Piano di Sorrento, la tradizione del Caffé Maresca da prima dell’unità d’Italia

25 settembre 2018 | 10:08
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Piano di Sorrento, la tradizione del Caffé Maresca da prima dell’unità d’Italia
Piano di Sorrento, la tradizione del Caffé Maresca da prima dell’unità d’Italia
Piano di Sorrento, la tradizione del Caffé Maresca da prima dell’unità d’Italia
Piano di Sorrento, la tradizione del Caffé Maresca da prima dell’unità d’Italia

Piano di Sorrento, questa volta l’Alternanza Scuola Lavoro del Liceo Marone di Meta entra nel cuore dell’economia carottese che conserva ancora le antiche tradizioni. Nasce nel 1848 circa il Caffè Maresca, torrefazione storica, grazie a Giuseppe Gargiulo. La prima erede dell’attività è la figlia Maria Laura (che in seguito si sposò in Maresca e da lì il nome) e  da quel momento viene tramandata come un cimelio di famiglia.
L’attuale erede dell’attività, Michele Gargiulo, ci spiega che ci sono diverse tipologie di caffè, la tipologia arabica e la robusta, importate dalle zone equatoriali ( Sud America, Africa, India). Inizialmente le due miscele erano prodotte e consumate separatamente, ma grazie ad un incidente di trasporto si sono miscelate e così il destino ha generato la “miscela napoletana” amata in tutto il mondo.
Contemporaneamente ai Lavazza in Nord Italia, i Maresca cominciano a vendere caffè già macinato, facilitandone l’utilizzo per i consumatori.
La passione è ammirevole, il modo in cui vengono tramandate le tecniche di tostatura e macinatura sembra una storia romanzata. Michele Gargiulo fin da bambino giocava con i chicchi di caffè e aspirava a tostare insieme al nonno. Particolarmente emozionante è stato il racconto di come per la prima volta Michele Gargiulo ha tostato il caffè da solo “Mio nonno non mi dava mai il permesso, diceva che dovevo ancora imparare, perché una volta bisognava avere orecchio per sentire il caffè quando era pronto in base agli scoppiettii. Un giorno mio nonno mi lasciò da solo durante la tostatura e fui costretto a terminarla da solo anche se non l’avevo mai fatto. Quando mio nonno tornò, mi disse che finalmente potevo tostare il caffè anche io!”
Ancora oggi conservano la produzione uguale a quasi 150 anni fa, tostando il caffè soltanto a legna. Il caffè assorbe gli odori e gli aromi e per questo la  scelta del legno è cruciale. Le basi, come ci spiega artigiano, sono alberi di ulivo e quercia  che affacciano sul mare di capri, si impregnano del nostro sole e della nostra salsedine e che vengono essiccate da lui stesso. Per equilibrare le miscele vengono aggiunti altri tipi di legna: per le miscele acide sono l’ideale alberi come il ciliegio, mentre per le miscele dolci sono perfetti gli alberi di agrumi, tra l’altro tipici della nostra zona. Ogni singolo ramo deve passare per le mie mani, avere la mia patente.
Alle difficoltà del mestiere si aggiunge il fatto che devono lavorare di notte per non disturbare la città e soprattutto il fatto che le normative diventano sempre più rigide rendono difficile l’artigianato e favorendo invece le grandi produzioni delle multinazionali. Per questo si sta perdendo tutta l’arte e la passione di famiglie come quella del Caffè Maresca che andrebbero apprezzate e lodate perché la storia delle nostre terre è stata scritta anche da loro.