14’ stInsigne raddoppia Cross di Hysaj, Radu non ci arriva, tocca Allan, è un assist involontario. Marusic è fuori posizione, Insigne indovina l’incrocio.
Lorenzo Insigne, 27 anni, alla 64 rete con la maglia del Napoli, la prima in questa stagione. Ha esordito in A con i partenopei, Livorno-Napoli 0-2 il 24 gennaio 2010 ANSA
10 Tiri totali effettuati sia dalla Lazio sia dal Napoli. Mentre i biancocelesti però hanno centrato una sola volta lo specchio (6 tiri fuori, 3 respinti), il Napoli c’è riuscito tre volte (5 tiri fuori, 2 respinti). Sono stati 6 i cross della Lazio su azione e 9 quelli del Napoli. Perfetto anche l’equilibrio tra tiri da dentro e da fuori area: 6 e 4 rispettivamente per entrambe
746 Passaggi effettuati dal Napoli, contro gli appena 401 della Lazio. Non solo più passaggi per la squadra di Ancelotti, anche più precisi: l’85,7% riusciti a fronte del 79,8% della Lazio. I biancocelesti hanno prevalso leggermente nei duelli (43 contro 42), ma il Napoli può vantare un possesso palla molto maggiore: 64,9% contro 35,1%
609 Vittorie di Ancelotti Per il tecnico del Napoli subito un successo al debutto sulla panchina azzurra: in carriera Ancelotti sale così a quota 609 vittorie in 1.028 partite ufficiali
Spettacolo piacevole e di livello, quello dell’Olimpico, che ha avuto più vite e interpretazioni: la partenza tutta laziale con una fantastica giocata di Immobile che si è bevuto tre difensori e ha segnato l’1-0; la reazione e l’allungo della squadra di Ancelotti, grazie a una presa di coscienza delle proprie capacità e a un giro di ruota di Lorenzo – provvidenziali la sua energia nevrotica e la sua qualità; il finale con il palo centrato da Acerbi e l’immediata replica di Milik.
Lazio e Napoli inseguivano delle risposte e ne hanno ricevute solo alcune, le più positive chi si è imposto, ovviamente – eccellenti Zielinski e il centravanti che ha allontanato la suggestione Cavani. Inzaghi ha un materiale di buon livello, deve però risintonizzare Luis Alberto e Milinkovic e probabilmente tentare la carta del 4-4-2.
Nonostante gli insistiti e scontati richiami a Sarri e al sarrismo, Ancelotti ha dato immediatamente un senso compiuto e tutto suo alla squadra affrancandosi dal recente passato. Assai più sarriana è risultata, se vogliamo, la versione veronese e pomeridiana della Juve: proprio non me l’aspettavo, potevo – come tutti, del resto – immaginare che dominasse il Chievo, mai che lo facesse con il palleggio insistito, uno sviluppo delle azioni quanto più possibile rapido e la difesa alta (meglio Alex Sandro di Cancelo). Mi ha sorpreso il modo quasi trasgressivo, non il risultato: non c’è mai stata partita, neppure dopo il 2-1 di Giaccherini su rigore. La Juve ha sottolineato in continuazione la propria superiorità mostrando una buona condizione generale: nella prima mezz’ora ha avuto l’85% di possesso palla, la prima parte l’ha chiusa con il 76 e la partita con il 72,6 e una precisione di battuta che ha superato il 90%: 678 passaggi non sono un percorso tecnico naturale per i campioni, appartengono semmai all’ex allenatore del Napoli che ieri ha ottenuto la seconda vittoria stagionale battendo l’Arsenal di Emery. Vedremo spesso in campionato una Juve sarriana? Sarebbe una simpatica novità, ancorché un curioso paradosso nell’anno della Magnifica Individualità.
Di Ronaldo, appunto, alla prima uscita seria, non hanno colpito le (poche, peraltro) invenzioni e i ghirigori: è piaciuto il modo in cui è stato in campo, con la giusta mentalità e la semplicità dei grandi, senza la necessità di un’estetica riaffermata; si è perfettamente integrato mettendosi a disposizione della squadra: l’ingresso di Mandzukic e il conseguente spostamento sulla sinistra gli hanno indubbiamente giovato consentendogli qualche progressione. Evidente come la sua sola presenza dia ancor più sicurezza alla squadra.
Oggi scopriremo la Roma delle tante scommesse di Monchi che in qualche modo rientrano nel Decreto Dignità, e l’Inter che gode di notevoli consensi; l’assenza di Milan e Fiorentina, che avrebbero dovuto giocare con le genovesi, ci riporta alla tragedia del ponte e al funerale di Stato celebrato ieri: chiedo scusa per non aver insistito con la richiesta dello stop del campionato. Ci sono momenti in cui bisogna avere la forza di provarci fino in fondo e io non l’ho fatto.
Lazio e Napoli inseguivano delle risposte e ne hanno ricevute solo alcune, le più positive chi si è imposto, ovviamente – eccellenti Zielinski e il centravanti che ha allontanato la suggestione Cavani. Inzaghi ha un materiale di buon livello, deve però risintonizzare Luis Alberto e Milinkovic e probabilmente tentare la carta del 4-4-2.
Nonostante gli insistiti e scontati richiami a Sarri e al sarrismo, Ancelotti ha dato immediatamente un senso compiuto e tutto suo alla squadra affrancandosi dal recente passato. Assai più sarriana è risultata, se vogliamo, la versione veronese e pomeridiana della Juve: proprio non me l’aspettavo, potevo – come tutti, del resto – immaginare che dominasse il Chievo, mai che lo facesse con il palleggio insistito, uno sviluppo delle azioni quanto più possibile rapido e la difesa alta (meglio Alex Sandro di Cancelo). Mi ha sorpreso il modo quasi trasgressivo, non il risultato: non c’è mai stata partita, neppure dopo il 2-1 di Giaccherini su rigore. La Juve ha sottolineato in continuazione la propria superiorità mostrando una buona condizione generale: nella prima mezz’ora ha avuto l’85% di possesso palla, la prima parte l’ha chiusa con il 76 e la partita con il 72,6 e una precisione di battuta che ha superato il 90%: 678 passaggi non sono un percorso tecnico naturale per i campioni, appartengono semmai all’ex allenatore del Napoli che ieri ha ottenuto la seconda vittoria stagionale battendo l’Arsenal di Emery. Vedremo spesso in campionato una Juve sarriana? Sarebbe una simpatica novità, ancorché un curioso paradosso nell’anno della Magnifica Individualità.
Di Ronaldo, appunto, alla prima uscita seria, non hanno colpito le (poche, peraltro) invenzioni e i ghirigori: è piaciuto il modo in cui è stato in campo, con la giusta mentalità e la semplicità dei grandi, senza la necessità di un’estetica riaffermata; si è perfettamente integrato mettendosi a disposizione della squadra: l’ingresso di Mandzukic e il conseguente spostamento sulla sinistra gli hanno indubbiamente giovato consentendogli qualche progressione. Evidente come la sua sola presenza dia ancor più sicurezza alla squadra.
Oggi scopriremo la Roma delle tante scommesse di Monchi che in qualche modo rientrano nel Decreto Dignità, e l’Inter che gode di notevoli consensi; l’assenza di Milan e Fiorentina, che avrebbero dovuto giocare con le genovesi, ci riporta alla tragedia del ponte e al funerale di Stato celebrato ieri: chiedo scusa per non aver insistito con la richiesta dello stop del campionato. Ci sono momenti in cui bisogna avere la forza di provarci fino in fondo e io non l’ho fatto.