Vico equense: Le proprietarie di Astapiana chiariscono l’articolo di Franco Cuomo
Riceviamo e pubblichiamo il chiarimento delle proprietarie di Astapiana sull’articolo firmato Franco Cuomo
L’11 novembre 2018 è stato pubblicato un articolo firmato dal sig. Franco Cuomo, del Circolo Giovanni Esposito – Vico Equense, riferito a una “notizia”, che sarebbe stata “silenziata” dai “responsabili della tenuta di Astapiana”.
Quale sarebbe, la notizia? Il sig. Franco Cuomo ci informa che “A venir alla luce, dissepolte dalla caduta di due lecci a causa del forte vento siano state ‘le mura e gli intonaci integri (sic)della antica Chiesa annessa all’eremo ed intitolata a Santa Maria in Gerusalemme’ ”.
Questa notizia non è esatta: si precisa che l’antica Chiesa intitolata a Santa Maria ad Jerusalem non fu affatto annessa all’Eremo, ma venne eliminata e, in suo luogo, fu appunto costruito il cenobio camaldolese, dotato a sua volta di una nuova chiesa (che venne ulteriormente ampliata a metà del Settecento). Tra la fine del 1700 e l’inizio dell’Ottocento, con l’adozione del codice Napoleonico e la soppressione degli ordini monastici, i monaci camaldolesi furono costretti ad andar via e tutto il complesso cadde in rovina: il tetto della chiesa, per la mancanza di manutenzione, crollò, e la chiesa stessa venne distrutta, tutti i suoi arredi andarono dispersi o vennero traslati in altre chiese della penisola sorrentina (come l’altare maggiore, che si trova oggi nella cattedrale di Sorrento). Nel 1822, l’intero complesso venne acquistato dal duca Luigi Giusso e da allora è di proprietà di questa famiglia, che cerca con grande sforzo di preservare e tutelare questo complesso monumentale, un unicum nella penisola sorrentina.
Ora il signor Franco Cuomo, probabilmente non sa quanto è stato scritto e studiato sull’intero complesso e sulla ‘chiesa’! Vi sono tesi di laurea seguite dall’Università degli Studi di Napoli Federico II e dalla stessa Soprintendenza, che ne è ben informata. Non a caso, anche nella relazione di vincolo formulata dall’Organo di tutela nel lontano 1987, che copre l’intero complesso, le tracce della chiesa sono ben citate.
Ma il sig. Franco Cuomo si dice “colpito” dal “fatto che i responsabili della tenuta di Astapiana … avrebbero ricoperto le vestigia e ripiantumato gli alberi” senza avvertire la Soprintendenza. E di cosa avrebbero dovuto avvertire l’ente pubblico? Che sotto il terreno ci sono le tracce basamentali dell’edificio religioso, è cosa nota a tutti, in primis, come abbiamo detto, alla stessa Soprintendenza. Se quest’ultima avesse reputato necessario effettuare scavi nel luogo indicato, non avrebbe aspettato certamente la tempesta di vento dell’ottobre 2018, a 31 anni dal vincolo! Né può sostenersi che lo sradicamento degli alberi è una circostanza insperata che ha discoperto tesori di cui non si conosceva l’esistenza. Né che l’evento avrebbe potuto favorire gli scavi che, eseguiti prima o dopo la tempesta di vento, avrebbero richiesto un identico impegno di maestranze e di fondi.
Infine duole rilevare che il sig. Franco Cuomo, non si è preoccupato di contattare la proprietà della tenuta, limitandosi ad interpretare, in modo purtroppo distorto, le altrui esigenze e le altrui intenzioni.
Giulia Elefante e Erminia Elefante.