Vico Equense. Massaquano, da oggi è chiusa l’isola ecologica fino a data da destinarsi

4 agosto 2018 | 20:06
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Vico Equense. Massaquano, da oggi è chiusa l’isola ecologica fino a data da destinarsi

Vico Equense. Gli incendi che nelle settimane scorse hanno colpito gli impianti di gestione e stoccaggio dei rifiuti in Campania, hanno creato una situazione di criticità.

Per questo motivo, il responsabile del servizio ecologia del Comune di Vico Equense, Ferdinando De Martino, comandante della Polizia Municipale, ha stabilito che da oggi l’isola ecologica di via Raspolo a Massaquano non accetterà, fino a data da destinarsi, conferimenti da parte dei privati.

La Campania torna a bruciare. L’estate scorsa 900 roghi in due mesi hanno devastato i boschi e oltre un terzo del Parco nazionale del Vesuvio. Quest’anno gli incendi divampano nei depositi e negli impianti di trattamento dei rifiuti, diffondendo fumo nero, inquinamento, paura. In soli dieci giorni tre grandi roghi e altri minori hanno avvelenato vaste aree della regione. E ieri l’Arpa Campania ha diffuso dati allarmanti sulla presenza di inquinanti nell’aria: a Caivano a 500metri dall’incendio diossina pari a 0,35 contro un valore di riferimento dello 0,1. «Il sistema tiene», sgombra il campo da ogni allarme il presidente della Regione, Vincenzo De Luca , intervenendo alla assemblea regionale di Coldiretti, dedicata proprio al tema “Mai più Terra dei Fuochi”.

Il 25 luglio, nell’area industriale di Pascarola, a Caivano, viene distrutta buona parte della piattaforma di riciclo della plastica della Di Gennaro, azienda attiva dal 1960. L’entità dell’incendio – durato per l’intero week-end nonostante la presenza di sette squadre di vigili del fuoco e 15 automezzi – induce il commissario prefettizio a invitare la cittadinanza a rimanere a casa con le finestre chiuse temendo la diffusione di diossina. Dopo l’intervento dei vigili del fuoco si rende necessario quello di ditte private sotto la sorveglianza di Protezione civile e Prefettura di Napoli per smorzare con sabbia anche i piccoli focolai. Dopo una settimana sono stati diffusi i rilevamenti delle centraline dell’Agenzia regionale per l’ambiente: triplicata la presenza di diossina rispetto ai parametri limite nell’area di Caivano.
Già il primo luglio, a San Vitaliano, in provincia di Napoli, un altro incendio era divampato nel cortile della Ecologia Bruscino, con colonne di fumo di circa 30 metri. Per precauzione viene evacuata un’abitazione in cui vive un nucleo familiare di tre persone. Per fortuna, non ci sono intossicati. Interviene il ministro dell’Ambiente, Giorgio Costa. E poi il 14 luglio: divampa l’incendio in un deposito di pneumatici nel Casertano. Il 26 luglio si registrano roghi tra Afragola e Acerra.

«La vera causa dei roghi diffusi – dice il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca all’Assemblea di Coldiretti Campania – sono gli sversamenti abusivi di scarti di lavorazioni industriali. Facciamo una stima che esistano 2mila piccolissime imprese illegali. Faremo controlli, stiamo attivando i primi otto droni che la Regione ha acquistato. E contemporaneamente accompagneremo le piccole imprese dei sottoscala a emergere nella legalità. Ma daremo loro un tempo oltre il quale scatterà la repressione».

Altro tema intimamente collegato agli incendi nei depositi di rifiuti degli ultimi giorni è il completamento del ciclo dei rifiuti. Per De Luca «è necessario realizzare 15 impianti di trattamento della frazione organica. Oggi portare i rifiuti organici fuori regione costa 190 euro a tonnellata e in più dobbiamo pagare la multa comminata dalla Ue per non aver chiuso il ciclo dei rifiuti pari a 130mila euro al giorno. Non è ammissibile che la costruzione degli impianti debba essere bloccata dal popolo dei No».