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Costiera Amalfitana, indagati 42 pescatori per truffa dei fondi comunitari

2 novembre 2018 | 19:10
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Costiera Amalfitana, indagati 42 pescatori per truffa dei fondi comunitari

Quarantadue pescatori della Costiera Amalfitana, dovranno difendersi dall’accusa di malversazione ai danni dello Stato, davanti al gup del Tribunale di Salerno, Maria Zambrano. Secondo le accuse della Procura salernitana del Pm Vittorio Santoro, gli imputati, pur beneficiando dei fondi europei destinati all’adeguamento delle flotte o alla loro riconversione, non avrebbero predisposto i relativi progetti imprenditoriali.

I pescatori, come riportato da Il Mattino, avrebbero avuto diciotto mesi di tempo per intraprendere una nuova attività, dopo aver ottenuto dalla Regione Campania il finanziamento di 40 mila euro proveniente dal Fondo Europeo per la Pesca 2007-2013. L’aiuto economico teneva conto anche delle quote imposte dalle politiche comunitarie offrendo, per questo motivo, una mano a chi alla pesca tradizionale aggiungeva altre attività – come la pescaturismo – oppure tentava di riciclarsi in settori alternativi.

Secondo la ricostruzione del magistrato, che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza, i pescatori indagati avrebbero invece incassato il contributo ritenendo quei soldi una sorta di sussidio per incrementare le loro entrate in un periodo di crisi e non come un incentivo per avviare nuove iniziative: i fondi sarebbe stato riscossi senza mettere in atto i progetti ed in assenza dei requisiti. Non si esclude che le somme siano state ottenute presentando dichiarazioni o documenti non corrispondenti alla realtà.

Tra gli obiettivi del finanziamento si contemplano sia di “facilitare la diversificazione delle attività economiche nelle zone dipendenti dalla pesca” e sia gli “aiuti per il ritiro permanente o temporaneo dei pescherecci oppure per la formazione, riconversione o prepensionamento”, ma le indagini avrebbero dimostrato innanzitutto l’assenza di qualsiasi diversificazione delle attività economiche. L’inchiesta è arrivata ora al vaglio del giudice dell’udienza preliminare (fissata per gennaio prossimo) che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio.