Agerola, la maggioranza risponde al manifesto dell’opposizione: “senza vergogna”. Ecco la replica
Agerola. Oggi nella Svizzera dei Monti Lattari è stata una giornata vivace, infatti dopo l’affissione mattutina di manifesti firmati dai capogruppo di minoranza, c’è stata anche la notizia del furto di rame, avvenuto stanotte nel cimitero di Pianillo e riportato in anteprima ed esclusiva da Positanonews.
Il messaggio di Mascolo dopo il furto
Il furto ha scosso la comunità agerolese, ed il sindaco Luca Mascolo, si è fatto portavoce di tale spiacevole evento, traducendolo in post pubblicato questa mattina sulla propria pagina Facebook: “Oggi ci ritroviamo tutti a condividere lo stesso stato d’animo: sdegno e sgomento. Non possiamo tollerare quanto accaduto stanotte nel luogo sacro per eccellenza di Agerola: offendere luoghi di venerazione e violare il rispetto che si deve ai defunti sono atti di una violenza atroce, contro cui deve vederci tutti uniti in una condanna condivisa.
Hanno profanato le tombe dei nostri cari defunti – scrive il primo cittadino – Rubare in quel luogo significa violentare il legame indissolubile e cristiano di ssentimenti e di ricordi che ci tiene uniti ai nostri cari. Chiunque sia stato, chiunque abbia violato la memoria e il rispetto per una persona che non c’è più, deve essere individuato e consegnato alla giustizia. Confidiamo, come sempre, nel lavoro delle forze dell’ordine. Oggi è una giornata brutta. Siamo stati tutti violentati.”
La replica di NUOVAmente Agerola al manifesto
In serata è poi arrivata anche la risposta del gruppo consiliare di maggioranza, NUOVAmente Agerola, al manifesto dell’opposizione, con oggetto la questione dell’elezione della commissione paesaggio. I consiglieri di maggioranza invitano i propri colleghi autori del manifesto, a riflettere su quanto avvenuto, fornendo poi proprie argomentazioni e precisazioni sulla commissione comunale per il paesaggio. Ecco il post pubblicato sulla pagina Facebook della maggioranza:
“SENZA VERGOGNA.
Mentre siamo tutti uniti a condannare l’atroce violenza perpetrata ai danni del luogo sacro per eccellenza di Agerola, mentre lo sdegno e la rabbia è lo stato d’animo di tutta la comunità di Agerola per l’oltraggio recato alle tombe dei nostri cari defunti, sui profili facebook dei consiglieri di opposizione rimbalza un manifesto e un attacco che ci fanno sobbalzare dalle sedie. Un attacco che colpisce anche gli operatori ecologici, a cui va rivolto sempre il nostro grazie per l’impegno profuso per Agerola.
SENZA VERGOGNA.
Non hanno nemmeno la delicatezza di restare in silenzio oggi. E capire che oggi ogni polemica politica, ogni altro argomento che sottende alla strumentalizzazione politica, è irrispettoso.Sono senza vergogna, perché affiggendo quel manifesto (a sfondo giallo) negano la verità dei fatti. Il loro intento è puntare all’apparenza, per nascondere fratture, incomprensioni e dissidi interni.La verità dei fatti è questa. Rischiamo di dilungarci, consentitecelo, ma la verità è più impegnativa delle fake news e richiede più spazio per essere raccontata.
Il tema del manifesto è la Commissione Comunale per il Paesaggio, incaricata di esprimere un proprio parere sulle pratiche edilizie.
La Commissione Paesaggio non è nominata, ma viene eletta a scrutinio segreto in Consiglio Comunale. Viene eletta nel rispetto di un regolamento comunale, che a sua volta rispetta un regolamento regionale.
Il Regolamento Comunale non lo scrive il Sindaco, contro cui l’opposizione ha scatenato le sue invettive, ma è approvato da una Commissione Comunale, di cui fanno parte maggioranza e minoranza, e deliberato in Consiglio Comunale. Ed è stato approvato all’unanimità, con i voti della maggioranza e della minoranza.
Il Regolamento stabilisce le modalità di composizione della Commissione.
1. Si pubblica un bando aperto ai tecnici in possesso di determinati requisiti. Ogni tecnico (geometra, ingegnere, architetto ecc.) può aderire liberamente.
2. Ne viene fuori un elenco di tecnici. Il Consiglio Comunale elegge, con votazione a scrutinio segreto, i componenti, scegliendoli da questo elenco.
3. In quel Consiglio Comunale, per alcuni minuti, furono sospesi i lavori per una riunione dei capigruppo, per definire le migliori condizioni di elezione. Il sistema elettorale prevede un metodo di elezione che avrebbe potuto impedire alla minoranza di poter eleggere un proprio candidato. Seppur il Regolamento nn lo prevedesse, in quella riunione fu chiesto alla minoranza di esprimere un proprio candidato, al fine di garantire esattamente l’opposto di quanto scritto sul manifesto. Nessuno ci obbligava a concedere alla minoranza questa opportunità. L’opposizione, causa le fratture e gli egoismi al proprio interno, nn fu in grado di scegliere un unico candidato. La soluzione più comoda fu rinunciare a partecipare al voto e abbandonare l’aula del Consiglio Comunale.
4. In aula restò solo la maggioranza, eleggendo i 5 membri.
Dopo qualche settimana, la minoranza fa ricorso al giudice contro l’illegittimità di quella votazione, sottolineando l’antidemocraticità dell’operazione. Il giudice invece dà ragione a noi, dicendo una cosa molto semplice. La votazione si è svolta in modo regolare. E condanna la minoranza a pagare 500€ per le spese legali e risarcire con altri 500€ la parte offesa, che è il Comune.
Ora, appurato che questo manifesto serve solo a coprire le divisioni interne al gruppo di minoranza, evidenzia altre due cose.
Primo: riportare quel virgolettato potrebbe esporli ad una denuncia per diffamazione.
Secondo: si evince un paradosso grande come una casa. Il paradosso è tra la loro posizione politica (seppur legittima) dove ci dipingono come antidemocratici e dittatori e la sentenza del giudice, che li condanna proprio perché non esiste alcun profilo di antidemocraticitá in quello che abbiamo fatto.
Giudicate voi! Giudicate le offese gratuite che ci sono state rivolte. Noi andiamo avanti, avendo in mente sempre e solo Agerola.”