Ravello Festival regredito e Fondazione Ravello senza progetto. Lettera bomba di De Masi e Brunetta a De Luca
Ravello Festival regredito e Fondazione Ravello senza progetto. Lettera bomba di De Masi e Brunetta a De Luca. “C’è qualcosa di marcio in Danimarca..”, diceva Shakespeare. E il dubbio non può non venire anche nella Città della Musica dopo una lettera fatta da due ex Presidenti della Fondazione Ravello di questa valenza. Parliamo di De Masi, praticamente il fondatore della macchina organizzativa , e Renato Brunetta, cittadin onorario e politico di rilievo nazionale , già nel Governo Berlusconi. Insomma qualcosa che non può passare inosservato e che mette in seria discussione la gestione Maffettone. Positanonews aveva già anticipato di esposti in Procura e colpi di scena, eccolo. Non si può rimanere indifferenti ora.
Da Domenico De Masi e Renato Brunetta
al Presidente della Regione Campania
alla Fondazione Ravello
Siamo ex presidenti della Fondazione Ravello alla quale, in totale e continua sinergia con tanti illustri personaggi e personalità,abbiamo dedicato con entusiasmo anni di tempo e idee per farne un’istituzione propulsiva di sviluppo culturale e trasformare quello di Ravello in uno dei festival più prestigiosi d’Europa.
Oggi siamo costretti a constatare che quel piccolo capolavoro organizzativo, che dimostravaconcretamente la possibilità di costruire nel Mezzogiorno un polo eccellente di crescita basata unicamente sulla cultura e sul turismo destagionalizzato, è sventatamente dissipato, con spreco di risorse e grave danno economico per tutta la Costiera.
Se si eccettua la conduzione di Villa Rufolo, per tutto il resto si è costretti a constatare un preoccupante regresso sia della Fondazione che del Festival. La Fondazione è ormai priva di un progetto adeguato al contesto strepitoso in cui ha la fortuna di operare. La sua nuova governance, che marca il costante assenteismo dei suoi membri più autorevoli, e che la stampa ha più volte etichettata come divisa e rissosa, non è in grado di esprimere un piano culturale degno degli scopi istituzionali. Tutto il resto compensa con il clientelismo l’assenza di professionalità.
Il Festival è regredito siaa livello di ideazione che di organizzazione. Ormai la sua capacità di spesa dipende esclusivamente dall’elargizione regionale essendo stato dismesso ogni sano e vitale autofinanziamento tramite sponsorship. In soli quattroanni gli eventi sono stati ridotti a meno di un terzo mentre il costo complessivo è più che raddoppiato. Intere sezioni del festival sono state eliminate;i servizi culturali offerti al pubblico sono ormai ridotti al minimo indispensabile;manca persino un programma stampato; l’approssimazione e la sciattezza sviliscono ogni manifestazione. Si pensi che lo spettatore è abbandonato a se stesso, con informazioni parziali o del tutto assenti, prima, durante e dopo lo spettacolo.
Intanto i costi e il numero dei responsabili delle strategie, della produzione, della comunicazione, dell’amministrazione, sono lievitate in misura inversamente proporzionale al numero degli eventi e ai risultati che essi sono in grado di assicurare. La formazione del personale è inesistente e la suamotivazione è depressa dalla confusione organizzativa e dalla incompetenza dei vertici. I rapporti della Fondazione e del Festival con la comunità ravellese sono praticamente recisi, e così è venuto meno ogni contributo alla sua crescita culturale.
I risultati sono via via peggiorati benché la struttura organizzativa della Fondazione sia rimasta praticamente invariata. Ciò dimostra ancora una volta che il successo delle istituzioni culturali dipende soprattutto dalla professionalità e dall’amore di chi le gestisce. Occorre dunque –dovendo anche considerare quella in carica oramai scaduta – individuare urgentemente una nuova governance,degna della mission altissima che Ravello ha il dovere di svolgere: realizzare un mix in cui livello culturale e capacità manageriali si fondano con una tensione appassionata.
13 settembre 2018
Domenico De Masi
Renato Brunetta