Lettere da Piano di Sorrento – Parolai e Motorette
LETTERE DA PIANO DI SORRENTO
PAROLAI E MOTORETTE
Lungi da me l’idea di scalfire il mondo sacro dell’oratoria (il pensiero va a personaggi del passato come Cicerone, Demostene ed altri, maestri nell’arte di catturare, con la parola, l’attenzione degli ascoltatori, con discorsi forbiti nel contenuto e nella forma, veri mostri sacri dell’oralità universale). No io intendo riferirmi a quella vasta schiera di individui dalla parola facile, capaci di parlare a braccio, senza leggere: i parolai.
Il nostro paese abbonda di parolai: alcuni si gonfiano un poco quando loquiscono, come i pavoni, altri, pur conservando un contegno asciutto, esordiscono con frasi ad effetto, altri, infine, nell’esprimersi muovono lentamente la testa, verso destra e verso sinistra, quasi per accertarsi se l’uditorio li segua. Parolai! In genere la loro carriera è l’avvocatura o la politica, se non tutte e due insieme; di un gradino inferiore sono gli imbonitori da fiera e i truffaldini.
Tante parole ma i contenuti sono labili, inconsistenti, fanno soltanto un temporaneo rumore e si accodano al rumore generale che infesta l’aria civica.
Da quanti rumori siamo turbati nel nostro paese: lavori stradali, cantieri edili, anche improvvisati, radio ed altri strumenti sonori a tutto volume, allarmi di antifurto, ambulanze, pompieri e via discorrendo. In continuità l’inquinamento acustico prodotto dal traffico veicolare e, in particolar modo, dai motorini o motorette che dir si voglia, di grande o piccola cilindrata, che sfrecciano, di giorno e di notte, sulle nostre strade, disturbando la quiete pubblica ed ammorbando l’aria con prodotti di scarico non regolamentari. Anche di notte dobbiamo sopportare l’improvviso e assordante strepito di motori spesso ritoccati.
I controlli sono impossibili o volutamente disattesi.
Ci viene in mente, pur non essendo attinente al nostro tema, il titolo di una commedia di Shakespeare “Tanto rumore per nulla”, lo chiediamo in prestito per il nostro argomento. A questo punto viene spontanea la domanda: “ma che c’entrano i parolai con le motorette?” La risposta è semplice: “hanno in comune una cosa..il rumore, quello fatuo, molesto ed improduttivo”.
(avv. Augusto Maresca)