Castellammare: I tre mini strupratori pentiti, da gennaio inzia la messa in prova
Castellammare. Il Tribunale di Napoli ha deciso di mettere alla prova per il mese di gennaio i tre “baby” strupratori appartenenti al clan D’Alessandro, che lo scorso aprile hanno abusato sessualmente di una 12enne du Gragnano, ex fidanzatina di uno dei tre.
La decisione, presa ieri dopo un drammatico confronto in aula, in cui i tre hanno letteralmente pianto e hanno eplicitamente detto di “vergognarsi” di tutto quello che era successo e che avevano fatto.
Altrettanto forte e commovente la replica della mamma della ragazza violentata che ha urlato contro di loro “Ci avete rovinato la vita!”.
Gli assistenti sociali e gli psicologi, che da mesi seguono il loro caso, hanno accolto il loro appello di studiare la mattina, lavorare il pomeriggio e di impegnarsi in progetti socialmente utili con disabili e malati.
Dall’otto settembre scorso sono in una comunità di recupero, dopo esser stati nel carcare minorile per cinque mesi: il tribunale aveva accolto le richieste avanzate dai difensori dei tre,GennaroSomma e Antonio Di Martino, decidendo il loro trasferimento nella centro di recupero.
Nel frattempo la 12enne di Gragnano ha lasciato la zona e si è trasferita al Nord per timore di ritorsioni nei suoi confronti, decisione arrivata dopo un drammatico faccia a faccia dello scorso luglio nel tribunale dei minori, in cui lei ha rivisto il branco di baby strupatori dopo l’accaduto: alla presenza di una psicologa e degli avvocati delle parti, la ragazza aveva confermato le accuse sui tre, ripercorrendo, non senza difficoltà e non senza interruzioni dovute alle forti emozioni, tutti quei brutti momenti di quella sera di aprile quando lei, in una stanza delle Terme di Stabia, era stata violentata e filmata con un cellulare.
Uno dei ragazzi era stato il suo moroso e poi si sono lasciati per gli atteggiamenti violenti che il ragazzo aveva nei suoi confronti: l’aveva costretta a fumare uno spinello, ad avere rapporti sessuali e poi l’aveva ricattata chiedendole dei soldi in cambio del silenzio e perché non diffondesse le foto e le immagini dei rapporti sessuali alle sue amiche e alle sue prof.
Poi nel mese di aprile ci sarebbe stata la violenza di gruppo organizzata da un altro ragazzino, amico del suo ex e parente stretto di un boss del clan D’Alessandro.
I tre dal canto loro avevano invocato il perdono.