Migliori in campo quel vecchio ragazzo di Matri, un gol segnato, un altro – quello vincente di Locatelli – agevolato e una prestazione di sostanza al servizio della squadra (non è un caso che De Zerbi a fine partita lo elogi); e il ventunenne croato Brodic, riscattato in estate per 250.000 euro: era arrivato in ritiro con qualche chilo di troppo e l’aria svagata di chi non mette in conto di sudare, finora in campionato ha giocato qualche spezzone per un non memorabile conteggio di 40 minuti complessivi, insomma, parliamo di uno che se ne ha voglia fa, altrimenti si prega di ripassare grazie. Ieri ne aveva voglia, Sottil ha preso nota.
Il pareggio. E’ stato infatti lui a pareggiare (un colpo di biliardo dopo un’azione personale) il gol di Matri, che attorno al quarto d’ora – sfruttando un liscio di Silvestre che non era riuscito a stoppare il pallone – aveva battuto Pisseri nella beata solitudine che ogni centravanti sogna.
ripresa. Nella ripresa il Catania continua nel suo ostinato e ammirevole tentativo di muovere il pallone con un senso compiuto (eccellente la spinta di Baraye a sinistra), mentre il Sassuolo va a strappi, spinto più dall’inerzia che dalla reale voglia. Il gol della qualificazione lo segna Locatelli, unico merito in una partita sottotono. E’ ancora Matri che sfrutta un lancio di Magnani, sul filo del fuorigioco sin invola verso la porta avversaria, salta l’incauto Silvestri e calcia a botta sicura, di punta, come si fa in spiaggia: Pisseri è bravo a respingere, ma proprio sui piedi di Locatelli, tap-in e primo gol con la maglia del Sassuolo.
SEMBRA A PORTE CHIUSE. Va detto che si è giocato in un’atmosfera tipo spettacolino di fine anno della 3ªC, con i parenti stretti in prima fila. C’è quasi più gente in campo – tra giocatori, raccattapalle, addetti ai servizi e steward – che sugli spalti, come si sarebbe detto un tempo. Sembra una partita a porte chiuse. Si sentono i giocatori chiamare il pallone, si percepiscono con precisione le urla del portiere, persino – ed è commovente – lo “stumpf” del pallone quando impatta col piede.
Tifosi del Sassuolo: pochi e ben nascosti, nonostante il dato ufficiale parli di 1098 paganti. Sono circa trecento invece i sostenitori del Catania e sono loro a prendersi la scena. Cantano e intonano cori per tutta la serata, alla fine applaudono i loro giocatori: gli applausi li meritano anche loro, che hanno attraversato l’Italia per un mercoledì non da leoni, ma è come se. Qualcuno comunque ci spiegherà il senso di una Coppa Italia pensata così, svilita e depotenziata di ogni suo residuo di fascino.
La fotografia del pomeriggio è tutta nei due steward piazzati dietro la porta di Pegolo, spalle al campo, fissi a monitorare il nulla, cioè la curva del Sassuolo vuota e silenziosa, espressione plastica di quello che è oggi questa Coppa prima che si entri nel vivo, e succederà più avanti, comunque non ora e non qui.