CAPRARO ROSA con Vlaika ci introduce subito in epoca medievale, quando principesse attendevano il principe azzurro, e lì sul verone un’ansiosa Giulietta attende il suo Romeo. “Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione” sosteneva Henry Matisse, e come dargli torto guardando la tela di DI MAIO MARCO: nelle tinte di un rosso vivo, una tedofora tiene una fiaccola accesa e un volatile che potrebbe rammentare la mitica Fenice che si rinnovava nel fuoco, forse intendono significare che l’amore e la speranza vincono sempre. BISOGNO TERESA con Fata, in un’esplosione di celeste, fa campeggiare dei fiori gialli e una fata accarezza o genera a nuova vita un fiore, perché come ci ricorda Niccolò Tommaseo: « Il fiore fa allegria più che il frutto: la speranza è più lieta e spiritual cosa che il godimento». ESPOSITO TIZIANA in Battaglia invisibile, entra nel vivo del motivo della mostra: un bimbo trascina un carrettino dove Peter Pan e Capitan Uncino si sfidano nell’ennesimo duello mentre Trilli li spruzza con la sua polverina magica. Forse il bambino trascina il sogno di un mondo senza guerre? Di certo mi ricorda Christian Bobin: «Spingo per le strade un carretto carico di ottimismo. Urlo: “Speranza per tutti!”. Molti mi rispondono lanciandomi dalla finestra il contenuto del loro vaso da camera, ma serve ben di più per spegnere un carico pieno di sole». APREA GIUSEPPE con Aldilà dei sogni, dipinge un uomo solitario seduto sulla sabbia in riva al mare, immerso nei suoi pensieri e forse non s’avvede dei tre palloncini colorati che si librano nel cielo. L’assenza di relitti e i suoi vestiti non fanno di lui un novello Robinson Crusoe, ma non è forse l’immagine dell’uomo post-moderno, naufrago in questo mondo senza speranza? Ma i palloncini ci dicono che c’è ancora speranza. MINA RODOMISTA, dipinge Sospesa. Partenope o una delle sue sorelle, felice e vezzosa lancia all’indietro la sua fluente chioma bagnata, creando il sogno di ogni surfista: l’onda perfetta. CUCINIELLO MARIA in Discrimi-nato, ci fa rivivere la favola che tutti abbiamo amato: un piccolo anatroccolo e un cigno reale ne sono i protagonisti, ricordandoci che questi artisti, quelli che noi cataloghiamo “diversi”, sono loro i cigni e noi anatroccoli brutti e tali resteremo se non ci abituiamo a guadare il mondo con occhi diversi. ROJO CHIARA con La Bambola, in uno psichedelico gioco di colori, in un astrattismo che “sa” di futurismo, ci lascia liberi di perderci nei nostri sogni infantili. CETANI M. ROSSELLA con Bella ci riporta alla valenza della bellezza nell’arte. «L’umanità può vivere – scrive Fëdor Dostoevskij – senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui». CETANI PAOLA, con Evoluzione, in un quadro del vago sapore caravaggesco dipinge un Pinocchio che attende la sua sorte alla luce di una tremula lanterna. Nient’altro! Come a dire che «Ognuno sta sul cuore della terra, trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera» (Salvatore Quasimodo). VERDE CRISTIANO con Le rotaie della fantasia, dipinge una locomotiva che arranca su un’impervia salita, metafora delle difficoltà della vita. Ma l’artista ci invita a non demordere, a tener duro, a non piangerci addosso, e lo sbuffo di fumo colorato ci dice la vita è colore, è speranza, è gioia, perché «La strada che è costruita nella speranza è più piacevole per il viaggiatore che la strada costruita in preda alla disperazione, anche se entrambe portano alla stessa destinazione» (Marian Zimmer Bradley). IENGUITO DOMENICO con Sete di conoscenza, dipinge un libro, un ritratto di donna, Quasimodo e due lumache. Forse proprio queste sono la chiave d’interpretazione del tutto. La lumaca simboleggia la nascita e il rinnovamento, ma al contempo, la lentezza. Mi fa piacere ricordare che la lumaca nella cultura degli Aztechi è associata alla divinità.
DE ANGELIS MICHELE e LINA si cimentano con Incantesimi: due quadri in cui volteggiano cuori e farfalle forse perché « La speranza è qualcosa con le ali, che dimora nell’anima e canta la melodia senza parole, e non si ferma mai (Emily Dickinson)» [Aniello Clemente]