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Ravello e Costa d’ Amalfi , ai primi temporali arrivano i crolli. Secondo Amalfitano ci parla di possibili soluzioni

29 ottobre 2018 | 20:35
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Ravello e Costa d’ Amalfi , ai primi temporali arrivano i crolli.  Secondo Amalfitano ci parla di  possibili soluzioni

Ravello e Costa d’ Amalfi , ai primi temporali arrivano i crolli. Secondo Amalfitano ci parla di possibili soluzioni con un intervento che riceviamo e pubblichiamo. Ricordiamo che Amalfitano, oltre che essere stato sindaco per più volte della Città della Musica, e ora direttore di Villa Rufolo, è un geologo che conosce bene quindi anche la materia dal punto di vista tecnico quando parliamo di dissesto idrogeologico in Costiera amalfitana.

Primi temporali e siamo alle solite

Siamo alle solite in tutti i sensi: massi che cadono, smottamenti, alberi abbattuti, scaricabarile di responsabilità, attacchi alle istituzioni, giornalismo d’attacco, sciacallaggio.

Per cercare di non alimentare nessun percorso di quelli soliti, proviamo a fare il punto con estrema serenità, ma soprattutto con oggettività.

Le strade e la loro sicurezza sono di certo il tallone d’Achille di un territorio già fragile; lo sono perché costruite male e gestite peggio, in un ordinamento che non si cura minimamente di loro. Nessuna delle arterie che solcano la Costa d’Amalfi è stata realizzata in forza di una preventiva VIA (Valutazione di Impatto Ambientale); questo significa che nessuno si è preoccupato preventivamente di valutare i rischi che la loro realizzazione avrebbe comportato, e quelli che loro avrebbero corso in funzione del territorio circostante.

Successivamente alla loro realizzazione queste infrastrutture sono state gestite con diversi modelli di manutenzione: per lunghi anni la presenza di “cantonieri” e “operai”, dipendenti direttamente dagli Enti proprietari delle strade, garantivano la manutenzione ordinaria e il presidio quotidiano degli assi viari; una consistente massa di risorse economiche assicurava la manutenzione straordinaria con interventi pressoché quotidiani lungo le varie tratte; soprattutto ANAS e Provincia per le strade principali erano più che presenti sul territorio. Poi venne il periodo dell’accorpamento in capo alle Province delle competenze; infine la riforma delle Province portò alla condizione attuale, che vede la sola competenza permanere in capo ad esse, ma senza le necessarie risorse.

Nel frattempo le condizioni geologiche dell’area e quelle tecnico-strutturali delle strade si sono sempre più deteriorate a causa di fenomeni naturali e non.

Orbene in questo contesto, tipico della follia e delle contraddizioni italiche, siamo costretti a muoverci per 365 giorni all’anno su strade da affrontare o con un segno di croce ed un’invocazione al proprio Santo Protettore, o con optional automobilistici acquistati al supermercato della scaramanzia e dell’anti jella.

La situazione è già brutta di sua, ma, siccome al peggio non c’è mai fine e la mamma degli sciocchi è sempre incinta, ecco che l’asfalto sdrucciolevole o il masso di turno che senza chiedere permesso si fa pure lui una rotolata sull’asfalto, diventano pretesto per aizzare gli animi contro questo o quel malcapitato amministratore di turno.

Il vero, unico e solo problema contro il quale tutti dovrebbero compattarsi, e per risolvere il quale tutti dovrebbero essere uniti, è quello che all’orizzonte non si intravede alcuna proposta politica di approccio corretto alla soluzione. Si badi bene che quando scrivo “politica” mi riferisco alla più nobile delle arti e delle scienze, e non a persone che, sostenendo di interpretarla, la uccidono quotidianamente, amministratori, operatori, pennivendoli, etc. etc.

Purtroppo per “cause del tutto naturali” alcuni fenomeni si concentrano in ben individuati periodi dell’anno, onestà vorrebbe che chi ha qualche cosa da dire o da fare lo facesse e scrivesse dal primo gennaio al 31 dicembre, e, soprattutto, non continuasse a guardare il dito anziché la luna che quel dito indica.

Tale ultima considerazione mi ha fatto ritornare alla mente un detto che a Ravello i meno giovani sono soliti ripetere allorquando la campana della chiesa di San Trifone annuncia la dipartita di qualche nostro concittadino: “ o 3, o 5 o 7”; intendendo che se muore uno, si arriverà di sicuro a più persone. In molti con questo proverbio hanno attribuito, e ancora attribuiscono, poteri malefici a quella campana. Niente di più sciocco! Siccome i decessi di un anno si concentrano nel periodo di cambio stagione, esattamente come in questi giorni, la saggezza popolare che si cela dietro il detto abbastanza tetro, è molto positiva e propositiva, essa ci avverte: “stai attento e riguardati, perché di questi tempi è bene non esporsi a intemperie e stress”.

Alla stessa stregua mi permetto di dire: “attenzione i massi che cadono saranno sempre di più; l’asfalto sarà sempre più sdrucciolevole; gli incendi continueranno ad esserci, come pure il freddo e le piogge; forse è il caso di predisporre oggi una “VIA a posteriori”, e con essa una progettazione complessiva per riportare quelle strutture stradali nel XXI secolo. Probabilmente scopriremo che serve ripristinare un sistema di manutenzione ordinaria e che, forse, in molti tratti della Chiunzi sarebbe il caso di costruire una copertura paramassi e parapioggia, come in tantissimi posti della nostra

bell’Italia, altrettanto belli, ma altrettanto suscettibili.