Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Professor Giuseppe Conte

15 ottobre 2018 | 10:57
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Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Professor Giuseppe Conte

Da Ravello in Costiera amalfitana riceviamo e pubblichiamo una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte da parte del Commercialista Francesco Di Lieto.

“Egregio Professore,

mi sento “costretto” a scriverLe questa mia per rappresentarLe e sottoporre alla sua attenzione le mie personali considerazioni quale persona attenta alla vita sociale del nostro bel Paese e, sperando di non mancare di modestia, pensando di rappresentarLe il pensiero di buona parte dei nostri concittadini.
PUNTI CARDINE DEL SUO GOVERNO:
– REDDITO DI CITTADINANZA: Non di dilungo molto su questo argomento ma ritengo che un paese democratico debba dotarsi di strumenti che garantiscano una vita dignitosa a tutti i cittadini anche sacrificando un poco di libertà (favorevole sarei a provvedimenti che magari limitano la nostra libertà personale ma ci diano maggiore benessere, sicurezza ecc.). E’ ciò sicuramente un fatto utopistico e non basta il solo reddito minimo…… ad ogni modo non bisogna demordere dal raggiungere l’auspicato obiettivo: “eliminazione della povertà”;
– LEGGE FORNERO: E’ sicuramente una legge ingiusta ma è servita allo scopo di salvare i conti dell’INPS (potevano essere salvati anche con altri provvedimenti……) comunque bisognava salvaguardare la posizione di chi, nel miraggio della pensione, era stato licenziato ovvero si era dimesso.
Ora qualcosa è cambiato rispetto ad allora ed è giusto rivederla ma facendo in modo da incentivare chi volontariamente e con l’acquiescenza del datore di lavoro resti al suo posto e rinvii la data del pensionamento in quanto non tutti i lavoratori sono contenti di essere collocati a riposo quando si sentono ancora validi e quindi sarebbe giusto prevedere un premio per chi può beneficare dell’assegno pensionistico ma volontariamente ne posticipa la fruizione;
– FLAT TAX: su questo argomento mi sento più preparato, senza peccare di falsa modestia, e sono a chiederLe se Lei si è accorto che attualmente le tasse, con voci diverse (contributi previdenziali obbligatori in particolar modo ecc.) sono corrisposte in misura esagerata dai lavoratori siano essi dipendenti o autonomi mentre poco viene corrisposto sulle rendite parassitarie (V. cedolare secca). Il fatto che il suo provvedimento in itinere preveda agevolazioni per partite IVA minime, per effetto della contribuzione obbligatoria, in alcuni casi il 34% ne viene vanificato, a mio avviso, il risultato finale.
Paradossalmente, infatti, mentre i lavoratori, partite IVA comprese, considerando anche gli oneri sociali che sono tenuti a pagare OBBLIGATORIAMENTE direttamente e, in alcuni casi, in misura fissa, indipendentemente dal reddito prodotto (v. contributi minimi dei lavoratori autonomi) che tramite le aziende di appartenenza, hanno un gravame fiscale superiore al 50%, anche in presenza di FLAT TAX, a mio avviso, quando vi è una obbligatorietà al pagamento di un tributo, anche alla luce degli ultimi provvedimenti in itinere di questo governo (pensione di cittadinanza ecc.), gli oneri contributivi, siano essi corrisposti direttamente dai lavoratori che tramite i loro datori di lavoro, sono tasse e non oneri previdenziali.
I “padroni di case” ecc., invece, pagano, in alcuni casi, la “DEDOLARE SECCA” del 21% perchè non facciamo pagare anche a loro gli oneri contributivi obbligatoriamente e magari nella misura del 34%?
Su questo punto, quindi, sono in perfetto disaccordo con il suo governo a meno che non cambiamo l’articolo 1 della nostra amatissima costituzione nel seguente modo: “L’ITALIA NON E’ UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO bensì…….(faccia un poco Lei)”.
E penso proprio che don Alene direbbe:”questa cosa non mi pare bene!”.
Ad ogni modo, egregio Professore, fiducioso che Lei saprà imboccare la strada maestra, Le porgo i miei più sinceri auguri di buon lavoro.

Francesco Di Lieto”