Pensioni anticipate 2018? Quota 42? Ma quando andremo in pensione?
Lo scontro sul taglio alle pensioni d’oro, una misura che secondo la maggioranza toccherà i redditi più alti e servirà a riequilibrare il sistema. Ma dall’opposizione si punta il dito contro i rischi di estensione della decurtazione agli assegni retributivi più bassi, una volta che venga sdoganato questo principio. Nel frattempo gli italiani continuano a puntare gli occhi verso settembre, un mese chiave non solo per la presentazione della misura riguardante gli assegni più elevati ma anche per la flessibilizzazione delle regole di uscita dal lavoro. Su tutti questi elementi il Governo è chiamato a trovare la quadratura del cerchio rispetto alle esigenza di tenuta dei conti pubblici, in un momento nel quale lo spread è tornato a bussare alla porta dei mercati.
Nel frattempo il dibattito sul taglio alle pensioni d’oro si fa sempre più acceso anche tra maggioranza e opposizione. Cesare Damiano (Partito Democratico) ha espresso infatti la propria preoccupazione sulla possibile deriva verso gli assegni più bassi di un simile intervento. “Forse sfugge al M5S che tutti coloro che sono andati in pensione con le regole del sistema retributivo, totale o parziale che sia, percepiscono pensioni che valgono di più dei contributi versati”. Tra questi soggetti, l’ex Presidente della Commissione lavoro alla Camera ricorda infatti “operai, impiegati, quadri, dirigenti, liberi professionisti, giornalisti, magistrati e via elencando”.
“Penso agli operai della siderurgia che hanno lunghi periodi di contributi figurativi. Chiederemo loro di restituirli?”. L’esponente democratico torna quindi ad esprimere la propria preoccupazione per quello che definisce come “il virus del ricalcolo retroattivo“, che potrebbe diffondersi verso gli assegni più bassi. Anche per questo torna a riproporre come maggiormente funzionale la soluzione del contributo di solidarietà, che avrebbe anche il vantaggio di rispettare il dettame costituzionale.
Anche da Forza Italia arrivano espressioni di preoccupazione in merito al prossimo provvedimento di taglio alle pensioni d’oro. “Il governo, a suon di annunci da parte dei suoi esponenti grillini, prepara la campagna d’autunno contro i pensionati” afferma Mariastella Gelmini. “Altro che pensioni d’oro, se il disegno di Di Maio e soci andrà in porto verranno tagliati assegni molto più bassi dei tanti volte evocati 4mila euro netti al mese. Una logica punitiva” prosegue l’esponente di Forza Italia, evidenziando che “giudichiamo sbagliata e contro la quale faremo una battaglia di civiltà e di giustizia nel Paese e in Parlamento”.
In merito all’attuale tensione sui mercati ed alle proposte di riforma (tra cui quella del sistema pensionistico), il Deputato di Liberi e Uguali Roberto Speranza ha voluto rispondere ad alcune recenti dichiarazioni del Ministro del Lavoro. “Ci mancava la teoria del complotto come arma di distrazione di massa dal disorientamento totale che il governo sta generando su flat tax, reddito di cittadinanza, pensioni, Ilva, tav e vaccini” ha dichiarato il parlamentare, sostenendo che “l’unico vero complotto contro l’Italia mi pare, al momento, la confusione del governo gialloverde”.