Salvini: «Non militarizzo il calcio  ma chi sbaglia fuori a vita»  

L’arbitro Riccardo Bernardini della sezione di Ciampino domenica subito dopo essere stato soccorso


Violenza sugli arbitri «INASPRIAMO LE PENE»

«Lavoro da cinque mesi per presidiare i confini, non pensavo ci fossero da difendere anche i campi da calcio». Vero, nella sua crudità. Il che dà anche – se ce ne fosse bisogno – l’esatta immagine dell’assurdità di quanto successo domenica mattina al campo Francesca Gianni di San Basilio, quartiere di Roma, gara di promozione fra la Virtus Olympia e l’Atletico Torrenova. Un agguato (ci sono le indagini dei carabinieri della Compagnia Monte Sacro), un pestaggio, la caduta a terra, la testa insanguinata, l’intervento del preparatore del Torrenova (l’ex Ultrà degli Irriducibili, Yuri Alviti) e della fidanzata (infermiera) di Bernardini a salvargli probabilmente la vita. Matteo Salvini parla da Ministro dell’Interno, certo. Ma soprattutto «da papà». E allora, ecco che nel primo Consiglio Federale (prossima settimana) verranno aumentate le pene per chi aggredisce gli arbitri, che al momento prevedono un minimo di otto giornate. «Bisognerebbe escluderli a vita dai campi di calcio, non voglio sostituirmi a nessuno: ma è clamoroso che su 451 casi, solo 41 sono stati causati da “estranei”, tutti gli altri sono tesserati» ha affermato con forza Salvini, dando al contempo un’indicazione precisa. Si arriverà ad un anno, anche se l’Assoarbitri – visto come sono andate le cose negli ultimi due anni – vorrebbe partire almeno da due anni di squalifica.

PROBLEMA. Perché i dati completi delle ultime due stagioni fanno venire i brividi. E soprattutto, dimostrano come quello che è stato fatto fino ad ora non è servito a nulla. Due anni fa ci sono stati 473 episodi di violenza nei dilettanti, lo scorso anno 451. Differenza? Minima. «E’ assurdo snocciolare dati che sembrerebbero di un bollettino di guerra. Feriti lievi, feriti gravi. Stiamo parlando di calcio» ha rincarato Salvini. «Bene avete fatto a sospendere i campionati domenica nel Lazio, farò tutto il possibile per riportare disciplina, ordine, rispetto, buona educazione e sanzioni sui campi. Non posso essere tranquillo se riduco gli sbarchi ma ogni domenica 11mila ragazzi rischiano per una passione sportiva. Mi rifiuto di militarizzare i campi di calcio di mezza Italia perché sarebbe una sconfitta, ma da oggi si cambia: chi sbaglia paga e anche pesantemente. Senza alcuna tolleranza. Bisogna bastonare». Anche i sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giorgetti, concorda come questo sia «un punto di svolta, l’occasione per la Federcalcio di cambiare la cultura sportiva. Va fatto un esame di coscienza collettivo, bisogna guardare al futuro con idee nuove per sradicare la violenza».

FUTURO. Il presidente della Federcalcio, Gravina, sensibile da subito a quanto successo a Roma, ha le idee chiare. Dovrà, però, sicuramente fare i conti, nel momento in cui metterà mano alla normativa, in particolare con la LND del “vicario”, Cosimo Sibilia, visto che le aggressioni agli arbitri appartengono quasi esclusivamente ai dilettanti: «Serve una pena certa contro la violenza sugli arbitri. Tutti devono sapere che chi sfiora un arbitro sarà sanzionato con fermezza. Aumenteremo il minimo edittale, due mesi sono troppo pochi, dobbiamo cominciare a pensare a sanzioni nell’ordine di uno o due anni. Ed anche i club che venissero, pure oggettivamente, ritenuti colpevoli, devo pagare duramente».

FERMEZZA. Non ci saranno passi indietro da parte degli arbitri. Il presidente dell’AIA (che nel pomeriggio è stato ricevuto dai Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Maurizio Santangelo e Simone Valente) è stato chiaro: «Siamo al punto zero, da qui dobbiamo ripartire per un calcio pulito e corretto, fatto di regole e comportamenti per tutti. L’Aia non accetta e non accetterà più di mandare al massacro i nostri ragazzi». Tradotto: siamo pronti a fermare altri campionati. Da ieri, però, non sono più così soli. Sperando che duri…

fonte:corrieredellosport

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