DEFICIT AL 2,4% , LA SPUNTA IL MOVIMENTO CINQUE STELLE. DI MAIO “DATA STORICA, ABOLITA POVERTA'”
Accordo raggiunto sul deficit al 2,4% del Pil, dopo un lungo vertice a Palazzo Chigi con Conte, Salvini, Di Maio, Tria e Savona. Al termine del quale, si è svolto il Consiglio dei ministri che ha approvato il Def.
Dunque, sono stati liberati 27 miliardi per la manovra. Alla fine ha vinto la linea del Movimento 5 Stelle e della Lega. La riforma della legge Fornero, il reddito e le pensioni di cittadinanza, i fondi per i risparmiatori colpiti dalle crisi bancarie, gli investimenti e il calo delle tasse per gli autonomi arriveranno tutti nella legge di bilancio e saranno finanziati ricorrendo all’indebitamento.
Giovanni Tria a Palazzo Chigi per il vertice di governo
Soddisfatti i due vicepremier, Matteo Salvini, e Luigi Di Maio: “Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. E’ la manovra del cambiamento”.
I due vicepremier al Quirinale durante il giuramento del nuovo governo
“Oggi è un giorno storico! Oggi è cambiata l’Italia!”: così Di Maio condivide su Fb il risultato ottenuto nel vertice di governo sulla manovra.”Per la prima volta lo Stato è dalla parte dei cittadini. Per la prima volta non toglie, ma dà. Gli ultimi sono finalmente al primo posto perché abbiamo sacrificato i privilegi e gli interessi dei potenti. Sono felice. Insieme abbiamo dimostrato che cambiare il Paese si può e che i soldi ci sono” aggiunge.
ILPOST DI DI MAIO
“E’ finita che si fa la manovra del popolo, che si fa il reddito di cittadinanza, la riforma della Fornero. Per anni ci hanno detto che non c’erano i soldi ma i soldi ci sono. La vittoria è che si fanno misure storiche. Non vince il governo vincono i cittadini. E’ una manovra che ci permetterà di rilanciare gli investimenti e la crescita”, ha detto Di Maio al termine del Cdm, parlando fuori da Palazzo Chigi. Il Def, ha aggiunto, “apre le porte alla manovra del popolo”. Il deficit al 2,4% “significa molto per le famiglie italiane”.
Fonti della maggioranza registrano un Tria messo all’angolo e costretto ad arrendersi. Una resa resa plastica quando lascia Palazzo Chigi probabilmente per aggiornare le tabelle al nuovo obiettivo del 2,4%.
Voci insistenti, in serata, raccontano che il titolare del Mef sia andato al Colle, ma i rumors sono seccamente smentiti dal Quirinale. E’ un Tria che nel pomeriggio viene descritto molto preoccupato, pronto a resistere fino all’ultimo alle richieste di M5S e Lega e comunque a non abbandonare la nave del governo.
In serata fonti di palazzo Chigi assicurano che il titolare di via XX Settembre non si dimetterà dall’incarico dopo il braccio di ferro sul livello del deficit/Pil, da inserire nella Nota al Def. Un livello che – sempre che non venga modificato nel corso del Cdm – verrà inserito direttamente nella nota di aggiornamento al Def e non successivamente in Parlamento.
Ora, toccherà al M5S e Lega dimostrare come una manovra potenzialmente rischiosissima possa trovare il placet di mercati e Ue.
Fino a poche ore prima anche al Colle si considerava il 2% come la soglia massima con cui non impattare negativamente sui mercati. Il Capo dello Stato non è intervenuto, come è sua consuetudine per quanto riguarda le scelte del governo. Ma ciò non toglie che la manovra sarà esaminata, come tutti i provvedimenti, molto dettagliatamente quando arriverà al Quirinale per avere il via libera definitivo.