Agerola, Rosario Apuzzo sul Palazzetto: “Gestione pubblica l’unica soluzione”
Il Palazzetto dello Sport ad Agerola è un argomento ‘caldo’, specialmente negli ultimi 5 anni. È un argomento di cui si è tornato a parlare con insistenza dalla primavera del 2016, quando è stato ‘riaperto’. ‘Riaperto’ va obbligatoriamente tra virgolette, perché nonostante l’inaugurazione festosa alla presenza di Maria Elena Boschi, da quel giorno di maggio di due anni e mezzo fa il Palazzetto dello Sport ‘Alfonso Criscuolo’ è rimasto chiuso. Ne è passata di acqua sotto ai ponti, ne sono passati di bandi per l’affidamento. Ma niente, a settembre 2018 risulta tutto fermo. Il 31 maggio 2018 NuovaMENTE Agerola, il partito che dal 2011 è al comando del nostro paese parlava di ‘aggiudicazione definitiva’, senza però specificare quando, di fatto, il Palazzetto sarebbe riaperto. Giugno, luglio, agosto e metà del mese di settembre sono passati, eppure permane la situazione di stallo totale. Per questo motivo abbiamo chiesto un commento a Rosario Apuzzo, consigliere di opposizione che però da qualche mese non fa più parte di ‘Per Agerola’, partito con cui era stato tra i quattro candidati più votati alle elezioni del 2016.
Consigliere Apuzzo, a metà settembre 2018 la situazione Palazzetto ancora non si sblocca. Cosa ci può dire?
“Voglio fare una premessa: la Pubblica Amministrazione nasce per soddisfare i bisogni e le necessità della collettività. Ad oggi questo obiettivo non viene tenuto in considerazione.
La frettolosa inaugurazione del Palazzetto dello Sport con la partecipazione dell’allora ministra Maria Elena Boschi ci ha portato sventura, anticipando le sorti dell’ex governo Renzi e del nostro Palasport. Ormai sono trascorsi più di due anni, lunghi anni. Il Comune con bando pubblico ha cercato di affidare il Palazzetto dello Sport ma ad oggi nessun atto amministrativo di affidamento definitivo è stato prodotto dagli uffici competenti. Oggi l’amministrazione che ostenta doti, meriti e competenze ma per la questione palasport ha prodotto il nulla. Forse l’indirizzo politico di affidare la gestione ad un privato è da escludere. Secondo me il Palasport non è un investimento lucrativo. Lo dimostrano le gare deserte fino ad oggi. Secondo me il palasport può essere un investimento sociale per il territorio comunale e i comuni limitrofi. Insisto nel dire investimento sociale. Un amministratore che investe nel sociale sa che deve investire anche risorse economiche. Il comune deve gestire direttamente la struttura, avvalendosi di professionisti del territorio, così l’amministrazione può far sì che il Palasport sia fruibile a tutti, agevolando anche il ceto sociale medio-basso, che oggi non può permettersi di usufruire di attività sportive e non. Lo sport per tutti, questo deve essere l’obiettivo”.
Come realizzare questo obiettivo, allora?
“Per permettere tutto questo, è vero, ci vogliono le risorse finanziarie. L’amministrazione in carica se è virtuosa come decanta sa benissimo dove prendere i soldi. In questo momento si potrebbe programmare di destinare parte dei proventi dell’imposta di soggiorno e parte dell’indennità degli amministratori. In questo modo si potrebbero recuperare circa €100.000. Forse non hanno capito che la gestione della cosa pubblica sta cambiando. Lo vediamo a livello nazionale: acqua pubblica, ricostruzione del Ponte Morandi Genova pubblica. Questi sono segnali chiari. Insomma l’unica soluzione per fare una vera inaugurazione e finalmente una vera apertura è scegliere la gestione pubblica, avvalendosi di professionisti del settore”.
Nel caso in cui la maggioranza volesse rispondere siamo disponibili a riportare le loro dichiarazioni.
Intervista ideata e realizzata da Edoardo Ciotola