Positano Premia La Danza Massine , tanta Russia nel Premio più antico del mondo. La presentazione nella Villa Romana VIDEO
Positano, Costiera amalfitana. Una suggestiva ed emozionante conferenza stampa quella che si è tenuta questa sera nel chiostro medievale del complesso dell’antica Villa Romana del “Positano Premia la Danza – Lèonide Massine”, giunto alla 46/ma edizione. In primis grazie al Premio Benois/Massine, frutto del gemellaggio tra Italia e Russia, che quest’anno è assegnato a Vladislav Lantratov del Balletto del Bolshoi di Mosca. Suo il ruolo di Rudolf Nureyev nella creazione di Yuri Possokhov al Teatro Bolshoi, con cui la Russia ha ricordato il grande artista russo, a 80 anni dalla nascita e 25 dalla prematura scomparsa. E ancora il Positano ai danzatori dell’anno sulla scena internazionale andato anche a Maria Alexandrova, sempre del Bolshoi. Nonché il Premio per l’Insegnamento della danza Azari Plisetsky che dalla Scuola del Bolshoi iniziò la sua carriera nel 1957.
Il riconoscimento è il più antico al mondo, nato nel luogo dove due icone della danza classica, Massine e Nureyev giunte dalla Russia, scelsero di vivere. “Siamo orgogliosi, noi al premio Positano, di questo stretto legame con la Russia”, dice in un’intervista ad Askanews Laura Valente, direttore generale e artistico del Premio Massine. “Infatti il premio Positano che è il più antico del mondo per la danza, racconta l’amore che i russi hanno avuto per l’isoletta Li galli e Positano, è legato al Prix Benois che si svolge ogni anno al Bolshoi. Quest’anno siamo orgogliosi che il premio vada a due grandi russi, a Lantratov e alla Aleksandrova, che vengono premiati, anche per questo meraviglioso spettacolo legato a Nureyev, che traghetta nel mondo contemporaneo la grande tradizione russa. E questo si collega, e ne sono orgogliosa, anche al mio ruolo di presidente del MADRE, sempre più attento come museo alla contaminazione tra le arti performative ai tempi del 4.0”.
C’è molta Russia “ed è vero” continua Valente. “Intanto perché è un premio dedicato a Massine e quindi a tutto questo movimento che dalla Russia portò in Campania fior fiore degli intellettuali del tempo. Venne composta Parade (spettacolo con scenografie fantastiche, non solo per l’epoca, ndr), quindi Cocteau, Picasso e Stravinsky arrivano in Campania e si innamorano di Pompei e di questa terra. Massine decide di comprarsi Li Galli e mettere lì su casa. In questo modo, in maniera quasi naturale, Li Galli e Positano diventano la città della danza”.
Sull’isola Massine fece ballare le sue danzatrici, sperimentando a piedi nudi sulle rocce. “In un certo senso sarà un laboratorio che anticipa le tendenze che verranno” dice Valente. “Mentre nel mondo, la danza russa era ed è la danza romantica ottocentesca, ovvero Lago dei cigni e Tchaikovskij, Massine riconosce, interpreta e rappresenta questa danza, ma fa un passo in avanti. Per questo Li Galli e Positano sono un luogo eccezionale e il Positano è il premio di danza più antico nel mondo. Va detto ci sono altri premi straordinari come il Prix Benois al Bolshoi e non a caso noi siamo gemellati con esso”.
Ogni anno viene premiato un danzatore o una danzatrice che rappresenta il momento di unità e collegamento tra i due premi; negli ultimi anni l’iniziativa si è anche allargata in una rete di sistema con il Prix Ballet de Cannes, il balletto di Miami e quanto si realizzerà tra poco al Parco della Musica: il premio Equilibrium. “C’è una giuria internazionale – continua Valente – dove siede anche Nina Luri, che è direttore artistico del Prix Benois, nonché danzatrice, e che vive a New York. C’è un legame perché quando si parla di danza classica, l’Italia e la Russia sono congiunte a stretto filo. Tante danzatrici italiane hanno interpretato per la prima volta ruoli di quei balletti che hanno scritto la storia della danza. Quest’anno sono molto felice di dare il premio Massine a Lantratov. Perché in primo luogo esiste un filo rosso nella storia dopo Massine e Nureyev. Ma esiste anche un guardare in avanti, non fermarsi agli stereotipi, alle barriere. Premiare un interprete di un balletto che celebra il simbolo Nureyev a 25 anni dalla morte. Non un pezzo storico che Nureyev ha coreografato o ballato, ma l’icona del balletto, come Toscanini per la direzione d’orchestra. Nureyev è stato un’icona pop, il primo ad essere sdoganato, ad essere “cool”, per il suo modo di vestire, la sua coppola. Lui ha capito prima di tutti gli altri che un ballerino simbolo, lo dev’essere anche nella vita, e che la differenza tra un grandissimo danzatore e un artista sono il carattere e la personalità”.
Valente sottolinea il fatto che oggi la Russia ha il coraggio di mettere in scena degli spettacoli così in avanti, rendere onore e omaggio agli uomini e alle donne che hanno rappresentato questo Paese nell’eccellenza, senza fermarsi allo stereotipo. “Inoltre c’è la Aleksandrova, ballerina dell’anno, quindi il Bolshoi fa poker d’assi, benché i premiati vengano da tutto il mondo. Da due anni inoltre, e ci tengo moltissimo, ci sono dei giovani: secondo me l’apertura, la fucina, il laboratorio per giovani talenti deve essere irrorato. Altrimenti tutto passa dai grandi teatri. E invece qualcuno ci deve arrivare nei grandi teatri”.
Come è accaduto in passato, le iniziative curate dalla Valente, hanno lanciato dei giovani; in particolare il progetto ” Abballamm’ ! “. “Ma questo deve fare un premio benchè noi veniamo fuori dalla logica dissennata dell’evento. Ma un festival non deve essere semplicemente un evento e poi tutto finisce. Deve creare comunità, come ci hanno insegnato questi grandi russi, che sono venuti a Li Galli, isola spersa della Costiera Amalfitana dove non c’era neanche un tabacchi o un giornalaio, creando un vero cenacolo. Basta guardare le foto di Massine e delle sue ballerine per capirlo. Ed era il primo Novecento in un’isoletta del Sud Italia, non la Factory nella Grande Mela. Io sono orgogliosa di questo e io non sono né napoletana, né campana. Lo posso dire senza essere campanilista. E Positano è il premio più antico del mondo che vuole vedere linguaggi sempre più nuovi. Con le Teche Rai abbiamo compiuto una ricerca su tutto ciò che era stato fatto in Costiera. Abbiamo fatto un film dedicato a Nureyev, che nella vita diceva: non volevo fare il danzatore, ma il direttore d’orchestra. E chi glielo fece fare una volta nella vita? Gli Italiani, facendolo dirigere qui a Ravello. Certo come direttore non era un granché. Ma visto come ballava, glielo possiamo perdonare”.
L’emozione era percepibile da parte di tutti i ballerini , fra i quali Daniele Di Donato, il primo positanese nella storia a ricevere questo riconoscimento, ora ballerino alla Scala, dopo la visita alla stupenda Villa Romana, che ha gli affreschi più belli del mondo , con colori che neanche a Pompei e Roma si sono conservati in maniera così integra, si sono fatte le prove in spiaggia.