Vico Equense. Il 6 Luglio partono “i Venerdì Culturali 2018” nell’ex Cattedrale ricordando l’archeologo Mauri
Vico Equense. In onore dell’archeologo Amedeo Maiuri a partire dal 6 luglio fino al 26 ottobre nascono “I Venerdì Culturali 2018”. Ogni venerdì alle ore 20.00 nella Chiesa della Santissima Annunziata, ex Cattedrale, l’Associazione Sirentum in collaborazione con il Comune di Vico Equense e la Parrocchia dei Santi Ciro e Giovanni propone un ciclo di conferenze incentrate su Amedeo Maiuri e le ricerche da lui svolte nei contesti vesuviani.
Ad arricchire l’evento tra illustri professori e filosofi, saranno presenti il Sindaco della città di Vico Equense Andrea Buonocore e il Direttore Generale del Parco Archeologico e Soprintendente di Pompei Massimo Osanna.
Maiuri è stato senza dubbio uno dei maggiori archeologi italiani del secolo scorso. Nacque a Veroli, presso Fregelle (Comune di Arce, in provincia di Frosinone), il 7 gennaio del 1886 e morì a Napoli, all’età di 77 anni, il 7 aprile del 1963. Dal 1913 al 1924 fu responsabile della Missione archeologica italiana nell’Egeo. Rientrato in Italia, assunse la carica di direttore del Museo archeologico nazionale di Napoli e degli scavi di Ercolano e Pompei. Produsse oltre trecento pubblicazioni sulle sue attività nell’Egeo, in Italia meridionale e soprattutto nell’area campana. I suoi interessi andavano dalla preistoria al medioevo, dalle antichità greche e romane fino a quelle italiche e italiote. A soli trentotto anni Amedeo Maiuri assunse la carica di soprintendente alle Antichità della Campania e del Molise.
Contemporaneamente assunse la direzione degli scavi di Pompei ed Ercolano che mantenne fino al pensionamento nel 1961. Nel suo ruolo di soprintendente indagò non soltanto gli antichi centri greci e romani della Campania, come Capri, Cuma, Baia, Miseno e Pozzuoli, ma anche gli insediamenti del Lazio meridionale, dell’Irpinia e della Lucania, senza tralasciare la Magna Grecia con Paestum e Velia”. Un archeologo “meridionale”, ma senza dubbio tra i più grandi, se non il sommo studioso di archeologia nell’Italia del XX secolo.