L’Inter cade al Camp Nou. Spalletti:mi aspettavo di piu’
26 Vittorie su 28 per il Barcellona In Champions League gli spagnoli hanno vinto 26 delle ultime 28 partite giocate al Camp Nou. Non perdono sul proprio campo dal maggio del 2013 (0-3 con il Bayern)
3 Sconfitte per l’Inter nella stagione, i nerazzurri non perdevano dal 15 settembre (0-1 contro il Parma). Successivamente, la squadra di Spalletti aveva vinto 7 partite di fila.
È finita come il pronostico “voleva” ovvero con la vittoria del Barcellona, ora primo nel girone con 9 punti, e con la striscia di successi dell’Inter conclusa dopo 7 festeggiamenti. La notte del Camp Nou, uno stadio che resta stregato per i nerazzurri (4 incontri, altrettanti ko e 0 reti segnate) e magico per i blaugrana (26 successi negli ultimi 28 match di Champions), però, per Spalletti non è piena solo di brutte notizie perché, pur subendo il Barça e andando sotto per la terza volta su tre in Europa, i suoi non hanno sfigurato e perché, nell’altra partita del raggruppamento, il Psv e il Tottenham hanno pareggiato. E proprio il 2-2 di Eindhoven lascia alte le chance di passaggio del turno di Icardi e compagni. Tutto ciò premesso, la trasferta in Catalogna ha fatto capire che il divario con una big d’Europa, peraltro priva di un certo Messi, è grande e che per colmarlo ci sarà da lavorare. Più sul mercato che sul campo. Fa specie che una “botta” importante alle ambizioni dei nerazzurri l’abbia data proprio l’ex Rafinha, autore della rete (la sua prima in Champions) che ha cambiato l’andamento del confronto. Poteva essere confermato la scorsa estate, ma il Fair Play e lo sbarco di Nainggolan hanno legato le mani al club di corso Vittorio Emanuele. Il 2-0 è lo stesso risultato della fase a gironi del 2009-10, l’anno del trionfo a Madrid dagli uomini di Mourinho. Ipotizzare un simile finale di annata però sembra azzardato anche se questa Inter, che ieri sera non ha rubato l’occhio e ha sbagliato molto, ha margini di crescita.
POSSESSO BARCA. Spalletti ha capito fino dall’inizio che la serata sarebbe stata di pura sofferenza e che, nonostante l’assenza di Messi, la differenza con i campioni di Spagna fosse grande. Nella conferenza stampa della vigilia aveva chiesto di tenere il pallone, di provare a giocarlo, ma il suo piano tattico è saltato in aria di fronte a un Barcellona che ha dominato il possesso (quasi del 74% al 45’). L’Inter era ordinata e si difendeva con un 4-4-1-1 più basso del solito, a tratti arroccato al limite dell’area, per limitare i danni: poco pressing e attenta occupazione degli spazi per sporcare le linee di passaggio di un centrocampo avversario che ha disegnato calcio con una precisione da favola. Non certo la gara che il tecnico toscano aveva immaginato alla vigilia, ma a conti fatti l’unica possibile perché appena avevano la sfera tra i piedi Icardi e compagni la riconsegnavano ai blaugrana, senza riuscire a costruire azioni pericolose. Non hanno rinunciato a giocare o ad attaccare, ma semplicemente si sono trovati di fronte una formazione che non erano in grado di impensierire (0 tiri nello specchio al 45′) perché il Barça si difende alzando il pressing e lo fa con un’intensità e una qualità che in Serie A non si vedono mai.
PIU’ INTER. Sotto nel punteggio, Spalletti nell’intervallo ha capito che era necessario dare una scossa e lo ha fatto inserendo Politano al posto di Candreva, ma soprattutto invitando i suoi a osare di più. Il baricentro nerazzurro si è alzato e, accettando di lasciare più metri alle spalle della linea a quattro, l’Inter è andata alla caccia del pallone nella metà campo spagnola. Il risultato di questa pressione sono stati due tiri pericolosi di Politano, uno parato da Ter Stegen, uno alto da buona posizione. I valori in campo sono però rimasti gli stessi, ovvero squilibrati a favore dei padroni di casa, e Handanovic, alla fine autore di 9 parate, ha fatto gli interventi più complicati, ma l’Inter almeno ha mostrato che poteva fare di più e di meglio rispetto ai 45’ iniziali. Spalletti si è giocato il tutto per tutto con Lautaro Martinez al posto di Borja Valero, per dare più appoggio a Icardi, e poi ha gettato nella mischia anche Keita. Il Barça ha continuato a controllare e ha sfiorato il raddoppio con la traversa di Coutinho, prima di trovarlo con la rasoiata di Jordi Alba. Tra due settimane rivincita a San Siro, forse con Nainggolan in campo. All’Inter il Ninja è mancato.
Fonte.corrieredellosport