LIBRI. NOTA SU “LA FILOSOFIA SPIEGATA CON LE SERIE TV” DI TOMMASO AURIEMMA.

ARTICOLO DI PINO COTARELLI E MAURIZIO VITIELLO – SU “LA FILOSOFIA SPIEGATA CON LE SERIE TV” DI TOMMASO AURIEMMA.
“La filosofia spiegata con le serie tv”, l’interessante libro edito da Mondatori (pp.135, euro 15,00), in cui l’autore, il professore di filosofia Tommaso Ariemma, che si autodefinisce pop-filosofo, già docente di Estetica presso le Accademie delle Belle Arti di Lecce e Perugia, racconta il suo modo non convenzionale di insegnare la filosofia utilizzando accostamenti a serie tv di successo.
Un metodo che inizialmente suscita stupore, ma che, successivamente, si rivela molto proficuo ai fini dell’apprendimento, come si evince dalle considerazioni del professore: “La prima volta che sono entrato in classe e ho spiegato i grandi filosofi attraverso le serie Tv, gli studenti mi sono apparsi disorientati, spiazzati. In seguito non ne hanno saputo più fare a meno”.
Gli accostamenti di grandi filosofi a serie tv, a cui fa ricorso il professore Tommaso Ariemma, evidenzia la presenza di aspetti profondi nelle stesse serie tv, oltre a rivelarsi fruttuosi per l’acquisizione della filosofia da parte degli studenti.
Questi gli accostamenti ritenuti utili dal professore: Parmenide-«True detective»; Platone-«Black Mirror»; Aristotele-«The Walking Dead»; Machiavelli-«Il trono di spade»; Hobbes-«Westworld»; Cartesio-«Black Mirror» episodio di San Junipero; Spinoza-«The Young Pope»; Kant-«Lost»; Hegel-«Breaking Bad»; Marx-«Mad Men»; Sartre-«Black Mirror» episodio Caduta libera.
Questi gli elementi rilevanti delle serie TV che utilizza il professore:
Parmenide-«True detective».
Per Parmenide tutto è eterno e rintracciabile con la ragione. In True detective il poliziotto Rust, confida che non finiranno mai di vivere con lui i suoi defunti (il padre e la figlia), in particolare quando penserà a loro.
Platone-«Black Mirror».
Platone se la prendeva con scrittura, arti, discorsi dei sofisti e metteva in guardia dalla degenerazione della politica e asseriva che solo il filosofo è in grado di strappare le catene della caverna e può governare. In Black Mirror un orsetto animato Waldo, conduttore tv, può candidarsi come alternativa a quei politici che demolisce.
Aristotele-«Walking Dead».
Per Aristotele un racconto deve suscitare piacere, appassionare, immedesimare ed essere capace di far estraniare dalla vita quotidiana. Attraverso tre fondamentali stadi: paura, pietà, catarsi. In Walking Dead: sono presenti i tre momenti per Rick, che alla fine riuscirà a rivedere la sua famiglia e a risolvere il problema degli zombie.
Machiavelli-«Trono di spade».
La serie fantasy è anche caratterizzata da un sorprendente realismo e mette in scena ciò che manca o che abbiamo perso. Machiavelli punta sul condottiero sbagliato, il Duca Valentino, un po’ come fa sempre lo spettatore medio di Game of Thrones.
Spinoza-«The Young Pope».
Eccolo, il Lanny Belardo-Jude Law, che per Sorrentino dice: «Colui che ama Dio non deve pretendere che Dio, a sua volta, lo ami». E secondo Spinoza Dio è infinito, perfetto, totale, assoluto: non può essere la copia ingigantita dell’uomo.
Kant-«Lost».
Kant perduto su un’isola deserta anche in presenza di caos avrebbe individuato la possibilità di orientamento. Ed è il caso di Lost.
Marx-«Mad Men».
Acquistiamo perché assuefatti dalle pubblicità e lo facciamo anche se l’acquisto non ci darà la felicità promessa. Marx avrebbe definendo una trappola quella felicità promessa, avrebbe proposto a Don Draper, di Mad Men, il comunismo.
Ben documentato il libro del professore Tommaso Ariemma, su questo suo particolare metodo formativo, per il quale non ha dimenticato di ringraziare i suoi allievi, artefici, forse, anche inconsapevoli, di una esperienza dagli esiti positivi che può costituire un riferimento per un insegnamento più moderno e coinvolgente.
Pino Cotarelli
Maurizio Vitiello