“L’eclissi della storia” – Primo episodio “In attesa del convegno”
Positano . Un brusio continuo pervadeva la Chiesa. Un mormorio persistente permeava gli angoli di quell’edificio ecclesiastico, come se quel convegno avesse coinvolto davvero tutti in un’unica landa assolata. Era proprio così che appariva a chi si appropinquava verso il sagrato. Quei cultori, che volevano abbeverarsi alla fonte della sapienza, desideravano assaporare quel distillato di consapevolezza, quel fluido intriso di verità. Una verità celata dietro ad un mistero, fino allora rimasto sepolto dal tempo.
Studiosi, giornalisti, cariche istituzionali ma anche persone comuni, semplici curiosi, si aggiravano in quel luogo: tutti erano assetati di quel termine dal fascino ammaliante, che va sotto il nome di cultura. Assetati, fino ad un certo punto. Non dovevano minimamente preoccuparsi, perché erano vicini a quell’oasi tanto ambita.
“Il mio figliolo ha compiuto un miracolo”. A questo pensava Padre Robert, il parroco di quella Chiesa, mentre dall’abside cercava di leggere negli occhi di ogni presente l’amore verso la conoscenza, lisciandosi la sua barba ben curata. Mirava e contemplava ognuno. Scrutava e valutava ciascun volto. Infine vide arrivare da lontano un nuovo venuto. Si chiedeva chi fosse costui.
Un anziano signore, calvo e con i baffi bianchi, vestito di tutto punto con giacca e cravatta scure e camicia bianca, avanzava con un andamento claudicante, seppur velocemente. Camminava, sorreggendosi sul suo bastone elegante, provocando un rumore greve. Il tonfo del bastone sul pavimento finemente maiolicato infastidì qualche presente, che s’indispettì, udendolo e osservandolo. Si diresse verso la navata destra della Chiesa, in una ricerca vana di un posto. Infatti, la Chiesa era tutta gremita, solo un piccolo corridoio della navata centrale, come divisa in due, lasciava libero il passaggio. Chi entrava in quel momento doveva quasi spingere le altre persone per passare avanti. Ma l’anziano fu certamente fortunato. Infatti, un giovane, notandolo da lontano, gli volle cedere il posto, indicando lo stesso con l’indice.
Percorse il breve corridoio, ringraziando quel ragazzo che era stato così galante nei suoi confronti, e si sedette.
Tratto da “L’eclissi della storia” di Gennaro Cuccaro
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