11. Ritrovare i valori

16 settembre 2018 | 07:57
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11. Ritrovare i valori

Per trovare una risposta ai tanti quesiti che il nostro tempo impone dobbiamo andare a ritrovare i valori perduti, perché sono sempre stati alla base delle culture e del modo di rapportarsi. La globa-lizzazione e il mondo in continua evoluzione sembra abbiano cambiato la visione dei valori condi-visi. La cultura del nostro tempo ne ha persi tanti, mossa dal materialismo e dal consumismo, disattende l’umano e mette in prima fila la manipolazione dell’uomo e della natura. So che la vita è in continua evoluzione e il futuro non è il ritorno nostalgico al passato. Il futuro è ciò che ci chiama a rendere pienezza ai Valori. Sì perché il valore non è un concetto astratto ma si realizza nell’agire. In merito al tema che sto trattando se credo nel valore dell’amore per il prossimo e desidero che sia un valore (mio e degli altri) devo agire di conseguenza e coerentemente. Se queste mancano il valore non esiste. Il valore non lo si può porre su un piano astratto, solo ideologico, ma in stretto rapporto alla nostra singolare concretezza, al nostro “cuore”. E questo è il bello: ogni uomo ha il suo cuore, diverso da quello di un altro, eppure palpitante per gli stessi valori. Farei un enorme errore se non considerassi nel mio scrivere la sensibilità altrui, il cuore dell’altro, perché questa è la ragione della difficoltà di trasmettere e comunicare i propri valori, la sensibilità. Un cuore non sensibile, chi è duro nella vita non è più permeabile ai valori. La salvezza e la cura della vita umana è questione di tenerezza. «Sì, la vita umana è un’avventura per persone che amano senza riserve e senza calcoli, senza condizioni e senza interessi; ma è soprattutto un dono, in cui riconosciamo l’amore del Padre e di cui sentiamo la dolce e gioiosa responsabilità della cura, soprattutto quando è più debole e indifesa. Amare e desiderare la vita è, allora, adoperarsi perché ogni donna e ogni uomo accolgano la vita come dono, la custodiscano con cura attenta e la vivano nella condivisione e nella solidarietà» . Non si può non amare la vita: è il primo e il più prezioso bene per ogni essere umano. Dall’amore scaturisce la vita e la vita desidera e chiede amore. Per questo la vita umana può e deve essere donata, per amore, e nel dono trova la pienezza del suo significato, mai può essere disprezzata e tanto meno distrutta. Certo, i giorni della vita non sono sempre uguali (cf. Sap 11,26), ma la vita non può essere valutata solo in base alle condizioni o alle sensazioni che la caratterizzano nelle sue varie fasi; essa è sempre un bene prezioso per se stessi e per gli altri e in quanto tale è un bene non disponibile.
Aniello Clemente