Aiuto ai poveri da 40 euro, carte e ritardi in provincia di Salerno
È per la complessità delle procedure, prima di accertamento della situazione patrimoniale e poi di controllo, che il meccanismo di elargizione del reddito d’inclusione s’inceppa. È quanto precisano all’Inps, l’Istituto di previdenza chiamato a occuparsi della gestione del Rei. Si tratta di un iter complesso in tutte le sue fasi, completamente informatizzato e centralizzato, oltre al coinvolgimento di più enti differenti – non soltanto dell’Inps – a rendere tutto più complicato. Basta anche una minima variazione di un parametro Isee e un’intera famiglia può ritrovarsi con il sussidio inspiegabilmente bloccato nonostante rientri nei giusti parametri e abbia diritto a ricevere quei soldi. Una situazione, a quanto pare, che è difficile da gestire a livello nazionale e alla quale non si sottrae Salerno, dove – come riportato nel servizio di martedì scorso – più che una criticità comune si verificano vari casi particolari di ritardi o difficoltà nel ricevere i soldi, pure poco più di 40 euro. È il caso, per esempio, del signor Luigi Bara , che fino ad agosto ha ricevuto 190 euro di sussidio, poi, nulla più. In realtà,come previsto dalla legge, dopo una prima finestra in cui si è cominciato a pagare il Rei, c’è stata una fase successiva in cui l’emissione è stata sospesa per effettuare una serie di controlli incrociati per tutti i differentiindicatori richiesti. Nel caso del signor Bara, il problema riguardava l’iscrizione a un progetto di reinserimento cui è possibile aderire anche con l’iscrizione ai centri per l’impiego – e che ora, finalmente, ha una data d’inizio.
I soldi, quindi potranno quasi certamente essere erogati, anche se la data di versamento ancora non sarebbe certa. Quindi, il problema di pagare la bolletta dell’energia elettrica per la sua casa dichiarata inagibile – ma pur sempre un rifugio – potrebbe non risolversi in tempi immediati.
Diversa, invece, è la situazione per il signor Domenico Di Fabio . La sua richiesta è stata presentata a ottobre ed è ancora in corso di valutazione. Non dovrebbero esserci problemi perché il signor Di Fabio è un clochard. I veri problemi potrebbero arrivare dopo, quando la pratica arriva alle Poste per i pagamenti e serve indicare una residenza. Potrebbe non essere sufficiente, infatti, il fatto che sulla sua carta d’identità sia scritto e riconosciuto formalmente il suo status di senza tetto e l’aver indicato, di conseguenza, non l’indirizzo di casa ma quello della Croce Bianca. Secondo delle precise regole stabilite da Poste italiane, oltre che la card su cui accreditare il Rei è indispensabile che il codice pin sia inviato direttamente alla persona interessata, senza che ci siano mediazioni ulteriori, e questo tipo di operazione non può essere effettuata allo sportello postale. È un altro, questo, dei paradossi del Reddito d’inclusione, una meccanismo contorto che si consuma sulla pelle dei cittadini più deboli e con maggiori difficoltà. E sulla cui strada dovrebbe anche inserirsi la nuova procedura del Reddito di cittadinanza.
Eleonora Tedesco LA CITTA