Cancro – il migliore esorcismo è parlarne
Riceviamo e pubblichiamo il seguente articolo.
Sabato 15 dicembre 2018, di sicuro non una giornata qualunque, nè per Ravello, nè tanto meno per me.
Quando l’idea di offrire ai concittadini una opportunità ghiottissima per parlare di prevenzione oncologica si affacciò alla mia mente, pensai subito ad un momento di grande coinvolgimento. L’entusiasmo e l’adesione convinta del Sindaco di Ravello e del Segretario Generale della Fondazione Ravello mi portarono ad immaginare l’evento in Auditorium Niemeyer. Le tante richieste di consiglio e aiuto che specie da qualche tempo a questa parte mi vengono per casi di patologie oncologiche, mi convincevano che la domanda era forte e che le presenze sarebbero state tantissime. Non è stato così è alla fine sono risultati troppi finanche i cento posti del l’auditorium di Villa Rufolo.
All’inizio rabbia e stupore per una previsione sbagliata, poi, come sempre, a mente serena e interrogandosi con lucidità, i tasselli vanno al loro posto. Il retaggio culturale che ci appartiene intimamente per essere Italiani, Meridionali e Campani, ha avuto ragione su tutto. Noi siamo culturalmente inclini all’esorcismo e alla scaramanzia; siamo intimamente convinti che contro il cancro, un “corno” può molto più di una radiografia. Questa è l’amara verità. Fortunatamente i pochi presenti e partecipi sono stati così prodighi di apprezzamenti e ringraziamenti, da lenire immediatamente i bollori. A caldo avevo rivolto ai miei collaboratori un monito: se dovessi imbarcarmi ancora in tentativi come quello di oggi a favore dei miei concittadini, siete autorizzati a non darmi ascolto, anzi, datemi del pazzo. Poi la luce giusta ti mette nella condizione di essere più sereno. Uno dei medici straordinari presenti mi ha detto: se ti fermi davanti al cancello del Pascale, vedi gente passare che fa scongiuri e accelera, quasi come se in quelle mure non si lavorasse per salvare vite umane, ma per costruire geni maligni da diffondere nel mondo. Ecco questa dichiarazione mi ha aperto gli occhi; ma non di minore importanza è stato anche l’ascolto del silenzio tombale dei denigratori incalliti, di quelli che pure se “pitt o sole”, devono trovare il modo di denigrare. Forse la scaramanzia li ha indotti al silenzio? Non lo so! Ma tanto è.
Ora qualcuno starà pensando: ma tu pure vai sfruculianno a mazzarella? No, l’argomento è troppo importante e drammatico per farsi distrarre da miserie umane. Le proiezioni per il futuro sono chiare: Nel corso della vita circa un uomo su 2 e una donna su 3 si ammalerà di tumore.
E allora partiamo da qui, farsi distrarre da altro sarebbe sciocco prima ancora che inutile. Fino ad un anno fa avrei potuto ricevere anche il Nobel come maggiore interprete degli esorcismi anticancro; poi fu il cancro! Quello vero, quello che arriva democraticamente ma anche scostumatamente; si perché il cancro è allo stesso tempo il soggetto più democratico al mondo – va da tutti -, ma anche quello più scostumato – non chiede permesso e non bussa-; arriva e ti ritrovi tu e lui, faccia a faccia e da soli. La mia fortuna è stata non solo scoprirlo presto, ma anche quella di scoprire che non sei più solo se ti affidi alle persone e ai posti giusti. È a quel punto che scatta la molla, che il velo si squarcia. Capisci che puoi e devi combattere, che puoi e devi vincere; capisci che c’è chi ha dedicato la sua vita anche alla tua salute, persone eccezionali che spesso lavorano sotto tiro perché accomunati con etichette negative -mala sanità- a personaggi squallidi che speculerebbero anche sul funerale della madre.
A quel punto non ti resta che mettere da parte cornetti e amuleti apotropaici, rimboccarti le maniche e interrogarti: cosa posso fare per aiutare queste persone che notte e giorno si adoperano per sconfiggere il male, per non lasciarti mai solo a combattere, per aiutarti a vincere o comunque a farti vivere meglio il tempo che nel grande libro della vita è scritto per te? Cosa posso fare per aiutare i miei amici, i miei vicini, e perché no, anche i miei nemici, ad affrontare meglio eventuali sorprese? Incominci a pensare in modo corretto, e scopri che non sei solo e c’è chi vuole condividere con te anche avventure nuove, c’è chi è pronto a lavorare per scrivere a lettere d’oro la data del 15 dicembre 2018 nel libro delle cose belle di Ravello e della Costa d’Amalfi. La sera prima fra un boccone e l’altro, fra una slide e un’altra da proiettare il giorno dopo, fra una battuta ed una risata, prende corpo un’idea: PERCHÉ NON PROVARE A DARE UN DOMANI A QUESTA INIZIATIVA?
Visionari? Sognatori? Pazzi? Come preferite, ma oggi stiamo lavorando a strutturare un accordo con il quale dare solidità al rapporto Fondazione Pascale, Comune di Ravello, Fondazione Ravello: Ravello e le sue strutture come vetrina sul mondo e supporto per il Pascale e le sue iniziative; il Pascale più vicino agli abitanti della Costiera con suoi uomini, magari presso l’ospedale di Ravello, periodicamente per prestazioni e consulenze.
Le grandi iniziative e i grandi progetti spesso nascono anche così, per caso e per circostanze fortunose, ma la loro realizzazione richiede impegno, sinergia ed entusiasmo.
Il passato della Costiera ci dice che è possibile, ce lo dirà anche il futuro? Io dico di sì .
È il mio augurio per tutti, per il futuro, ma anche per un sereno Natale, specie per chi sta combattendo o aiutando a combattere un parente, un amico, o un paziente per sconfiggere quello che fino a ieri era “il brutto male”, ma che da oggi deve essere solo uno dei mali che si può sconfiggere.