fontecorrieredellosport
Il Napoli non molla neanche sotto il dluvio di Marassi Genoa battuto 2-1
Impossibile dimostrare la propria tecnica e superiorita’in un campo pieno d’acqua.Un successo cosi vale ancora di piu’.il Napoli si perde per un po’, senza mai riuscire ad essere se stesso, senza trovare un briciolo della sua natura, giocando al di fuori del proprio calcio, restando ai margini, assai, del collettivo, e finendo per esprimere soluzioni personali che stordiscono Ancelotti prima che cambi tutto, spingendosi ben oltre le pozzanghere. Mica è l’atmosfera di uno stadio, peraltro bellissima, che certo diventa un’ossessione: perché pure stavolta c’è una squadra che rimane a lungo dinanzi ad uno specchio a chiedersi cosa le sia capitato e forse non sa darsi una risposta, almeno sino a quando non butta in campo tutto quello che ha, per esempio Fabian Ruiz e Mertens, che contribuiscono a risistemare la classifica ed anche l’espressione del Napoli. Genova, per loro, è una sensazione talmente strana che Allan la scaccia via, uscendo dal campo stremato ma felice: perché un giorno, così va la vita, nessuno si ricorderà di questa nottata pallida nel diluvio.
PALO, GOL. Però prima il Napoli ha offerto una sensazione pallida, manipolando una partita subito strana, gustandosela con sufficienza eccessiva e sfiorita nel palo di Insigne (11′) ch’è rimasta una luce in un tunnel a tratti inesplorabile. E’ banale, e ci mancherebbe, che la partita debba appartenere a chi (sulla carta) è più forte, però è il Napoli rimane a lungo scolastico, si infila nel caos e non è in grado di spostare quella diga che Juric ha allestito con umiltà, inserendo Veloso in regia per liberare Hiljemark nella fase di contenimento con Bessa. La sensazione di dominio è nelle statistiche (70% di possesso e diventerà 67% alla fine, 11 conclusioni) però è un’illusione: Insigne sparisce, Milik non lo schiodi dalle sue contorsioni umanissime, Zielinski vaga e il Genoa mostra i muscoli, arricchisce la metà campo di uomini, tiene bassi i due esterni e poi riparte, innanzitutto su Romulo. E’ quella la corsia debole (20′) e Romulo la aggredisce senza opposizione per andare a cercare lo stacco di Kouamé, che Hysaj perde: 1-0, sorprendente ma non scandaloso. Il Napoli è inghiottito dalla paura diviene persino litigioso (ma verbalmente) perché Insigne e Mario Rui non se le mandano a dire, e comunque pur tenendosi il pallone, sa cosa farne con ritmi appena vibranti: l’unica volta in cui Callejon riesce a scappare tra Lazovic e Criscito, sul tap in s’imbatte in un morbido Milik e soprattutto in uno strepitoso Radu.
Zielinski non c’è, Insigne è silente, Milik inespressivo e il Napoli esce dal concetto di squadra e finisce per personalizzare qualsiasi idea, consentendo al Genoa di ripartire nelle praterie e sprecando rifiniture insospettabili: Ancelotti non ha altro tempo da perdere, rinuncia ai suoi polacchi, e invita Mertens e Fabian Ruiz a disegnare nuovi equilibri, mentre Juric rimane nella tonnara e forse ci sta troppo, anche perché vi è costretto. Ma quando scende in campo Giove Pluvio, sembra diventi problematico, quasi impossibile, cambiarla: è una partita nel diluvio, con quel pallone che finisce in pozzanghere nelle quali è più semplice difendere che attaccare e che al 13′ della ripresa ha bisogno persino di essere sospesa per tredici minuti. Da quel momento si entra nella risaia, con difficoltà a tenersi in piedi, nonostante gli sforzi, e palleggiare non ha senso, conviene buttarla via, sperando che intervengano gli dèi, che asciughino un angolo di Marassi, proprio quello nel quale Allan vede Mertens, intuitivo per l’irruzione di Fabian Ruiz e per il suo sinistro dell’1-1. Ormai si è fuori dal calcio, dagli schemi, dalle organizzazioni: Genoa-Napoli sa di comicità volontariamente lasciata vivere da Abisso, perché non c’è la possibilità, per nessuno, di tentare qualcosa che abbia il senso di una trama. E’ sfida muscolare, la vince chi ha scelto il destino – complice l’intervento di Ancelotti con i cambi – e nel pallone del 41′, che Biraschi devia in porta, c’è il veleno per il Genoa, uno spumantino per il Napoli o forse no, acqua santa (e chi l’avrebbe detto?).
Allan: «Su questo terreno era impossibile palleggiare Grande reazione dopo l’1-0, noi non molliamo mai»