Oggi grande festa a Sant’Agnello, partorienti da tutta la Campania e domenica tornano i pastori rubati in Chiesa

14 dicembre 2018 | 01:15
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Oggi grande festa a Sant’Agnello con le bancarelle classiche e con partorienti che arrivano qui, in nome di una antica tradizione , da Sorrento, Vico Equense, Positano, Amalfi, dalle province di Salerno e Napoli e tutta la Campania .  La processione del Santo Patrono del paese è stata fatta la scorsa domenica.

Poi domenica 16 dicembre torneranno nel presepe dal quale erano state rubate ben 18 anni fa. Sono 33 le statuine rubate nel 2000 dalla chiesa di Sant’Agnello e ritrovate dai carabinieri del nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli nell’ambito di una maxi-inchiesta coordinata dalla Procura di Isernia tra la fine del 2017 e l’inizio di quest’anno. Pastori realizzati artigianalmente all’inizio dell’Ottocento, acquisiti dalla parrocchia a partire dal 1982 e trafugati nel 2000.

Quelle recuperate dai carabinieri sono comunque solo una parte delle circa 80 statuine rubate quasi 19 anni fa. Era il mese di gennaio quando, grazie ad una scala trovata in un giardino nei pressi della chiesa dei Santi Prisco e Agnello, i ladri salirono sul campanile e dopo aver segato le sbarre esterne della cupoletta in ferro antico, rimossero il vetro e, attraverso un piccolo spazio, calarono una seconda scala riuscendo così a penetrare in chiesa ed a raggiungere il presepe. Per realizzare il colpo, avvenuto di notte, impiegarono almeno un’ora.

Poi dopo quasi 18 anni l’inatteso ritrovamento di parte della refurtiva, il cui valore si aggira intorno ai 100mila euro, per la quale è già partito il restauro con il contributo del Rotary Club che, attraverso l’Interact, ha anche provveduto alla realizzazione di un opuscolo informativo in distribuzione a partire dal prossimo 16 dicembre, quando i pastori saranno nuovamente collocati nel presepe durante una cerimonia presieduta dall’arcivescovo Francesco Alfano

il volo degli acquiloni sant'agnello

Curiosità su Sant’Agnello Abate di Napoli:

Sant’Aniello nacque a Napoli da nobili genitori di origine siracusana nel 535. La tradizione narra che la madre Giovanna, essendo sterile, pregava costantemente la Vergine affinché le fosse concesso un bambino. 

Ottenuta la grazia la pia genitrice volle offrirlo alla Madonna e, portato il neonato, che aveva solo 20 giorni, di fronte all’immagine della Vergine, tra lo stupore dei genitori, esclamò: “Ave Maria!”. A ricordare tale prodigio sul luogo venne eretta una chiesa: “Sancta Maria, intercede pro miseris!”. Di Sant’Agnello si narra che sin dalla tenera infanzia, non desiderava nulla di terreno, nulla di carnale e che piangeva colpe non sue e scelleraggini della patria menando vita eremitica.

Alla morte dei genitori impiegò i suoi averi nella costruzione di un ospedale che da lui prese il nome. Il Signore premiò questo suo amore per il prossimo operando per mezzo di lui numerosissimi miracoli come la sua apparizione a difesa di Napoli nel 581 durante l’assedio dei Longobardi. Ecco perché lo si dipinge con la bandiera nella mano destra ossia con il vessillo della Croce. La fama della sua santità crebbe a dismisura tanto da costringerlo ad andare a vivere per sette anni in un luogo sconosciuto. Solo l’apparizione della Vergine lo ridestò da farlo ritornare a Napoli.

In questo attaccamento alla sua persona sant’Agnello vide una minaccia alla sua santità e l’ancora di salvezza gli venne offerta da un monastero dove trascorse il resto della sua vita. Alla morte dell’Abate del monastero Sant’Agnello per voto unanime dei monaci venne chiamato a sostituirlo. Morì all’età di 61 anni e precisamente il 14 dicembre del 596 ed i funerali furono un’autentica apoteosi.