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Altro caso di Femminicidio in Italia. A Cava De’ Tirreni donna uccisa dal marito per una carezza rifiutata

11 ottobre 2018 | 06:27
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Altro caso di Femminicidio in Italia. A Cava De’ Tirreni donna uccisa dal marito per una carezza rifiutata

Trattasi di un episodio risalente al 2017; qui ci limitiamo semplicemente a ricordarvi ciò che successe ed a fornire le motivazioni della sentenza recente che hanno condannato il coniuge di Nunzia Maiorano a 30 anni di reclusione. La storia d’amore sembrava ormai giunta al termine, lei non lo amava più e per questo chiese addirittura una pausa di riflessione, nel novembre del 2017, dato che vedeva nel suo lui un disinteresse completo verso la vita famigliare ed uno stile di vita fuori dal normale con l’aggravante dell’uso di sostanze stupefacenti. Da lì partì la scalata di odio e di rancore da parte del marito verso di lei che terminò nel giorno dell’omicidio, dove il marito confessò di aver provato ad accarezzare affettuosamente sua moglie ma venne rifiutato. Ecco, da lì l’escalation della follia, una discussione che trovò il suo culmine in un atto di follia aggravato dalla cocaina che il coniuge della povera donna assunse poco prima.

46 coltellate e svariati morsi sul corpo ma non c’è crudeltà secondo il gip. Le motivazioni di quest’ultimo, sue testuali parole, sono le seguenti: “Siani possedeva una pistola e se avesse premeditato il delitto avrebbe agito in un altro modo, con l’arma o con un coltello ma in circostanze diverse, atte a limitare la difesa della vittima. Invece la sua azione è stata impulsiva di fronte all’ennesimo atteggiamento sfuggente e insofferente da parte della moglie. L’omicidio, come emerso dagli atti, è stato un raptus, privo di precedenti analoghi, tanto che mai prima l’uomo aveva compiuto gesti analoghi verso la compagna.” Dunque, secondo il giudice per le indagini preliminari, la crudeltà è da escludere totalmente a favore della tesi che si è trattata semplicemente di una lite banale da cui è scaturito un atto di estrema violenza. Proprio per questo motivo, dunque, niente ergastolo ma 30 anni di carcere.