Italia all’ultimo respiro vince con Politano

21 novembre 2018 | 07:44
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Italia all’ultimo respiro vince con Politano
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Italia all’ultimo respiro vince con Politano
Italia all’ultimo respiro vince con Politano

Matteo Politano festeggia il gol con, da sinistra, Marco Verratti e Stefano Sensi Ansa

Sensi è stato il giocatore ad aver giocato più palloni di tutti (134)

L’Italia non ha mai trovato la rete al termine dei primi 45’ nelle ultime 7 gare

L’Italia non subisce gol da tre gare di fila

85  gare di  Bonucci Ora insegue Del Piero a quota 91 partite

MARCATORE: 49’ st Politano. ASSIST: Gagliardini. ARBITRO: Cakir (Tur). Guardalinee: Duran e Ongun. Quarto uomo: Ulusoy. VAR: Ozyaka. AVAR: Simsek. NOTE: spettatori 12.500, incasso non comunicato. Calci d’angolo: 5-3 per l’Italia. Recuperi: pt 1’, st 5’.

CT: Sarachan.
Sostituzioni: 17’ st Trapp per Delgado, 17’ st Wood per Sargent, 31’ st Villafaña per Cannon, 38’ st Gall per Pulisic, 38’ st Lletget per Acosta.
A disposizione: Guzan, Miazga, Weah, Green.
Ammoniti: 43’ pt Moore per gioco falloso, 43’ pt Cannon per gioco falloso, 46’ pt Acosta per gioco falloso.

CT: Mancini.
Sostituzioni: 1’ st Grifo per Chiesa, 17’ st Kean per Berardi, 31’st Gagliardini per Barella, 42’ st Politano per Lasagna.
A disposizione: Donnarumma, Cragno, G. Mancini, Biraghi, Rugani, Tonali, Pavoletti.
Ammoniti: 19’pt De Sciglio per gioco falloso, 13’ st Sensi per gioco falloso.

0 usa 3-5-2

1 italia 4-3-3

 I nuovi volti dell’Italia

Moise Kean, 18 anni Attaccante della Juve


Vincenzo Grifo, 25 anni Centrocampista dell’Hoffenheim

Stefano Sensi, 23 anni Centrocampista del Sassuolo
Ancora una volta all’ultimo respiro. Come in Polonia. Allora a segnare la rete della vittoria era stato Biraghi, mentre stavolta ci ha pensato Politano che era entrato 6’ prima e che ha chiuso alla grande un triangolo con l’altro interista Gagliardini. L’Italia ha vinto con merito l’amichevole contro gli Stati Uniti, l’ultima gara del suo 2018, ma ancora una volta ha mostrato preoccupanti problemi a far gol. Per una nazione che ha sempre avuto grandi centravanti, vedere una squadra che non ha un finalizzatore e fatica tremendamente a battere il portiere avversario, è una sofferenza. Dopo Immobile contro il Portogallo, ha fallito anche Lasagna, autore di una prova tutta da dimenticare. E siccome pure Belotti non sta certo attraversando un gran periodo, forse ha ragione Mancini ad aspettare Balotelli. Se a marzo Mario starà bene, è giusto, anzi inevitabile, dargli fiducia. Alla luce delle ultime gare della Nazionale, ci serve. Con un centravanti capace di fare il suo lavoro, questa Italia può regalare delle soddisfazioni nel cammino verso Euro 2020. Perché adesso ha un allenatore capace di tirare fuori il meglio dal materiale umano a sua disposizione, un tecnico che ama il bel gioco, i giocatori di classe e che non ha paura a mettere in campo i giovani. Ieri ha lanciato gli esordienti Sensi, Grifo e Kean ricevendo da tutti grandi risposte. Sicuramente ha trovato tre elementi che in futuro possono dare una mano. In più, per il terzo incontro di fila, ha tenuto inviolata la propria porta. Se è vero che non segniamo tanto, là dietro siamo tornati ad essere attenti e cattivi. Insomma, ci siamo riappropriati della nostra storia.

BEL GIOCO. Non vincere contro gli Stati Uniti che erano stati travolti dall’Inghilterra (3-0) sarebbe stato un delitto perché la formazione mandata in campo dal ct ad interim Sarachan aveva un’età media di poco superiore ai 22 anni ed era abbastanza “tenera”. L’ha tenuta in piedi con le sue parate Horvath che si è superato su Chiesa, Bonucci, Lasagna e Grifo, prima di arrendersi alla rasoiata in pieno recupero di Politano, ma il risultato non fa una piega perché l’Italia ha tenuto quasi sempre il pallone (73,4% di possesso e record dell’era Mancini), ha tirato con grande continuità (19-3 le conclusioni totali, 7-1 nello specchio) e ha dimostrato di avere idee chiare nello sviluppo dell’azione. Le linee guida del gioco nella freddissima Genk sono rimaste le stesse che avevano caratterizzato la prestazione degli azzurri sabato contro il Portogallo ovvero palla a terra, scambi continui e volontà di tenere il pallone. Favoriti dal fatto che l’avversario ieri era decisamente più malleabile dei campioni d’Europa, Bonucci e compagni hanno condotto il match impedendo con un pressing alto e molto efficace agli Stati Uniti di uscire dalla loro metà campo. La partita si è trasformata quasi subito in un monologo perché Sensi, schierato come regista al posto di Jorginho, ha fatto un figurone (134 palloni toccati) e Verratti si è confermato leader della mediana.

TALENTO, NO CENTIMETRI. Mancini contro gli Usa ha confermato di volere una mediana di qualità e ha schierato, centimetri alla mano, forse la più bassa della storia azzurra, ma lì in mezzo la squadra ha dimostrato di avere idee, personalità e classe. Giusto andare avanti così. Gli Stati Uniti sono stati costretti a rincorrere e a difendersi sempre a cinque: hanno resistito fino al 94′ contro un’Italia infarcita di debuttanti (niente esordio per Tonali) e con la difesa quasi a tre, ma poi Politano li ha stesi. Giusto così, ma quanto ci manca un centravanti…

fonte:corrieredelosport