Ancelotti,questo Napoli mi da’ emozioni -«C’è un gusto particolare ad allenare in una città che vive di calcio»
In una intervista al corriere dello sport Carletto Ancelotti racconta la sua bella esperienz aa Napoli
E per gli ultimi romantici, e ce ne sono: e si può restare sospesi, quasi come se foste su un ponte tibetano, ad ascoltare il football, raccontato da un innamorato vero. «Questo Napoli mi emoziona». Cosa volete che siano le Champions, gli scudetti, i trionfi d’un passato che rimane scolpito nell’eternità, dinnanzi a un sentimento che si coglie nell’espressione sincera, per niente ruffiana, di chi ha scelto di viverlo questo calcio, ma per davvero? C’è una partita, e sarebbe la centralità degli argomenti d’una vigilia che, invece, plana dolcemente, quasi teneramente, sull’essenza di quei gesti candidi, come la confessione di Ancelotti: chiamatele, se volete, emozioni.
Dal Psg, alla Roma, con un sospetto: che questa sia quasi la squadra che inseguiva nel suo disegno.
«Mi piace, pur sapendo che le insidie sono dietro l’angolo. E che potrebbe bastare un attimo per trasformare un bel momento in una fase complicata. Ma il Napoli mi soddisfa, mi dà emozione».
Seppur pareggi…
«E non è mai un caso. Vuol dire che ci sono aspetti da migliorare e su cui intervenire. ma quando giochi bene, devi portare a casa qualcosa, dunque vincere».
Si cerca l’anti-Juve.
«In molti aspirano ad avvicinare i bianconeri. L’Inter ci ha raggiunto, il Milan è dietro, le altre arriveranno. E intanto la quota scudetto si può abbassare, con una competitività sempre maggiore».
A chi toccherà la responsabilità?
«Quella apparterrà a chiunque e saranno a prescindere. La nostra è semplice: contrastare una squadra fortissima, la candidata a conquistare lo scudetto. Fare meglio di loro, vuol dire riuscire a vincere il torneo».
Cambierà tanto anche stavolta.
«Ma saremo gli stessi, anche se con molti nuovi interpreti. Ma nessuno penserà al Psg, state certi. L’unica preoccupazione si chiamerà Empoli e non ci imbatteremo in cali di concentrazione. Io sono certo che la prestazione sarà di assoluto livello».
Parte un altro campionato, quasi, con un calendario distribuito diversamente.
«Ma il bilancio penso si possa fare alla fine del girone d’andata. Noi abbiamo affrontato avversari sulla carta più difficili, però le sorprese non sono mancate: il Parma ha vinto a Milano con l’Inter, la Spal ha battuto la Roma in casa sua. L’Empoli può metterci in difficoltà».
Gliene mancano ancora tanti – da Ghoulam a Meret, da Younes a Chiriches, da Verdi, a Luperto – riaverli significherà avere maggiori possibilità-scudetto?
«La forza di questa squadra la conoscono in pochi, forse neanche noi ne siamo pienamente consapevoli. E allenarla mi dà gusto. Lavoro in un bell’ambiente, in un club che è una realtà, in una città che vive di calcio: la chiave del successo, è restare sempre in sintonia. E speriamo di riuscirci nel lungo periodo, vorrebbe dire tante cose».
Aspetta anche i gol di Milik…
«Sta facendo bene, sta lavorando per la squadra, come contro la Roma, e gli sta mancando semplicemente l’acuto sotto porta. E’ questo che in genere si nota ma io di lui sono contento. E lo sono anche di Mertens, al quale ho spiegato le dinamiche di scelta personali: per me è importante anche chi subentra. In questo periodo mi sembra che sia in forma e lo sta dimostrando».
Il mercato la disturba…Ibrahimovic, Cavani?
«Ma io non ne parlo. Mi sembrerebbe profondamente irrispettoso nei confronti dei miei. E poi farlo a quattro giorni dalla sfida con il Psg».
Lei è la stella del Napoli, sente il ruolo?
«Napoleone diceva che i generali li preferiva più fortunati che bravi. Io, probabilmente, devo avere avuto un po’ di c….».