Milan,Che fine ha fatto Montolivo -Da capitano ai margini della societa’
Riccardo Montolivo, 33 anni: il suo contratto con il Milan scadrà a giugno LaPresse
Rviccardo Montolivo è sparito il 13 maggio. L’ultimo a guardarlo negli occhi è stato l’arbitro Marco Guida, prendendo la mira per il cartellino rosso. Montolivo era entrato in campo all’inizio del secondo tempo di Atalanta-Milan al posto di Biglia. Tempo mezz’ora e una tibia del Papu Gomez s’era inserita tra il pallone e lui che scivolava come all’aquapark. Accadono di queste cose, se sei un calciatore. Passa qualche giorno e ci sono una partita nuova e una città per giocare.
Di solito. Montolivo non ha più giocato, però non è per via di quell’entrata a testa altrove. A 33 anni e a otto mesi dalla scadenza del contratto sta dentro il Milan ma nessuno lo vede. L’uomo che non c’è, dunque non può essere colpevole di niente e neppure protagonista di niente, così impalpabile da essere creduto fuori rosa. Benché non risultino comunicazioni ufficiali in merito.
Potrebbe anche diventare l’uomo che non c’era e c’è di nuovo, di qui a qualche giorno. Dall’interno del club stanno arrivando all’allenatore Rino Gattuso segnalazioni, promemoria discreti e alcune domande. Gli altri giocatori vivono ciascuno la propria vita. Negli spogliatoi di oggi quasi tutti gli uomini sono isole. Niente di male, così va il mondo. Il mondo nel suo andare fa poi succedere le cose, come l’infortunio al polpaccio destro di Lucas Biglia. Che è l’accessorio indispensabile di qualsiasi formazione Gattuso abbia in mente. Se resta fuori a lungo l’allenatore ha un problema, perché Bakayoko fa un altro mestiere, oggi nemmeno troppo apprezzato al Milan. Locatelli ha fiutato l’aria infida e ha preferito andarsene al Sassuolo. Più o meno l’unico sostituto naturale di Biglia è appunto Montolivo.
Che ha una strana storia dietro le spalle e un’altra parimenti bizzarra in corso. Dovunque abbia giocato, a parte gli inizi nell’Atalanta, lo hanno fatto capitano. Persino in Nazionale, sia pure di passaggio e in amichevole. Andò via dalla Fiorentina nel 2012 con una frase sgradevole di cui viva la faccia non si è mai scusato: «Non posso vedere Nocerino che gioca in Champions League e io no».
Al Milan è stato capitano finché non è passato da quelle parti Bonucci, che per un anno non aveva di meglio da fare. Nel marzo scorso Gattuso disse a Montolivo che se lui fosse rimasto al Milan allora sarebbero rimasti in due. Almeno così si racconta. Sembra sia stato l’ultimo contatto diretto. In estate Montolivo si è collegato con la chat sulla quale comunicano il team manager e i giocatori e ha scoperto di non essere tra i convocati per la tournée negli Stati Uniti. A dire la verità un lieve sospetto che qualcosa stesse precipitando lo aveva sfiorato a maggio, prima ancora di quell’ultima partita in campionato: quando Gattuso lo aveva fatto entrare nella finale di Coppa Italia con il Milan sotto per quattro a zero contro la Juventus.
Poteva essere un messaggio di sfiducia. O forse Gattuso aveva deciso semplicemente di valorizzare la lussuosa campagna acquisti della prima e ultima stagione cinese. Nel Milan deprimente della scorsa stagione Biglia era uno dei più fischiati. L’allora direttore sportivo Mirabelli la prendeva a male. Si narra abbia invitato Gattuso, al quale è legato da profonda amicizia, a sostenere quel giocatore in particolare e a insistere sui nuovi in generale. Certo, appare strano che un’incudine come Gattuso si lasci convincere a fare cose in cui non crede. Comunque adesso Montolivo si sente solo. Cura insieme con la squadra la preparazione e per gli allenamenti tattici e per le partitelle viene considerato solo se altrimenti si resta in pochi. Ai tifosi ricorda un periodo che vorrebbero dimenticare: gli anni del downsizing in cui andarono via Ibrahimovic, Thiago Silva, Cassano. Montolivo è sparito, per un po’ intrappolato anche in un problema fisico, e nonostante questo al Milan sanno tutti dove incontrarlo. Negli orari previsti è al centro sportivo che fa da sé. C’era anche ieri, con Zapata e Simic in un allenamento facoltativo.
Magari la voglia di ritrovarlo prenderà il sopravvento, adesso che Biglia deve ancora scoprire per quanto tempo esattamente dovrà fermarsi e che il centrocampo del Milan è diventato zona d’emergenza. Gattuso ha avvertito il club che per lui dopo Biglia vengono José Mauri e Bertolacci. Ma sa bene che questo campionato è territorio ostile e non si può lasciare all’accampamento una risorsa come Montolivo per il solo gusto di viaggiare comodi.
fontecorrieredellosport