Sorrento, Housing Sociale Santa Lucia, rispettando la Legge, che non sia anch’essa una storia infinita.
Dopo la recente dura presa di posizione del progettista,oltre ai proprietari confinati ,ritorna sulla questione, informando finanche i Ministeri competenti,anche il Presidente del Wwf Terre del Tirreno Claudio d’Esposito.
Sorrento – Ancora una volta non dorme sugli allori, Claudio d’Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno, dopo il premio Vas-Ambiente, è tornato subito in trincea in quella che continua ad essere una incessante battaglia a tutela del nostro prezioso territorio. Stavolta l’oggetto di quella che potremmo chiamare la “solita anomalia urbanistica da chiarire”, che potrebbe altresì pregiudicare la vivibilità di una parte importante della nostra città, riguarda il progetto denominato Housing Sociale di Santa Lucia. Un enorme fabbricato di quasi 20 metri pronto a nascere nel caratteristico borgo sorrentino, circa il quale d’Esposito, oltre alla Segretaria Generale, il Dirigente responsabile ed il Presidente del Consiglio comunale,interpella sia la Soprintendenza che i Ministeri dei Beni Culturali e della Giustizia. Intervento, quello del presidente del Wwf Terre del Tirreno, che segue la diffida inoltrata dal noto avvocato Francesco Saverio Esposito, in qualità di legale di alcuni proprietari di abitazioni confinati con quella che sarà la futura struttura progettata dall’ ingegnere Antonio Elefante. Le richieste della segnalazione di Claudio d’Esposito, indirizzate al Comune di Sorrento, vedono come oggetto la verifica di tutti i parametri urbanistici e paesaggistici del progetto e nelle more sospendere e/o annullare in autotutela il Permesso a Costruire rilasciato alla Società costruttrice. Inoltre ai Ministeri interpellati si chiede di accertare la correttezza e la legittimità dei procedimenti amministrativi inerenti alla nascente l’Housing Sociale e dei provvedimenti adottati dalle amministrazioni interessate. Procedendo, ove si riscontrino irregolarità, ad atti anche sostitutivi o di indirizzo onde evitare l’ennesima violazione della normativa urbanistica e paesaggistica vigente. Come è noto il nuovo progetto dell’Ing. Antonio Elefante prevede la demolizione delle vecchie fabbriche dismesse e riconversione in nuovi volumi polifunzionali sull’area ex cantiere navale “Apreamare”. Un intervento di edilizia modera ed innovativa, che secondo il progetto sarà realizzato nel pieno rispetto dei protocolli di sostenibilità ambientale ITACA (risparmio energetico, energia dal sole, etc..) e della normativa antisismica. 19 alloggiriservati ad housing sociale e 37 riservati al libero mercato, tutti dotati di impianti moderni ed efficienti. Sebbene un progetto che modificherà, ma che senz’altro tenderà ad impreziosire, un’area al momento alquanto congestionata come quella di Santa Lucia, i proprietari delle abitazioni confinanti con il capannonne dell’ex Apremare, già da qualche mese, hanno voluto vederci chiaro. Soprattutto in merito alle dimensioni del nuovo fabbricato rivolgendosi ad un legale esperto in materia come l’Avv. Franceso Esposito. Il quale in merito alla questione ha interpellando il Sindaco, il Presidente del Consiglio Comunale, al Presidente della Commissione Consiliare Trasparenza di Sorrento ed anche alla Soprintendenza Archeologica, Belle arti e paesaggio per l’area Metropolitana di Napoli. Le richieste: controllo della distanza dai fabbricati circostanti, nonché una verifica dell’altezza della nuova struttura. La quale sarebbe, secondo quanto avanzato da alcuni proprietari confinati di 17.40 metri e quindi superiori ai 14 mt come previsto dalla Legge regionale 35/87 all’articolo 19, in tale area del Put ed in violazione con una precisa disposizione del Piano Paesaggistico della Costiera Sorrentina che limita l’altezza dei nuovi edifici alla misura di 14 mt. – Aggiungendo inoltre che la verifica dell’altezza massima del fabbricato, fissata dal PUT all’art.19, competeva al Comune non meno che alla Soprintendenza BB.AA. di Napoli. Mentre dagli atti , soprattutto dal parere della Soprintendenza e dall’autorizzazione paesaggistica, affiorava la mancanza di una qualsivoglia valutazione. Pertanto la richiesta di effettuare le verifiche del caso promuovendo la procedura di annullamento in autotutela degli atti assunti fino allora. Sottolineando che nei pareri espressi relativi alle altre due procedure di housing sociale in penisola sorrentina ( S.Agnello via M.B. Gargiulo e Sorrento via Atigliana) quantomeno il parametro dell’altezza massima di 14 metri risultava essere stato rispettato.
Di fronte ad un tale ennesimo ostacolo promosso dai proprietari confinanti, preoccupati dall’impatto che un edificio alto oltre 17 metri potesse avere nel contesto si registra in questi giorni, sempre su facebook, la risposta alquanto dura e coincisa da parte del progettista. L’ingegnere Elefante riprendendo anch’egli la Legge Regionale n.19/2009 ,all’ art 7 co.5, precisa che la stessa risulta essere oltremodo chiara nello stabilire la regola di progettazione degli impianti produttivi dismessi ed in particolar modo affermando il principio della deroga delle altezze Max.
Poi “ all’ art 12bis, sempre della stessa legge 19/2009 , é stato anche chiarito che la legge trova applicazione anche nei territori del PUT con un solo limite che è quello volumetrico e solo dove eventualmente nella zona omogenea non fossero consentite le nuove costruzioni, non vi sono altri limiti o altri parametri vincolati, salvo acquisizione dell’autorizzazione paesaggistica.Si tenga tuttavia presente” – precisa il noto progettista – “che questo chiarimento normativo (applicabilità in zona PUT) è stato aggiunto successivamente nel 2014 con la legge 16/2014 proprio in risposta ad alcune sentenze del TAR Campania che avevano interpretato ( e non disapplicato) la legge del piano casa e avevano lasciato dubbi sul suo perimetro di azione ( basta leggere i lavori parlamentari che ne hanno preceduto la emanazione )”. Infine sempre dal suo profilo Facebook l’ingegnere Elefante conclude:
Ora è il momento di finirla con le diffide e con le minacce ..chi ha da rivendicare diritti violati lo faccia nelle sedi opportune e la smetta di usare lo strumento mediatico per l’ unico scopo di gongolarsi e atteggiarsi come unico e solo conoscitore. Chiunque si frapporrà inopinatamente tra noi e la Legge ne pagherà le conseguenze!”-
A quanto pare tale “raccomandazione” , così come i cittadini interessati, non ha per niente scalfito o preoccupato Claudio d’Esposito che rivolgendosi anche a due Ministeri rimette in ballo l’intera questione. La quale sebbene interessi la riqualificazione di un borgo molto importante della nostra città, sembrerebbe altresì non interessare più di tanto i nostri amministratori nè tanto meno un’opposizione che continua ad essere inesistente. Tuttavia l’augurio deve continuare ad essere che l’intera faccenda, applicando la Legge, così come indica l’Ing.Elefante, si risolva al più presto nei migliori dei modi. Ovvero che il borgo di Santa Lucia possa in un futuro, si spera non troppo lontano, essere riqualificato da una struttura bella ed all’avanguardia,e che possa innanzitutto risolvere, sebbene in parte, anche l’emergenza abitativa che l’intero territorio soffre ormai da anni .In particolare che vi sia sempre un confronto civile e democratico tra le parti, che siano esse associazioni, enti istituzionali, tecnici e legali , ma sopratutto che vi sia sempre il massimo rispetto verso i cittadini ed un territorio, come la penisola sorrentina, che per la sua storia continua a distinguersi dal contesto circostante. – 07 novembre 2018 – salvatorecaccaviello.