Il Papa alla messa di Natale: «Superare ingordigia ed egoismi, troppi senza pane»
Città del Vaticano – «Davanti alla mangiatoia, capiamo che ad alimentare la vita non sono i beni, ma l’amore; non la voracità, ma la carità; non l’abbondanza da ostentare, ma la semplicità da custodire». Con una liturgia segnata dai colori bianco e oro, in segno di gioia, purezza e regalità, Papa Francesco celebra la solenne messa del 25 dicembre nella basilica di San Pietro andando alle fonti del mistero del Natale. Il pontefice ricorda che Betlemme significa casa del pane. «Dio sa che abbiamo bisogno di cibo per vivere. Ma sa anche che i nutrimenti del mondo non saziano il cuore. Nella Scrittura, il peccato originale dell’umanità è associato proprio col prendere cibo: prese del frutto e ne mangiò, dice il libro della Genesi. Prese e mangiò. L’uomo è diventato avido e vorace. Avere, riempirsi di cose pare a tanti il senso della vita. Un’insaziabile ingordigia attraversa la storia umana, fino ai paradossi di oggi, quando pochi banchettano lautamente e troppi non hanno pane per vivere”.
Ecco che allora Betlemme diventa, simbolicamente, la svolta per cambiare il corso della storia. «Lì Dio, nella casa del pane – spiega il Papa – nasce in una mangiatoia. Come a dirci: eccomi a voi, come vostro cibo. Non prende, offre da mangiare; non dà qualcosa, ma sé stesso. Se la accogliamo, la storia cambia a partire da ciascuno di noi. Perché quando Gesù cambia il cuore, il centro della vita non è più il mio io affamato ed egoista, ma Lui, che nasce e vive per amore». Poi Papa Francesco pone ai cristiani che affollano la basilica e a quelli che sono collegati in mondovisione alcune semplici domande: «Riesco a fare a meno di tanti contorni superflui, per scegliere una vita più semplice? A Chiediamoci: a Natale spezzo il mio pane con chi ne è privo?».
La riflessione che ne segue è piena di amarezza. «La strada, anche oggi, è in salita: va superata la vetta dell’egoismo, non bisogna scivolare nei burroni della mondanità e del consumismo».
La ripresa televisiva della cerimonia avviene nello standard 4K HDR che permette un altissimo livello qualitativo delle immagini attraverso nove moderne telecamere dislocate fra l’interno e l’esterno della Basilica, a disposizione di tutti gli operatori televisivi internazionali collegati via satellite al circuito EBU.
il Mattino