, in arte Sal, e Alessandro De Riso. L’uno, pasticciere di lungo corso, noto al grande pubblico nazionale e internazionale non solo per le sue ghiotte specialità (ha inventato, tra l’altro la torta ricotta e pera e le delizie al limone) ma anche per le frequenti apparizioni televisive. L’altro meno abituato ai riflettori e anche ad impastare, ha sempre avuto il compito di vendere i prodotti preparati artigianalmente dal fratello. Anzi tra i due c’era proprio quest’accordo: l’uno produceva e l’altro vendeva. E così è stato fino al 2016 quando tra i due qualcosa si è rotto irrimediabilmente.
«Siamo andati d’amore e d’accordo per circa 25 anni», esordisce Alessandro dal bar-pasticceria di piazza Cantilena, il casus belli della lite. «Quest’attività è stata fondata nel 1940 da mio padre Antonio, oggi 88enne, che a sua volta l’aveva prelevata da parenti. Lui aveva una licenza per vendita di tabacchi e di bar-pasticceria che ha portato avanti, prima con un locale sotto il Comune e poi nell’attuale negozio, fino al 2006 quando è andato in pensione. Fu all’epoca che si decise, d’intesa anche con Salvatore, che io avrei continuato a gestire l’attività, donatami da mio padre, mentre mio fratello avrebbe continuato a fornire i suoi prodotti preparati nel laboratorio di famiglia a Tramonti». Che cosa accade nel 2016 quando ormai Salvatore è già da tempo Sal e miete riconoscimenti in tutto il mondo? «Mi arriva una lettera dall’avvocato di mio fratello – riprende Alessandro – in cui è scritto che tra 15 giorni sarebbe stata sospesa la fornitura dei dolci De Riso in quanto la mia attività non rispecchia la sua immagine e nel contempo vengo diffidato dal continuare ad usare il suo logo. Eppure io non ho mai mancato ad un pagamento e ho sempre tenuto l’attività in perfetta regola. Prova ne è il fatturato in continua crescita».
Interviene però Sal che spiega i motivi di una decisione «dolorosa»: «Dopo aver notato che gli standard qualitativi da me richiesti venivano sistematicamente disattesi, dalla conservazione dei prodotti al servizio ai tavoli, dalla preparazione di un semplice cappuccino o un caffè, come risulta dalle tante lamentele e segnalazioni degli ospiti, e dopo aver ripetutamente chiesto di mantenere la qualità a tutto tondo, ho deciso di interrompere la fornitura dei miei prodotti richiedendo, come da prassi, la rimozione dei marchi e dei loghi della mia azienda che sono ancora esposti impropriamente».
Nel contempo Sal apre il suo nuovo locale, «unico punto vendita a Minori delle mie specialità», tiene a sottolineare: la pasticceria-bistrot di 250 metri quadrati, in via Roma, di fronte al pontile, a 100 metri dal negozio del fratello. I minoresi quando vanno dall’uno si premuniscono che l’altro non li abbia visti. E viceversa.
«Sono stato chiuso un anno per colpa di mio fratello – continua Alessandro – ho ricevuto un enorme danno commerciale e di immagine». Da qui il primo processo in corso al tribunale di Salerno con una richiesta di risarcimento per sei milioni e mezzo di euro. Ma non finisce qui: i fratelli De Riso si stanno vedendo nelle aule di giustizia anche per la questione della donazione dell’attività, contestata da Sal, e per l’uso improprio del marchio. Quest’ultima faccenda si può risolvere, come ha suggerito il giudice, se solo Alessandro consenta di aggiungere il nome di battesimo nei loghi per evitare confusione. Ma non è così semplice…
Intanto mentre Sal è certo di vincere l’odiosa querelle proprio come Gino Sorbillo, il noto pizzaiolo, a cui il tribunale di Napoli ha di recente riconosciuto il diritto di utilizzare il marchio Sorbillo, al di là del fatto che sia un cognome in comune con un parente, a Minori due bambini giocano in piazza d’amore e d’accordo. Sono Antonio, 11 anni, figlio di Sal, e Salvatore, di 9 anni, figlio di Alessandro. Per loro non c’è lite che tenga. Mai come in questo caso l’innocenza dei piccoli è davvero dolce.